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LIONE - Da qualche anno io e altri ragazzi facciamo parte del gruppo che giorno per giorno prega il Rosario in sostegno della Missio ad Gentes di Lione. Si tratta di un frutto del cammino neocatecumenale: poter pregare per alcune coppie italiane che con i loro figli hanno lasciato tutto… soldi, lavoro, amici e parenti per dedicarsi alla missione loro affidata dal Signore.

Accompagnati da don Sandro, il presbitero della missione e sotto la guida dei responsabili Salvatore e Marisa, queste famiglie si sono inserite nel cuore di Lione con un solo e unico scopo: avvicinare le persone, ridare fede e speranza a coloro che l’hanno perduta e portarla a chi non l’ha mai avuta. Il tutto riproponendo la vita di comunità: catechesi, celebrazioni, eucarestia e parola ma soprattutto comunione tra i fratelli.
Dal 28 giugno 2009, giorno in cui è nata la missione, dal 13 ottobre 2010, momento in cui è nato il nostro gruppo e dall’ultima volta in cui c’eravamo stati, più di un anno fa, ne è passato di tempo. Per questo, partiti per Lione il 10 novembre da un po’ tutta la Toscana eravamo desiderosi di poter toccare con mano quello che era avvenuto, consapevoli dell’importanza della preghiera del rosario. E non siamo stati delusi: sono nate due comunità francesi, è sorta una seconda Missio ad Gentes e i fratelli di Lione sono stati aiutati anche nelle necessità materiali.
Siamo stati accolti per la colazione dell’11 novembre da Fabrizio e Stefania e successivamente ci siamo diretti verso la chiesa dedicata a Sant’Eucherio, il nobile vescovo di Lione, da dove saremmo partiti per la missione vera e propria: annunciare il vangelo due a due come i primi apostoli. L’esperienza è stata fondamentale: abbiamo potuto incontrare persone completamente diverse per la loro storia e per la loro sensibilità.
Dopo la missione siamo stati assegnati alle famiglie che ci avrebbero ospitato per il pranzo e per la notte: chi da Clide e Teresa, chi da Maria e Carlo, chi da Alfredo e Catia, chi da Livio e Federica. Quello che più colpisce è che in queste famiglie numerose ogni figlio, più o meno grande, più o meno piccolo, svolge un preciso ruolo e nessuno è più importante dell’altro.
La sera del sabato abbiamo partecipato alla celebrazione eucaristica presieduta da don Sandro. Egli ci ha affidato un messaggio: «Oggi la Francia celebra l’armistizio, la firma della pace nel 1918. Ma in questi cento anni gli uomini hanno saputo solo farsi guerre fratricide. L’importante è allora annunciare il vangelo». È un invito chiaro e preciso: «solo la parola di Dio può portare la pace in un mondo così diviso».
Forti di questo, abbiamo potuto celebrare le lodi nelle famiglie il giorno successivo prima del ritorno a casa. È stata una vera gioia poter dare la nostra testimonianza in seguito alla proclamazione del Vangelo. Tutti dobbiamo esser pronti perché come un ladro, Dio può arrivare all’improvviso. Dobbiamo vigilare perché ogni momento può essere quello giusto.

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