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L'articolo di questa settimana è il punto di partenza per un viaggio che «La Domenica»vuol compiere nel cuore del nostro comprensorio. Una terra di cui conosciamo bene le potenzialità e le ricchezze ma di cui si conoscono meno gli aspetti problematici. Faremo un viaggio - perché proprio di questo si tratta - tra i pochi chilometri che separano le «città del cuoio», nelle quali abitano contraddizioni e tematiche complesse che stanno crescendo così come la popolazione residente. In particolare racconteremo un certo «disagio», ovvero le diverse forme della solitudine. Sì, perché alla fine tutto si può ricondurre all’isolamento indotto da una cultura che solo apparentemente moltiplica le connessioni e le opportunità di comunicazione.
La solitudine dei nostri adolescenti, per i quali l’accesso ad alcool e sostanze stupefacenti sta diventando sempre più semplice, e in parte anche «sdoganato». Lo sballo sembra non trovare argine nemmeno nei piccoli centri e nei luoghi più protetti. La solitudine del rifugiato il cui unico contatto con la terra da cui proviene è lo smartphone, che diventa un bene prezioso e insostituibile. La solitudine della ragazza fuggita dalla tratta delle schiave del sesso che deve intraprendere un difficile percorso di ritorno alla vita e alla normalità. La solitudine del cliente che alimenta il giro della prostituzione, un disagio che crea altro disagio e sofferenza.
In un mondo dominato dalla necessità di vendere, proprio la solitudine del «cliente» è fondamentale per creare soggetti bisognosi di «acquistare» felicità. Tutti gli ambiti del disagio e le sacche di degrado che esistono alla fine riconducono a un senso di incompletezza e di solitudine da colmare con quelli che sono palliativi: dalla realtà virtuale, alle droghe, all’abuso di alcool, al sesso mercenario.
Siamo consapevoli che la risposta al pressante invito del Santo Padre a una «chiesa in uscita» passa anche attraverso la presa in carico di queste problematiche, che non riguardano solo il tema della carità o della evangelizzazione o dell’ attenzione alla povertà, ma toccano ambiti forse più strettamente legati alla vita politica che non a quella ecclesiale, e dove tuttavia la Chiesa può (e deve) essere presente.
Don Francesco Ricciarelli