Lo spettacolo teatrale per le scolaresche Fa’afafine pare essere l’ultima trovata per la diffusione delle teorie gender. A Samoa fa’afafine sono i ragazzi che appartengono al "terzo genere". Alex, il protagonista dello spettacolo, non vive a Samoa, ma vorrebbe anche lui essere un fa’afafine, bambino nei giorni pari, bambina nei giorni dispari. Il messaggio dello spettacolo è la normalizzazione del genere fluido, un po’ come le targhe alterne. Anche se qui l’inquinamento è solo quello ideologico

Leonardo Rossi

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DALLA DIOCESI - Nel mondo della scuola l’insegnamento dell’Irc, nonostane le riccorenti polemiche riguardo alla sua funzione e utilità, continua a costituire la scelta privilegiata della maggiornanza degli studenti.
Le percentuali variano da territorio a territorio e a sconda dai gradi d’istruzione.
In questo numero pubblichiamo la prima parte di un’analisi di dati statistici relativi all’anno scolastico 2015/16, ovvero gli ultimi disponibili.
Quanti sono gli alunni della nostra Diocesi che decidono di avvalersi dell’insegnamento della Religione Cattolica? I dati fotografano la situazione generica del vasto territorio diocesano. Sul totale di 19.709 iscritti (quasi ventimila studenti!), dalle scuole dell’infanzia alla secondaria di secondo grado, gli avvalentisi sono stati oltre 17000, per la precisione l’81,34% sul totale. Un dato che, visto genericamente, mostra ancora un radicamento della scelta sull’ora di religione abbastanza confortante benché il dato nazionale sull’IRC segni l’87,9%. Sappiamo però che i dati dell’Italia centrale, Toscana ed Emilia in particolare, sono sempre stati inferiori alle media nazionale. In ogni caso, sulla media della regione Toscana, la Diocesi di San Miniato segna ancora un dato positivo. In Toscana si avvale solo il 78,8%: il 3% in meno rispetto al dato diocesano.

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SAN MINIATO - Lo scorso 17 gennaio il Serra Club di San Miniato ha proposto ai propri soci e a tutta la cittadinanza un incontro col vescovo Migliavacca sull’enciclica di papa Francesco Laudato si’. Il presule ha sintetizzato per gli uditori, convenuti nell’aula magna del seminario, la struttura di questo documento papale che affronta la tematica ecologica, non strettamente legata alla Chiesa ma che diventa oggetto di dialogo con il mondo contemporaneo. Un dialogo - e questo è il punto essenziale - illuminato dalla Parola di Dio.
Il vescovo Andrea ha insistito soprattutto sullo stile di vita, sulla spiritualità ecologica che il Papa indica proprio a partire dalla Rivelazione biblica. “La Parola di Dio”, ha sottolineato mons. Migliavacca “ci dice che il cuore della creazione è l’amore. Dio vuole la vita perché ama. Il racconto della creazione ci dice anzitutto che siamo amati da Dio”.
Il secondo passaggio evidenziato dall’enciclica è quello della creazione come “progetto ferito”. A causa del peccato viene meno la fiducia dell’uomo nel Creatore e la questione ecologica si lega al tema del peccato, della finitudine, della morte. Tuttavia la creazione ferita non è in cammino verso la distruzione, come sembra suggerirci la scienza, ma verso la ricostruzione, la restaurazione. Lo stesso vale per la vita umana, fisicamente destinata alla morte ma in realtà in cammino verso la vita piena. La ricapitolazione in Cristo, di cui parla San Paolo, non riguarda solo l’uomo ma è il destino di tutta la creazione. “Quando ci curiamo della questione ecologica”, ha notato il vescovo “lo facciamo perché il nostro mondo va verso una realizzazione di cui vogliamo essere collaboratori”.

