Dialogo Inter

 

SAN MINIATO - È stato affidato alle voci del vescovo mons. Migliavacca e della prof. Maria Fancelli, docente di Letteratura Tedesca all’Università di Firenze, il compito di avviare una riflessione sul dialogo interreligioso, tema di urgente attualità a cui il Dramma Popolare ha voluto dedicare il primo dei suoi appuntamenti del venerdì.

«L’incontro tra le diverse religioni - ha spiegato il vescovo Andrea - è racconto del Volto di Dio, non solo scambio di parole tra culture e tra credenti». Il tema della ricerca del Volto di Dio, mai pienamente conosciuto e posseduto, è stato il filo conduttore dell’intervento di mons. Migliavacca, che ne ha illustrato i fondamenti biblici citando ampiamente il capitolo 33 dell’Esodo.


La consapevolezza di aver ricevuto la pienezza della rivelazione in Cristo non deve spingere i cristiani alla superbia bensì all’umiltà di sapersi compagni di strada degli altri uomini. Il Magistero della Chiesa ci invita ad avere un atteggiamento di positività verso le altre tradizioni religiose, ha sottolineato il Vescovo, citando la dichiarazione Nostra Aetate del Concilio Vaticano II: «La Chiesa cattolica nulla rigetta di quanto è vero e santo nelle altre religioni. Essa considera con sincero rispetto quei modi di agire e di vivere, quei precetti e quelle dottrine che, quantunque in molti punti differiscano da quanto essa stessa crede e propone, tuttavia non raramente riflettono un raggio di quella verità che illumina tutti gli uomini».
Ma nel dialogo interreligioso c’è anche un «magistero dei gesti», ha proseguito il Vescovo: «Ricordiamo le visite degli ultimi tre papi alla sinagoga di Roma, alla moschea di Istanbul o al muro del pianto, dove è avvenuto l’abbraccio tra papa Francesco, l’imam e il rabbino di Gerusalemme. Un abbraccio che esprime dialogo meglio delle parole!».
Mons. Migliavacca ha poi ricordato lo storico incontro interreligioso di Assisi (il primo 26 ottobre 1986) voluto da S. Giovanni Paolo II e i successivi. Segni innovativi, scomodanti per alcuni, ma che hanno sottolineato il legame tra dialogo tra le religioni e costruzione della pace.
A conclusione della sua relazione, il vescovo Andrea ha indicato altri temi che, oltre a quello della pace, possono essere affrontati fruttuosamente nel dialogo interreligioso: anzitutto riconoscere e arginare la malattia dei fondamentalismi, un virus da cui sono state colpite tutte le religioni e contro cui occorre vaccinarsi. Poi la difesa del creato, la spiritualità come dipendenza da Dio e come senso profondo dell’umanità, la libertà religiosa e la condivisione di alcuni tratti del Volto di Dio, ad esempio la Misericordia divina riconosciuta dalle tre religioni monoteiste.
«Dialogo non vuol dire che siamo tutti uguali, che la pensiamo tutti allo stesso modo», ha ribadito il vescovo: «Il primo passo del dialogo consiste nel conoscere bene la nostra identità culturale e religiosa. Solo così possiamo entrare in un dialogo rispettoso con l’altro».
La prof. Fancelli, nel suo intervento, ha proposto una carrellata di testi teatrali, rappresentati sul palco del Dramma Popolare, che hanno affrontato con coraggio il tema dell’alterità religiosa.
«È mezzanotte, dottor Schweitzer» di Gisbert Cesbron, andato in scena nel 1954, dedicato al medico e teologo protestante Albert Schweitzer, che abbandonò una brillante carriera per andare missionario in Congo; «L’erba della stella dell’alba», lo spettacolo del 1971 ispirato alla cultura e alla spiritualità degli indiani d’America; «Il processo di Shamgorod» dello scrittore di origine ebraica Eli Wiesel, che nel 1983 venne di persona a San Miniato e rilasciò un’intervista in cui parlò dell’insensatezza delle divisioni religiose in seguito al diluvio della seconda guerra mondiale e dei lager nazisti; «Bartolomeo de las Casas» di Reinhold Scheider, il cui protagonista, apostolo degli Indios, si fece difensore di una cultura diversa e di un’altra visione del sacro contro i soprusi dei conquistadores; «Fiorenza» di Thomas Mann, dedicato alla figura di Girolamo Savonarola e allo scontro tra Rinascimento e Riforma: «Il lungo travaglio verso un incontro e una sintesi» (Bongioanni).
La professoressa Fancelli ha invitato a rileggere questi testi come esempi anticipatori di un discorso che si è fatto «bruciante e vivo, perché la religione è tornata ad essere un elemento identitario ed escludente in alcune parti del mondo».
La relatrice ha poi fatto riferimento alla storia della letteratura tedesca, i cui fiori sono muti se letti fuori dalla tradizione religiosa (Heinrich Heine) e a un testo seminale per il superamento dello scontro tra le confessioni cristiane in Europa: «Nathan il Saggio» di Lessing. Si tratta dell’unico testo teatrale che tratti frontalmente il tema delle tre religioni monoteiste, frutto diretto di quel principio di tolleranza nato in seguito a sanguinose guerre e interminabili conflitti teologici. Un complicato meccanismo scenico mette in relazione protagonisti appartenenti a culti diversi che alla fine scopriranno veramente di essere fratelli.
La riflessione avviata dall’incontro-dibattito, tenutosi lo scorso 16 marzo, proseguirà in altri appuntamenti, tra i quali quello del 13 aprile prossimo che vedrà dialogare nuovamente il Vescovo col rav Crescenzo Piattelli, Rabbino Capo di Siena e la prof.ssa Monica Barni vice Presidente della Regione Toscana, con il coordinamento del giornalista Carlo Baroni.
Grande soddisfazione è stata espressa dal presidente Marzio Gabbanini che ha sottolineato l’impegno del Dramma Popolare nel proporre tematiche che toccano profondamente i bisogni interiori dell’uomo di oggi nel più ampio contesto del problema di una pace che non sempre appare sicura e garantita e per la quale il dialogo tra religioni diventa condizione imprescindibile.
Erano presenti all’incontro di venerdì scorso il vice Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di San Miniato, prof. Mattii, il Segretario Generale, rag. Bacchereti, il presidente del Consiglio Comunale Gasparri, e il dott. Cerbai, Direttore Generale di Credit Agricole.

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