DSC 0615

Sabato 14 giugno, presso la chiesa di san pietro alle fonti a La Scala, è stato celebrato il 25° anniversario di sacerdozio di don Roberto Pacini. Presenti alla messa mons. Tardelli e mons. Ciattini. Il vescovo Tardelli, nell’omelia, ha voluto ringraziare Dio per il dono di don Roberto, un dono importante per tutta la comunità diocesana.

Ecco le parole di ringraziamento che il Vescovo ha voluto rivolgere alla Diocesi a seguito dei festeggiamenti per il suo decimo anniversrio d’ingresso.
«Vorrei esprimere anche dalle pagine del nostro settimanale la mia gratitudine per le numerose e intense manifestazioni di affetto, di stima e di riconoscenza che ho ricevuto in occasione del decimo anniversario della mia Ordinazione episcopale e dell’ingresso in diocesi. Sento di dover dire grazie al buon Dio per la sua pazienza e a ciascuno di voi, sacerdoti, diaconi, religiosi e laici, in particolare per la preghiera con cui accompagnate il mio ministero. Il Signore vi ricolmi di ogni bene e la Santa Vergine vi custodisca».

DSC 0003

Il 29 maggio, a Firenze presso il Convitto  della Calza, per iniziativa della Conferenza Episcopale Toscana e della Commissione della Vita consacrata, si è tenuto un  Convegno su “La vita consacrata: una testimonianza profetica di fronte alle grandi sfide”.

Chi ha avuto l’opportunità di parteciparvi – più di 300 le presenze di consacrate e consacrati – ha potuto rendersi conto della ricchezza di carismi che Dio ha donato alla Chiesa e dell’azione dello Spirito che ne alimenta la vitalitàrendendoli capaci di rispondere efficacemente alle attese e alle sfide del nostro mondo.

Mons. Fausto Tardelli, Presidente della Commissione Regionale per la Vita consacrata nel suo saluto introduttivo ha posto l’accento sulla sollecitazione che il Papa ha rivolto ai vescovi italiani di promuovere la vita consacrata, ieri legata particolarmente alle opere, oggi destinata ad offrire al mondo una efficace testimonianza gioiosa.

Il cardinale Betori ha espresso la sua vicinanza con un breve e significativo messaggio.

Siamo entrati nel cuore del Convegno con la Lectio divina di Padre Giuliano, Assunzionista, che ha fatto risentire il fascino dello sguardo di Cristo che chiama alla sequela e ci fa entrare in una nuova dimensione di vita: quella della fraternità che ci rende capaci di amare “come lui ci ha amati” e di compiere opere più grandi di quelle da lui compiute.

Apprezzata la relazione di Suor Nicla Spezzati, sottosegretario della Congregazione per gli Istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica. Difficile sintetizzare la sua lectio magistralis. Ha fatto riscoprire l’anima della vita consacrata alimentata da una fede viva, dalla necessità di vivere i consigli evangelici, dal lasciarsi provocare dalla funzione profetica, dalla missionarietà, dall’urgenza di ripensarsi a contatto con le nuove culture, di ridisegnare una economia di comunione sul modello evangelico: ”mettevano tutto in comune”.

La vita consacrata è un dono che custodisce la proposta di un modo di vivere pienamente umano da offrire al nostro mondo perché possa recuperare la propria dignità e la vera gioia.

Preziose le due testimonianze che abbiamo ascoltato: suor Rita e suor Elisabetta hanno raccontato come il loro impegno evangelico ha ridato vita e dignità a persone ridotte a oggetto, usate come merce, ci hanno  resi partecipi della ricchezza del carisma ricevuto, della loro gioia nel vedere persone liberate, rigenerate da Cristo attraverso la loro missione.

Mons. Claudio Maniago, vescovo ausiliare di Firenze, ha illuminato il tema del prossimo Convegno della Chiesa italiana che si terrà a Firenze nel 2015: “In Gesù Cristo il nuovo umanesimo” e sul contributo che la vita consacrata può offrire.

E’ stato un  giorno di grazia. Abbiamo sentito una Chiesa viva capace di suscitare in noi speranza e ottimismo. Quando il Signore chiama alla vita di particolare consacrazione è un dono per chi è chiamato e una benedizione per la Chiesa e per il mondo. Fortunati coloro che alla proposta di Dio sanno dire: Eccomi.                                   

