LECCETO - "La Chiesa è costituzionalmente sinodale”, alla luce di queste parole di papa Francesco, il clero della diocesi di San Miniato si è riunito per la tradizionale “due giorni” di riflessione, confronto e preghiera. Il vescovo Andrea ha convocato i sacerdoti e i diaconi sanminiatesi all’eremo di Lecceto (Malmantile) gli scorsi 30 e 31 maggio. Al centro della meditazione e della discussione il tema delle unità pastorali e del “camminare insieme”, la sinodalità appunto.

Ad introdurre la riflessione è stato invitato don Dario Vitali, docente di Ecclesiologia e direttore del Dipartimento di Teologia dell’Università Gregoriana. Nella sua relazione, don Vitali ha sottolineato la “mutua interiorità” fra Chiesa universale e Chiesa particolare o locale (la Diocesi). Non c’è una precedenza della prima rispetto alla seconda: si tratta di due facce della stessa moneta.
Come definito dalla Costituzione dogmatica Sacrosanctum Concilium al n. 42, la manifestazione precipua della Chiesa si ha quando il popolo si riunisce nella Cattedrale intorno all’unico Altare, con il Vescovo, che è principio di unità della Chiesa particolare, e il suo Presbiterio. In questa dimensione territoriale devono radicarsi anche quelle realtà che, per loro natura, hanno un respiro universale, come gli Ordini religiosi e i Movimenti ecclesiali, ognuno con il proprio dono e carisma da condividere.


La sinodalità è una grande sfida, ha sottolineato don Vitali. E il cammino sinodale parte dalla Chiesa particolare, come ha ricordato papa Francesco nel discorso per il 50° anniversario dell’istituzione del Sinodo dei Vescovi (17 ottobre 2015). Nella Diocesi, grazie agli organismi partecipativi, i Presbiteri, i Diaconi e i Laici collaborano col Vescovo per il bene di tutta la Chiesa. C’è poi un secondo livello di sinodalità, che riguarda le Province e Regioni ecclesiastiche e le Conferenze episcopali. Infine, c’è il livello della Chiesa universale. Sarebbe un errore ridurre tutto a quest’ultimo livello. La Chiesa sinodale è una Chiesa dell’ascolto, in cui i singoli membri e i corpi intermedi non vengono saltati o esautorati.
La sinodalità è anche la chiave per chiarire il punto più discusso della recente Esortazione Apostolica Amoris laetitia: quello sull’ammissione alla Comunione eucaristica di fedeli in situazione matrimoniale “irregolare”. Se leggiamo Lumen Gentium 16, col riferimento al “sacrario della coscienza”, è chiaro che l’unica via percorribile è quella del discernimento. Discernimento che è affidato al sacerdote confessore. Ma questi non è una mina vagante, è inserito in un Presbiterio. Il sacerdote, infatti, è ordinato a un Presibterio, non al presbiterato, e inserito in un organismo di comunione in cui si può trovare insieme una via adatta a questa sfida. Anche questa è sinodalità.