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REDAZIONE - Eccellenza, quali posti ha visitato in Brasile?
Il mio viaggio in Brasile, con altri due amici di San Miniato, è nato dall’invito di un prete brasiliano che conosco da anni, don Luis Albuquerque.
Sono stato nei primi giorni nella diocesi di questo sacerdote, San José do Rio Preto, nello Stato di San Paolo; successivamente ho visitato il santuario mariano del Brasile, Aparecida; infine ho concluso il viaggio con le ultime due giornate a Rio de Janeiro.

Come è nata l’idea di questo viaggio?

C’è una ragione che in qualche modo riguarda anche la nostra diocesi di San Miniato. Mons. Antonio Angioni, vescovo di Pavia e prima, per due anni, amministratore apostolico di San Miniato, aveva un fratello, mons. Angelo, missionario in Brasile a José Bonifacio nella diocesi di San José do Rio Preto. Eravamo nei primi anni settanta e grazie a questo collegamento nasceva tra la diocesi di Pavia e quella di San José do Rio Preto una sorta di gemellaggio e di esperienza missionaria. Diversi preti pavesi andarono in Brasile, uno di loro, don Cesarino Pietra vive ancora là. Negli anni in cui ero seminarista a Pavia ho dunque conosciuto don Luis che proveniva da quella diocesi brasiliana e risiedeva nel seminario pavese per affrontare gli studi di teologia presso la facoltà di Milano. Da allora don Luis ha sempre mantenuto dei contatti con il seminario e anche con me, facendomi visita anche a San Miniato.

Ho potuto accogliere l’invito di don Luis a fargli visita quest’anno. Ospite del vescovo di San Josè do Rio Preto ho visitato la città, il seminario in particolare e anche il territorio della diocesi. Ho fatto visita anche a José Bonifacio, pregando sulla tomba di mons. Angelo Angioni del quale è iniziata la causa di beatificazione e ho potuto salutare don Cesarino, ormai ottantenne missionario, testimone vivente del legame con la diocesi pavese.
L’incontro con quella chiesa è diventato particolarmente vivo grazie a volti concreti: il vescovo don Tomé, i seminaristi, il rettore...

Le è piaciuto il santuario mariano di Aparecida?

Aparecida è una realtà grandiosa. Ho potuto vedere l’immensità del Santuario e la folla che la domenica sera e anche il lunedì era presente alla S. Messa.
È stato un momento emozionante e intenso di preghiera e di devozione mariana. Ho ricordato nella preghiera anche la nostra diocesi di San Miniato, affidandola a Maria.

E poi Rio de Janeiro…
È una città impressionante. Circa sei milioni di abitanti, con l’evidente vicinanza della modernità della metropoli, insieme allo squallore e alla povertà delle favelas.
Un particolare colpo d’occhio lo si ha dal Cristo al Corcovado. Si può vedere dall’alto la città, nella sua ampiezza, con il contrasto delle aree moderne e di quelle povere e all’orizzonte l’oceano Atlantico.
A Rio ho incontrato anche alcuni vescovi ausiliari e l’arcivescovo, il card. Tempesta. È stata una bella occasione di incontro e condivisione di chiesa.

Quale messaggio ha raccolto in Brasile?
La chiesa brasiliana vive la sfida dell’annuncio. Numerose sette trovano terreno fertile e si diffondono rapidamente e la chiesa sente l’urgenza e la necessità di annunciare di nuovo il vangelo. Si coglie nella comunità cristiana il desiderio di questo annuncio e la freschezza di una chiesa che è ancora giovane.
Mi è sembrato di raccogliere uno stimolo a rinnovare l’annuncio del vangelo anche nelle nostre chiese europee e in Italia. Anche a San Miniato…: l’incontro con la terra missionaria del Brasile è stato stimolo per me a vivere e a comprendere la missione anche nella nostra diocesi.

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