 

indontro con il papaL'Azione Cattolica Italiana ha tenuto la sua XV Assemblea Nazionale dal 30 aprile al 3 Maggio, sul tema "Persone nuove in Cristo Gesù: corresponsabili della gioia di vivere". Quasi mille partecipanti, in rappresentanza di tutti gli associati e di quasi tutte le diocesi d' Italia si sono ritrovati a Roma per programmare un nuovo triennio ed eleggere i consiglieri nazionali. La diocesi di San Miniato era presente con tre delegati e un uditore.
I lavori sono stati aperti da una veglia di preghiera guidata dal nuovo assistente generale, mons. Mansueto Bianchi, un nostro "vicino di casa" essendo stato fino a poche settimana fa il vescovo di Pistoia. Mons. Bianchi ha incoraggiato l'AC che, "per la sua storia, per il suo radicamento popolare, per la sua passione educativa, per l'autentica laicità che la distingue, per la capillarità di presenza e di servizio alla vita delle parrocchie e delle diocesi, può e deve rappresentare una strada maestra verso una nuova identità di Chiesa, pulitamente evangelica ed autenticamente popolare". Il Presidente Nazionale Franco Miano ha messo in evidenza la parola chiave corresponsabilità,valore base per accogliere l'invito del Papa ad uscire e andare incontro alle persone. La relazione con gli altri è essere legati gli uni agli altri, responsabili con loro del bene che possiamo costruire.
L'Assemblea ha visto la presenza anche di Mons. Nunzio Galantino, segretario generale della CEI, del card. Pietro Parolin, segretario di Stato e del card. Angelo Bagnasco, presidente della CEI.
Sicuramente il momento più significativo ed emozionante è stato l'incontro con papa Francesco, sabato 3 Maggio, quando ai delegati si sono aggiunti i presidenti parrocchiali e i sacerdoti assistenti. Il Santo Padre ha ribadito l'invito a una Chiesa "in uscita", con le porte aperte, missionaria. In partico-lare ci ha affidato tre verbi su cui riflettere: rimanere, andare, gioire. Rimanere con Gesù per essere poi buoni annunciatori; andare per le strade dei paesi e delle città ad annunciare che Dio è Padre; gioire ed esultare, cantare la vita, cantare la fede.
A breve uscirà il documento finale approvato dall'assemblea, strumento che aiuterà le associazioni locali a calare nella realtà tutte le idee, le sollecitazioni e i progetti che in questi giorni sono stati ascoltati.

Ministranti

FotoOrdinazionep

Il prossimo mercoledì 14 maggio la nostra diocesi si stringerà attorno ai sacerdoti che celebrano il loro 25° anniversario di ordinazione presbiterale, ringraziando il Signore per il dono delle vocazioni. Del gruppo dei sacerdoti che furono ordinati da mons. Ricci il 14 maggio del 1989 faceva parte anche mons. Carlo Ciattini, oggi vescovo di Massa Marittima-Piombino.
I suoi compagni di ordinazione, don Ernesto Testi e don Roberto Pacini sono rispettivamente parroco di S. Pietro apostolo a Castelfranco di Sotto e Cancelliere della Curia vescovile di San Miniato. L'intera diocesi pregherà per loro, per le nostre comunità, per tutta la Chiesa, perché non manchino mai operai nella vigna del Signore.

