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DALLA DIOCESI - Marco Griffini, insieme alla moglie Irene Bertuzzi, è il fondatore dell’Ai.Bi (Amici dei bambini) un’associazione costituita da famiglie adottive e affidatarie che dal 1983 si occupa dell’infanzia abbandonata. Una sua conferenza, ci ha aperto gli occhi su una materia, quella delle adozioni nazionali e internazionali, che per anni è stata circondata dall’indifferenza più assoluta.
In Italia, su oltre 5 milioni di coppie coniugate senza figli soltanto 3800 si avvicinano alle adozioni internazionali e solo 10.000 nazionali. Questo è dovuto al disinteresse delle istituzioni per il tema dei minori abbandonati, denuncia Griffini: “in Italia, per esempio, sappiamo quante sono le essenze erboree, sappiamo quanti sono i cani abbandonati, ma non sappiamo quanti sono oggi in Italia i minori che vivono fuori famiglia”. Nonostante ci sia già una legge, la 149/2000 che prevedeva l’istituzione di una banca dati dei bambini abbandonati e siano stati già stanziati 800.000 euro dal Ministero della Giustizia per mettere in rete i dati dei Tribunali dei minori, questo lavoro non è stato fatto e non sappiamo quanti siano i bambini adottabili.
Una delle cause del basso numero di adozioni internazionali è poi quella economico: adottare un bambino abbandonato straniero oggi è carissimo. Con 60/70 milioni di euro annui si potrebbe dare la gratuità alle famiglie adottive. Ma questi soldi non sono mai stati stanziati.
La legge italiana sulle adozioni, la 476/1998, prevede una gestione totalmente democratica dell’adozione internazionale. E’ prevista una commissione specifica composta da 23 membri con un presidente che è sempre stato il Ministro della Famiglia, o con delega alla Famiglia, un vice-presidente, un direttore generale e due dirigenti. Sta di fatto che negli ultimi due anni la commissione non si è mai riunita. I ruoli di presidente e vice-presidente sono stati assommati nello stesso soggetto (che quindi è il controllore di se stesso) e gli altri ruoli sono rimasti vacanti. Di fatto, conclude Griffini, da due anni siamo governati da una sola persona. Ultimamente è stata nominata presidente della Commissione per le adozioni la ministra Boschi. E’ un’anomalia, dato che la delega alla Famiglia è stata data a un altro ministro, Enrico Costa. Qualcuno dice che la nomina della Boschi esprima la volontà di portare in commissione il tema delle adozioni LGBT. Ma vogliamo essere positivi e leggere in questa nomina del braccio destro del Presidente del Consiglio un segnale d’attenzione al tema delle adozioni.
Infine, un’attenzione particolare dovrebbe essere riservata ai soggetti più deboli dell’emergenza profughi: i bambini che arrivano sui barconi.
Ad oggi si contano 2000 richieste di adozioni per questi bambini. Finora ne sono state portate a compimento soltanto 27. Evidentemente si preferisce tenere i bambini nei centri di prima accoglienza, dove però metà di loro sparisce nel nulla.