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SAN MINIATO - Come ogni anno la Giornata della Memoria torna a scuotere le coscienze, a porre di nuovo al centro dell’attenzione di un’opinione pubblica spesso distratta la grande tragedia dell’Olocausto, uno degli abissi di male più oscuri e profondi del XX secolo. «Teniamo viva la memoria perché quegli orrori non abbiano a ripetersi» è la frase che utilizziamo, insieme ad altre simili, per esorcizzare quel male, quelle torture, quei crimini contro l’umanità, che desidereremmo appartenessero ormai al passato. L’annuale condanna della barbarie nazista deve servire però anche a risvegliare la consapevolezza che le inguistizie e le violenze non sono cessate, anche a poca distanza dalle nostre frontiere.
Gli occhi delle vittime dei campi di sterminio ci fissano ancora: da Srebrenica ad Aleppo, dal Ruanda al Centrafrica al Sudan. Talvolta nell’indifferenza della comunità internazionale si consumano altri olocausti e altri esodi.
«L’attuale contesto goepolitico», ha dichiarato il nostro vescovo Andrea Migliavacca, «presenta da una parte molti focolai di guerra e la presenza di gravi episodi di terrorismo anche in Europa, dall’altra molte forze che perseguono la linea della disgregazione piuttosto che la ricerca dell’unità. Questo ci fa pensare che difendere la memoria di ciò che è accaduto è un valore da preservare».

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DALLA DIOCESI - Una raccolta di coloratissime maglie, donate dalle più grandi squadre di serie A (Milan, Inter, Juventus, Fiorentina, Lazio…) alcune delle quali autografate dai calciatori che le hanno indossate.
È l’eccezionale collezione di casacche dei campioni che darà vita all’asta i cui proventi andranno a favore del nuovo ospedale che Stella Maris sta realizzando nell’area di Cisanello per ospitare i piccoli (grandi) campioni in cura presso l’istituto. La collezione di maglie, raccolta con amore da Alessandro Birindelli, indimenticabile difensore della Juventus e amico di Stella Maris, saranno il fulcro dell’evento solidale promosso da Stella Maris e Confcommercio con il patrocinio del Comune di Pisa.
A presentare l’iniziativa che si terrà sabato 11 febbraio alle ore 20 presso l’Agriturismo Zara, via del Viadotto 8 a Pisa, sono stati Giuliano Maffei, Presidente della Fondazione Stella Maris, Salvatore Sanzo, Assessore allo Sport del Comune di Pisa, un esponente di Confcommercio di Pisa e Alessandro Birindelli, i quali hanno sottolineato l’importanza dell’evento solidale per il suo obiettivo benefico a favore di una struttura da sempre a supporto dei bambini e degli adolescenti con gravi malattie neurologiche e psichiatriche.

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SAN MINIAITO - Il terzo del ciclo di incontri sul Medioriente promosso dalla Libreria al Seminario, la Pietra d’Angolo, l’Ufficio comunicazioni sociali e l’Ufficio per l’Ecumenismo e il dialogo interreligioso, la Caritas diocesana, il Serra club di San Miniato, e il circolo La Croce sez. Valdegola, svoltosi venerdì 17 gennaio presso l’aula magna del seminario diocesano, ha visto la testimonianza di mons. Hanna Alwan, vicario patriarcale degli affari giuridici della Chiesa maronita, riguardo “i rapporti tra cristiani e musulmani nel modello multi confessionale libanese”.
Dopo un’introduzione di mons. Andrea Migliavacca, che ha fatto gli onori di casa, la discussione si è concentrata su molti aspetti della questione: da quello storico a quello religioso, da quello giuridico a quello riguardante il fenomeno migratorio. Per capire la situazione libanese non si può prescindere da un dato giuridico rilevante: il modello costituzionale libanese è sostenuto da un patto d’onore: “il presidente della repubblica deve essere maronita, il presidente del consiglio deve essere sunnita e quello della camera dei deputati deve essere sciita”. Il parlamento è, poi, suddiviso equamente tra deputati cristiani e deputati musulmani. Il generale dell’esercito deve essere maronita e quello della polizia sunnita.
Ma è un principio della Costituzione quello che più ci fa riflettere: “l’art. 9 garantisce la libertà a tutte le confessioni religiose che siano cristiane o musulmane, la libertà di culto e delle manifestazioni della fede”.
Le leggi si strutturano, poi, secondo questo principio: per le materie di carattere personale o religioso – matrimonio, filiazione, famiglia – decidono i tribunali cristiani o musulmani mentre per quanto riguarda le altre materie civili, il diritto penale ed il commercio, queste sono comuni a tutti.

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SAN MINIATO - Il prossimo 13 gennaio avrà luogo il terzo incontro di approfondimento del ciclo "Costruire la pace è possibile", nel quale mons. Hanna Alwan, parlerà dei "Rapporti tra Cristiani e Musulmani nel modello multeconfessionale libanese.

L'incontro, introdotto dal Vescovo Andrea Migliavacca, si terrà ne auditorium del seminario vescovile a partire dalle 21,15.

