4VescovoSindaciPace3

DALLA DIOCESI - «Migranti e rifugiati: uomini e donne in cerca di pace»: questo il titolo del messaggio di Sua Santità Francesco per la celebrazione della cinquantunesima Giornata mondiale della Pace di lunedì 1 gennaio. Il vescovo Andrea ha presentato e consegnato il testo della lettera domenica 7 gennaio, presso la "Sala del trono" in vescovado alle autorità amministrative, civili e militari che agiscono sul nostro territorio diocesano.

Si tratta di un messaggio che ha permesso di fare il punto della situazione riguardo all'impegno di costruzione della pace in un mondo così diviso e martoriato.
Lo scenario mondiale che descrive la lettera del Papa, infatti, è «particolarmente preoccupante». Preoccupazione che risuona anche nelle parole del vescovo Andrea: osserviamo «la superpotenza americana che, con la presidenza Trump svolge un ruolo diverso da quello a cui eravamo abituati, mentre la Corea del Nord mette in atto test missilistici e nucleari, utilizzando parole non certo di pace; il terrorismo internazionale semina morte e preoccupazione in tutto l'Occidente; la questione israelo-palestinese conosce nuove dinamiche che non vanno nella direzione della costruzione della pace; mentre in Africa si registrano ancora conflitti spesso non rilevati dalla stampa; il Vecchio Continente conosce poi il ritorno di nazionalismi che sono per disgregare il cammino di unione che appartiene al progetto europeo».
Al netto di queste considerazioni, resta forte e urgente l'appello ai governanti per "accogliere, promuovere, proteggere e integrare". Chi farà propri questi principi «trasformerà in cantieri di pace le nostre città, spesso divise e polarizzate da conflitti che riguardano proprio la presenza di migranti e rifugiati».
L’accoglienza ci permette di cogliere delle opportunità in realtà travagliata. Il Vescovo ha, per esempio, ricordato come «la presenza degli immigrati sul territorio italiano significhi alcuni punti del Pil in più».
Tre allora sono gli stimoli che, secondo mons. Migliavacca, devono essere raccolti: «In primis si richiede che le varie istituzioni si impegnino in una politica dell’accoglienza: a tal fine è necessaria informazione, studio delle situazioni e l'accogliere totalmente i quattro passaggi proposti dal Papa e ricordati poco sopra (accogliere, promuovere, proteggere, integrare)». In secondo luogo, emerge un dato di fatto: l’Italia è uno dei maggiori produttori ed esportatori di armi. Il vescovo è stato chiaro: «Credo che alla nostra politica italiana si debba chiedere di contrastare questa produzione e questo commercio». Da ultimo - riguardo al passaggio sull'integrazione - Mons. Andrea ha sottolineato l'importanza di «interrogarsi sullo statuto giuridico di chi nasce già in Italia e di chi vive già un’esperienza italiana e nazionale».
A conclusione della presentazione del messaggio papale è arrivato un invito specifico: mercoledì 11 aprile a San Romano, la nostra diocesi ha invitato a parlare mons. Gian Carlo Perego, vescovo di Ferrara, che è stato fino a pochi mesi fa presidente della fondazione Migrantes in Italia: «Ci fornirà informazioni preziose, stimolando in questo modo la nostra comunità». A conclusione dell'incontro, il nostro vescovo ha ringraziato i militari e gli amministratori presenti, sottolineando la preziosa collaborazione che a livello locale si è instaurata con la diocesi nella gestione delle emergenze - in particolare per quanto riguarda l'accoglienza dei rifugiati - che si producono anche qui da noi a causa delle situazioni di conflitto planetario.