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DALLA DIOCESI - Nella sapiente architettura dell’anno liturgico, la quaresima presenta un serio e impegnativo itinerario di conversione, invitandoci ad un’ accurata riflessione sui temi più rilevanti e profondi della nostra esistenza. Prima di tutto, sulla nostra origine e sul nostro traguardo futuro.
Il tempo quaresimale si apre, infatti, col suggestivo ed austero rito delle ceneri per sottolineare che, secondo una prospettiva puramente umana, noi veniamo dalla polvere ed in polvere dovremo ritornare. Ma, alla luce della Parola di Dio, il rito vuole indicare la luminosa e consolante certezza che da Dio siamo stati plasmati e in Dio troveremo il nostro approdo definitivo. La nostra sorte non sarà, dunque, l’incenerimento e la corruzione, bensì la gioia ineffabile di una comunione eterna con Cristo Risorto, Signore della vita. Immersi come siamo in un clima che pone tra parentesi la dimensione religiosa e tende sempre più ad eclissare la relazione dell’uomo con Dio, la quaresima mette in guardia da questa pericolosa smemoratezza, chiamandoci ad un’attenta e approfondita meditazione sulla nostra dignità di figli di Dio.In secondo luogo, la Quaresima invita ad un cammino di liberazione dal male e dal peccato.

Portati come siamo alla trasgressione, all’arroganza, all’egoismo, all’indifferenza verso Dio e verso il prossimo, “abbiamo bisogno – come scrive Papa Francesco - di sentire in ogni Quaresima il grido dei profeti che alzano la voce e ci svegliano … Ciò avviene quando ascoltiamo la Parola di Dio e quando riceviamo i sacramenti”. Specialmente nel sacramento della Confessione possiamo assaporare la gioia della salvezza e del perdono, riconoscendo umilmente le nostre colpe e responsabilità. È vero che dobbiamo sempre lottare contro gli idoli seducenti e alienanti che spingono verso il peccato, tuttavia la Chiesa, nel tempo “forte” della Quaresima, chiede a ciascuno di noi il massimo impegno per una sincera conversione e un felice ritorno alla vita di grazia
In terzo luogo, la Quaresima invita a compiere opere di mortificazione e di carità fraterna in base a criteri di giustizia e di condivisione.
Già i profeti biblici ammonivano che il digiuno diventava autentico e fecondo quando era accompagnato dal
“dividere il pane con l’affamato, dall’introdurre in casa i poveri senza abitazione, dal vestire chi è nudo”. E Papa Francesco nel suo messaggio ricorda esplicitamente che “la quaresima è un tempo propizio per mostrare questo interesse all’altro ( povero e bisognoso ) come segno, anche piccolo, ma concreto, della nostra partecipazione alla comune umanità”.
Infine, come il Signore Gesù per quaranta giorni nel deserto ha combattuto e sconfitto il maligno, “principe della menzogna”, facendo lèva sulla Parola di Dio, così noi cristiani siamo particolarmente sollecitati in questo cammino verso la Pasqua a pregare più intensamente, a meditare con maggiore assiduità il Vangelo, a compiere opere di sincera penitenza e di vero rinnovamento spirituale.