SuorGiaeleprofessa

Venerdì 25 Aprile, giorno di festa civile, in un soleggiato pomeriggio di primavera, presso il monastero delle Benedettine di Santa Maria delle Rose in Sant'Angelo in Pontano (Mc), una ragazza della nostra diocesi, Suor Giaele Maria della Testimonianza, al secolo Elena Gronchi, proveniente da Palaia, che per molti anni ha seguito l'itinerario di formazione cristiana del Cammino neocatecumenale, ha professato la sua vocazione monastica temporanea per tre anni promettendo castità, povertà ed obbedienza e seguendo la regola di San Benedetto "Ora et labora". Ha presieduto la celebrazione il vicario foraneo della diocesi di Macerata e hanno concelebrato anche due nostri presbiteri diocesani: Don Giovanni Fiaschi, che da sempre ha seguito la ragazza nel percorso vocazionale, e Don Sergio Occhipinti, già parroco di Palaia e altri sacerdoti missionari. Nella settimana di Pasqua è bello gustare le meraviglie che il Signore opera nella vita di ciascun uomo soprattutto quando viene a risanare e guarire le ferite e dona vita nuova alle sue creature. Ciascuno secondo la sua vocazione, è chiamato a mettere in pratica la Parla di Dio e ad annunciare le buona novella del Vangelo a tutti quelli che incontra nel cammino della vita. Umiltà e obbedienza sono le chiavi di volta per vivere un'autentica vita cristiana.
Così, a seguito della liturgia della Parola, la candidata, dopo aver risposto alla madre badessa del convento e al rappresentante del vescovo, ha letto e firmato la scheda di professione con la quale per tre anni prende i voti di monaca di clausura. A questo punto la ragazza, che da novizia diventa monaca, cambia il colore del velo da bianco a nero e chiede cantando al Signore che l'aiuti nella sua vocazione.
Al termine della celebrazione tutti i parenti e gli amici hanno potuto salutare la nuova monaca in un momento conviviale nei locali del monastero.

1-maggio

 

 

Credenti e non credenti uniti per la pace: questo il tema della tavola rotonda tenutasi nel pomeriggio del 1 maggio e momento culturale centrale della XXXIX Festa della Pace a Collegalli (Fi). Una festa intensa e molto partecipata nonostante le preoccupazioni della vigilia dovute soprattutto all'incognita meteorologica; invece anche il tempo è stato clemente e ha concesso complessivamente una bella giornata di sole. La mattina è iniziata con l'incontro dedicato alle adozioni internazionali dal tema "Educare mio figlio" con interventi di Luca Martini (responsabile delle adozioni di Shalom) e di Giada Tessitori ( psicologa del Movimento) a cui sono seguite due testimonianze di altrettante famiglie che hanno raccontato la loro esperienza. A seguire la preghiera interreligiosa per la pace con la partecipazione di Ibrahima Mbengue guida spirituale musulmana e naturalmente coordinata da don Andrea Cristiani, don Donato Agostinelli e gli altri sacerdoti del movimento.

Leggi tutto...

Il decimo anniversario episcopale del nostro vescovo Fausto in questo maggio 2014 ci da l'occasione di fermarci e fare il . Non certo un semplice bilancio di questi anni perché, come ama spesso ripetere Tardelli, la chiesa non è un azienda né un organizzazione, ma è il corpo di Cristo che cammina e si muove dentro la storia. Lo puoi spiegare quanto vuoi, ma è difficile capirlo, ed ecco perché a poco servono i numeri, le classificazioni per riassumere quello che è successo alla chiesa di San Miniato dal 2004 in poi.
Quando il vescovo veniva ordinato nella basilica di San Frediano a Lucca la Chiesa era ancora guidata da Giovanni Paolo II e molte delle vicissitudini che hanno attraversato il mondo ecclesiale in questa decade erano ancora lontane. Il mondo non conosceva ancora la svolta dei social network e dell'era digitale, del relativismo e della crisi economica. In quel contesto il vescovo ereditava una Diocesi che avrebbe dovuto affrontare molti cambiamenti importanti: primo fra tutti la mondializzazione del suo clero, la necessità di riorganizzare il territorio adeguandolo alle nuove esigenze pastorali, oltre a dare le gambe ai risultati del Sinodo convocato e concluso sotto l'episcopato di Ricci. Anche il territorio cambiava progressivamente volto e presentava nuovi drammi: quello della disoccupazione e della difficoltà dei principali comparti produttivi, quello della immigrazione e della necessaria nuova fase di apertura all'altro e di predisposizione all'accoglienza, quello della diffusione di quella cultura relativista e dello scarto, che, negli ultimissimi anni, sembra dominare la società, anche a livello locale. Dieci anni ˗ non si può negare ˗ che hanno visto una larga diffusione di un certo scetticismo e un allontanamento dei fedeli, soprattutto giovani, dalla chiesa, a cui il vescovo ha cercato di dare risposta con un'attenzione particolare. I ragazzi e le ragazze di San miniato non sono mai stati dimenticati nelle lettere pastorali, nelle omelie, nelle riflessioni e nelle azioni del Presule, a partire dal primo intervento dell'ottobre del 2004.
Non per incensarlo,ma perché è un fatto, in questi anni abbiamo sperimentato la vicinanza di questo Pastore, che ama profondamente la gente di questa terra. L'abbiamo provata con mano, ad esempio, nel corso della visita pastorale: un tour di 4 anni, dal 2007 al 2010, che ha portato il vescovo nelle comunità parrocchiali, a contatto con la gente, con il mondo delle associazioni, con le istituzioni. L'abbiamo sentita nelle sue parole di incoraggiamento, sia per i laici che per i sacerdoti, a non abbandonare mai quella speranza che deriva dalla fede in Cristo Risorto. Il motto di Tardelli,in spe fortitudo, risuona oggi più attuale che mai, e ci fa guardare avanti con fiducia verso l'orizzonte, come le sentinelle del mattino che chiamava a sé San Giovanni Paolo II, ben oltre quelle grigie che oggi ci sorvolano.

