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DALLA DIOCESI - Il V Convegno ecclesiale di Firenze (9-13 novembre 2015) sul tema "In Gesù Cristo il nuovo umanesimo" ci interpella da vicino e alla luce del Vangelo invita a cogliere i “segni dei tempi” per incarnare una pastorale incentrata sull’uomo. L’intento è quello di introdurre una prasseologia che mira all’evangelizzazione e alla formazione dell’uomo nuovo in Gesù Cristo.
La cultura odierna vuole fare a meno di Dio, ma bisogna ricordare a quest’uomo autoreferenziale che la creatura senza il Creatore svanisce e l’uomo perde il suo vero senso e la bussola di navigazione: «Senza Dio l’uomo non sa dove andare e non riesce nemmeno a comprendere chi egli sia» (Caritas in Veritate, 78). L’uomo è chiamato a scoprire la scintilla dell’infinito che ha dentro di sé e che lo fa trascendere e realizzarsi nell’oggi come nel futuro in pienezza.
Il Convegno di Firenze si articolerà attorno ad alcune aree tematiche: le forme e i percorsi di incontro con Cristo (nuove esperienze di annuncio, andare alle periferie); le difficoltà di credere e di educare a credere; la mappa dei luoghi in cui avviene l’esperienza della fede.
DALLA DIOCESI - L'edificio sul quale nacque, intorno al 1260, l’attuale Chiesa dei Santi Pietro e Paolo risale all’epoca romana, di ciò è testimone il paramento del fianco destro che è costituito da pietra laterizia tipica di quell’epoca.
Durante i secoli tale costruzione ha subito più rifacimenti che ne hanno modificato, soprattutto, la morfologia esterna, i cambiamenti più importanti furono messi in atto durante il XVIII secolo, più precisamente fra il 1719 e il 1737: precedentemente a questi anni la chiesa presentava tre navate divise da imponenti pilastri, successivamente venne meno la divisione e attualmente è presente un’unica ampia navata con due altari su ciascun lato. Fondamentale risulta l’importanza della luce che irradia l’interno passando dalle finestre poste al di sopra di ciascun altare: il valore simbolico della luce ha origini medievali, in particolare fu durante il periodo “gotico” che assunse un’importanza ancor più rilevante, simbolo sia di vita che di purezza deve quindi necessariamente essere presente in un luogo di Fede.
DALLA DIOCESI - Le grandi riflessioni che in questi giorni si pongono a livello mediatico e culturale sul tema della “genitorialità” anche a seguito della riforma del 2012-2013 sulla “filiazione” (ovvero tutto quell’insieme di norme che regola i rapporti tra genitori e figli), che ha tra l’altro equiparato lo status di figli legittimi e figli naturali, e incrementate sicuramente in tempi recenti dal dibattito sul ddl Cirinnà di cui abbiamo già trattato, sono un ottimo spunto per rivolgere uno sguardo più attento a quelle normative che sono senza dubbio alla base della riflessione giuridico-sociale generale nel nostro paese.
Il riferimento alla nostra Costituzione, difesa da alcuni a spada tratta talvolta e deprecata in altrettante occasioni, é quantomeno doveroso.
L’articolo 30 della Costituzione della Repubblica Italiana disciplina infatti i diritti e i doveri dei genitori.
Tale articolo si trova nel Titolo III, quello relativo ai rapporti etico-sociali: enunciazione questa, che ci fa comprendere, anche da sola, la portata di questa normativa.
SAN ROMANO - Hanno da poco preso il via nella nostra Parrocchia, grazie al contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di San Miniato, i lavori per la "nascita" di un Centro Pastorale: un bel progetto che porterà alla valorizzazione di alcuni ambienti attigui alla struttura della Chiesa, da anni in disuso, che si affacciano su Piazza della Costituzione (la piazza del mercato).
La zona del paese, purtroppo, versa da diverso tempo in uno stato di penoso e preoccupante degrado; sede di spaccio e consumo di sostanze stupefacenti, luogo di ripetuti danni e atti vandalici agli arredi pubblici e alle case private (non ultimi gli stessi locali del convento e del santuario, vittime nell’ultimo anno di spregevoli atti di vandalismo e furto). Il progetto del Centro Pastorale contribuirebbe, oltre allo svolgimento di tante iniziative e attività, anche al recupero e alla sicurezza dell’intera area.
FUCECCHIO - Conintinua il botta e risposta tra la Misericordia di Fucecchio e il sindaco Spinelli. Dopo l’intervista che il governatori Lupi ha rilasciato a «La Domenica», il comune di Fucecchio ha voluto replicare alle sue affermazioni.
Sindaco Spinelli, avrà letto l’intervista a tutto tondo del Governatore della Misericordia d Fucecchio in merito al «cimitero vecchio». Vado subito al punto: cosa intende fare, quale futuro intende dare l’amministrazione a quell’area «storica»?
«Si tratta di un’area non più destinata a cimitero fin dal 1880, fin da quando, cioè, il Consiglio Comunale di Fucecchio individuò la localizzazione del nuovo (attuale) cimitero, più consono alle esigenze di sepoltura viste le carenze igienico-sanitarie di quello esistente, riscontrate anche dall’autorità provinciale. Il vecchio camposanto, in virtù del suo valore storico, è stato riconosciuto come invariante dal Piano Strutturale, Parco della Rimembranza, perché l’ex complesso cimiteriale costituisce testimonianza e memoria di un profondo valore storico, culturale e paesistico e, nell’ambito del Regolamento Urbanistico Comunale, si individuano gli interventi ammessi, volti alla sua conservazione, valorizzazione e restauro».
Che idea si è fatto della lunga e annosa vicenda di cause e ricorsi di questi anni? Come mai, secondo lei, non si è trovato un “accordo pacifico” tra due enti di questo valore, il Comune e la Misericordia?
«Probabilmente perché la Misericordia intende sfruttare il vecchio camposanto per realizzare sepolture private, il progetto presentato prevedeva non un restauro dell’esistente, ma costruzioni nuove, fuori terra, su uno o due piani, per realizzare 1.200 loculi, mentre la consistenza delle tumulazioni nel vecchio cimitero era costituita da sole tumulazioni in fossa. Evidentemente un tale progetto stride con l’intento del Comune di salvaguardare la testimonianza storico-culturale che l’ex cimitero rappresenta».