Mons. Alwan è Vicario Patriarcale per gli affari giuridici della Chiesa Maronita.

 

La liturgia di questa IV domenica di Avvento e le letture proclamate ci accompagnano in questo ultimo tratto di cammino verso il Natale, tra una settimana. La Parola di Dio sembra spronarci ad aprire il cuore, a fidarci, ad accorgerci che il Signore viene, si fa vicino, che è possibile l’incontro con Lui. La parola del Profeta Isaia che sprona il re Acaz a chiedere un segno quasi vuole accrescere in noi il desiderio di questo incontro, del riconoscere il Messia, il Salvatore. Il profeta suggerisce la preghiera e il desiderio: voglio vedere il Signore che viene; voglio incontrarlo. San Paolo nella lettera ai Romani, annunciando la Grazia, ricorda che si tratta di accogliere e portare una buona novella, una buona notizia. Egli ci sprona ad essere, come lui, portatori di buone notizie, annunciatori così del Natale.

Il Vangelo e il sogno di Giuseppe, raccontandoci la fatica di quest’uomo a comprendere il progetto di Dio, non smette di ascoltare, di cercarlo, di fidarsi, di mettersi in cammino per accogliere: “Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo”.

Si tratta allora di aprire gli occhi e comprendere veramente, desiderare ardentemente che il Signore venga e che sia possibile incontrarlo e accogliere la sua opera di bene, di vita, di salvezza.

Si tratta di desiderare, di accorgersi.

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STELLA MARIS - Dopo anni di attesa è arrivato il giorno della presentazione dell’ambizioso progetto di sviluppo per Stella Maris. «Il nuovo Ospedale - dice Giuliano Maffei, Presidente di Stella Maris – è il naturale sviluppo del pensiero e dello sguardo di Don Aladino Cheti e del Prof. Pietro Pfanner che, insieme agli altri co-fondatori di Stella Maris, hanno dedicato la loro vita all’assistenza e alla cura dei bambini, ma anche alla cura dell’Uomo in quanto non si può fare Scienza senza la Filosofia, la Cultura e la Spiritualità. L’idea ed il desiderio di costruire una nuova struttura ospedaliera che ci permetta di meglio studiare e curare le particolari malattie, si poggiano, infatti, sulla Ragione e sul Cuore, ossia su Scienza e Amore che sono stati gli ingredienti semplici, ma potenti, che i nostri fondatori hanno sempre utilizzato nel loro difficile lavoro quotidiano».
«Il trasferimento a Cisanello con la creazione del nuovo ospedale – afferma il Prof. Giovanni Cioni, ordinario di Neuropsichiatria infantile della Università e direttore scientifico della Fondazione – è indispensabile affinché la Stella Maris possa rispondere alle sfide sempre più complesse poste dalla cura dei bambini e degli adolescenti con gravissimi disturbi del neurosviluppo (situazioni di emergenza psichiatrica, gravi disturbi del movimento, epilessie farmacoresistenti, disturbi dello spettro autistico, e tanti altri). Per questo è fondamentale l’integrazione con il pronto soccorso pediatrico, le strutture di cura intensive e tutti i servizi del policlinico di Cisanello.
Il nuovo ospedale
Il nuovo Ospedale della Fondazione Stella Maris sorgerà a Cisanello, in un’area compresa tra via Cisanello e via Bargagna. La nuova struttura risponderà alle esigenze di maggiore comfort, migliorata sicurezza e tecnologia a favore dei bambini e degli adolescenti ricoverati. Verrà realizzato su un’area di terreno di 27.840 mq e si svilupperà inizialmente su una superficie complessiva di circa 9.500 mq. L’edificio si inserirà dunque all’interno di un vero e proprio parco urbano, "Il parco della Stella Maris", e dialogherà in modo armonico con il futuro parco pubblico adiacente. Il parco della Stella Maris potrà essere utilizzato non solo dai bambini in cura presso l’ospedale, ma anche, attraverso l’utilizzo di un pass, essendo lo stesso chiuso al libero transito per ovvie ragioni di sicurezza, dalle famiglie pisane con figli svantaggiati o disabili affinché possano fruirne per il tempo libero. Il costo complessivo dell’opera sarà di circa 21 milioni, (4 milioni euro per l’acquisto dell’area di terreno di Cisanello da Provincia, Comune e privati). Il resto della grande area a verde di Via Bargagna, per una superficie complessiva di circa 10 ettari, sarà invece parco urbano aperto a tutta la cittadinanza.