 LettoratoeAccolitato

 

Canti densi di spiritualità, amore e gioia hanno animato la solenne Messa celebrata dal vescovo mons. Fausto Tardelli domenica 4 maggio presso la chiesa di San Miniato Basso nell'arco della quinta Giornata dei ministranti. E' stato un momento di particolare importanza dovuta al fatto c2he sono stati conferiti i ministeri del letterato e dell'accolitato rispettivamente ai seminaristi Luca Car-loni e Massimo Meini e a Marco Billeri. Sono tappe importanti per la loro vita al servizio di Dio. Con il lettorato si diventa proclamatori della Parola di Dio nell'assemblea liturgica, si educano alla fede fanciulli e adulti, si guidano gli stessi a ricevere i sacramenti e si porta l'annuncio missionario del vangelo a chi non lo conosce. Con l'accolitato si aiutano i presbiteri ed i diaconi nel servizio dell'altare e come ministri straordinari si può distribuire l' Eucarestia a tutti i fedeli, anche infermi.
La gioia espressa dai tre giovani è stata confermata dal sacro rito con la consegna delle sacre scrit-ture e del vassoio con il pane che si è svolto davanti ad un numero assai vasto di fedeli. Il Vescovo ha esaltato il vangelo con una significativa omelia: "il Vangelo ci racconta un viaggio di delusione e amarezza che, poi, si trasforma in un cuore ricolmo di gioia". Due discepoli di Gesù stanno andando via da Gerusalemme verso Emmaus. Pensano che con Gesù morto sia tutto finito. Un pellegrino si unisce a loro è "Gesù stesso che gli si affianca nel viaggio e amorevolmente li ammonisce". Ad un certo punto egli fa per allontanarsi ma i due lo invitano a restare a cena. Quando questo pellegrino spezza il pane e da la benedizione i due discepoli lo riconoscono e gioiscono per, poi, ritornare a Gerusalemme dagli undici a proclamare che Cristo è risorto. "Il racconto parla di noi", ha proseguito il vescovo. "Si pensa che Gesù sia lontano ed, invece, è accanto a noi. Nel momento in cui però gli apriamo il cuore, raccogliamo il suo amore ed il nostro cammino diventa gioioso. Solo così facendo saremo in grado di testimoniare il suo amore agli altri"
La liturgia eucaristica essa è stata accompagnata dal canto di comunione "Io sono la vite: voi siete i tralci" eseguita da un coro di voci bianche spiritualmente evocative. Proprio quest'ultimo canto ha sottolineato che i tre seminaristi hanno la speranza di essere sicuri tralci nella vite di Dio.
Il momento finale della benedizione è stato "impregnato" di felice commozione per questo evento da parte dei seminaristi, dei loro genitori e da parte dei fedeli che hanno partecipato.

Pagina 24 di 25

Seguici su Twitter

I cookie rendono più facile per noi fornirti i nostri servizi. Con l'utilizzo dei nostri servizi ci autorizzi a utilizzare i cookie.
Maggiori informazioni Ok Rifiuta