L’idea e la forma
I fruitori del nuovo ospedale sono i bambini. E’ questo il punto di avvio del progetto degli studi Heliopolis 21 e Technè: un edificio che come un girotondo si sviluppa leggero, un veliero bianco dalle linee morbide sul quale il bambino attraversa sicuro la malattia, le cui vele sono richiamate idealmente dagli elementi in materiale leggero, quasi un tessuto, che "avvolgono" le superfici vetrate. La forma dell’edificio ricorda anche la tenda come luogo dello spirito, richiamo alle chiese di Giovanni Michelucci, mentre dal punto di vista planimetrico è ispirata all’abbraccio della madre Maria al Gesù deposto della Pietà di Michelangelo. Grande è stato l’impegno per rendere il nuovo ospedale compatto, così da facilitare la distribuzione delle funzioni e l’ottimizzazione degli spazi di lavoro. La forma scelta dai progettisti permette inoltre di ridurre l’impatto del sistema ospedaliero, un’architettura dinamica per la forma e le finiture esterne, come il vetro che cinge linearmente i corpi allungati e le "palpebre" di ETFE bianco. Una struttura che si inserisce con armonia nel verde che lo circonda.
Sviluppo del progetto. Il nuovo complesso ospedaliero sarà costituito da un edificio principale su da quattro livelli di vita. Una Hall accogliente e calda sarà il punto centrale, il biglietto da visita emotivo e percettivo per accompagnare pazienti e visitatori nel percorso in ospedale.
Al piano terra saranno allocati la radiodiagnostica (Risonanza magnetica), l’EEG, i grandi laboratori di medicina molecolare, la riabilitazione con la piscina riabilitativa, oltre alla mensa e gli spazi di servizio. Al primo piano troveranno spazio l’accettazione, laboratori medici, gli spazi per la didattica, l’amministrazione, l’Agorà e un Cappella, oltre a una grande terrazza esterna.
Il secondo piano ospiterà le direzioni, il settore psicoeducativo, quello psicologico, il settore medi-co, il settore di valutazione funzionale motoria e logopedia, oltre ad ampi spazi gioco distinti per fasce di età.
Al terzo piano si troveranno gli spazi di degenza ordinaria e di soggiorno, il Clinical Trial Center, altri spazi per ambulatori e riabilitazione.


I tempi
Con la selezione del progetto, scatta la consegna del progetto definitivo. La posa della prima pietra di quello che sarà il nuovo ospedale di Stella Maris è prevista entro l’estate. Per la realizzazione completa del nuovo complesso ospedaliero si stimano circa tre anni.

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DALLA DIOCESI - Uno straordinario traguardo per la Fondazione Stella Maris, l’istituto nato a San Miniato negli anni ’50, dal cuore e dall’intelligenza di don Aladino Cheti, che oggi è annoverato tra i più all’avanguardia nella cura di bambini e adolescenti affetti da patologie neuropsichiatriche. Alle sedi di Calambrone, San Miniato e Fauglia si va ad aggiungere il nuovo Ospedale Stella Maris di Cisanello, a due passi dal Nosocomio pisano. La struttura è stata costruita in modo da inserirsi armonicamente nel contesto del parco che la cinge. La cotruzione utilizzzare modrene concenzioni) costruttive, come l’utilizzo dell’EFTE, quasi un tessuto, riciclabile, ignifugo, estremamente resistente, trasparente, con un peso 99 volte inferiore a quello del vetro, che rivestirà il complesso architettonico svolgendo la duplice funzione di rifrazione della luce (naturale e artificiale) e di ombreggiamento. Una struttura leggermente rialzata, che proprio grazie a questo tessuto particolare ricorda un veliero bianco, il viaggio del bambino nella cura, e la tenda così cara a Michelucci, simbolo di accoglienza e solidarietà, che si apre al bambino, all’adolescente e alla sua famiglia.
A presentare la costruzione mons. Andrea Migliavacca, Vescovo di San Miniato, Marco Filippeschi, Sindaco di Pisa, insieme ai vertici di Stella Maris: Giuliano Maffei, Presidente, Roberto Cutajar, Direttore Generale, Giovanni Cioni, Direttore scientifico. Con loro i progettisti: gli architetti Nico Panizzi, Gian Luigi Melis, Ilaria Fruzzetti di Heliopolis 21 e l’ingegnere Massimo Bottega dello Studio Technè.

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