oui per la vie

DALLA DIOCESI - Insieme per condividere: in queste parole il senso del primo dei sette incontri che si terranno in diverse località della diocesi sulla difficile situazione in Medioriente. L’evento si è svolto martedì 15 novembre a Castelfranco di Sotto presso l’oratorio di San Severo e ha visto la testimonianza di Padre Damiano Puccini, parroco di Damour (Libano) e presidente dell’associazione «Oui pour la Vie». Proprio la missione di quest’ultima, vista la presenza in Libano di centinaia di migliaia di profughi provenienti dalle zone colpite dalla guerra in Siria, in Iraq e nel Libano stesso, è chiara: «Al male che si riceve dobbiamo rispondere con il bene». Si tratta, infatti, di un’associazione fatta da ragazzi cristiani ed islamici che condividono questi ideali: «cercare di stare più vicino ai poveri»; vivere la povertà con loro; «rinunciare fino ad un terzo delle proprie cose». Si riscopre anche il valore del tempo tramite il semplice dono di un sorriso «che vuol dire non fare discorsi aggressivi ma condividere le proprie cose» come ad esempio un giocattolo tra bambini. «Nasce così l’attenzione del Cristianesimo verso i più piccoli, le donne, gli anziani, gli ammalati di tutti i gruppi». Ma non solo questo: «si chiede a questi profughi di venire con noi a visitare gli altri».

Alcuni episodi ci chiariscono meglio quest’idea di carità che si spiega con la calma, non con l’estremismo: «una signora che porta da mangiare a un anziano che faceva parte del gruppo di coloro che le avevano ucciso il marito; una ragazza che rinuncia ad un esame medico non urgente a pagamento per comprare le medicine a chi ne aveva bisogno; una signora che aveva un apparecchio radio, l’unica cosa vendibile, che decide di farlo per ringraziare del bene ricevuto». Questa carità, questa calma è un modo per vivere nell’emergenza i veri valori: alla persecuzione si può opporre soltanto il perdono. Ciò è alla base dell’ultimo progetto nato proprio durante il Giubileo della misericordia: l’idea di una cucina. «Ho chiesto – ha raccontato Padre Damiano – a tutte le persone di buona volontà un gesto per aiutare i poveri di tutte le appartenenze, di tutte le origini, di tutte le religioni». Il contributo più forte è arrivato da un cuoco in pensione del casinò di Libon. Attratto da questo sistema ha avvicinato padre Damiano e ha detto: «Padre, io quest’ultima parte della mia vita la voglio usare per fare del bene». È iniziata, così, una collaborazione che è continuata con sua moglie e sua nipote quando lui, improvvisamente, è venuto a mancare. Vivere il Cristianesimo in questa guerra può, allora, aiutare tutti e incoraggia a non vergognarci dei nostri valori per poter anche noi dare il nostro contributo aiutando chi ha bisogno. Chi vuole maggiori informazioni e aiutare l’opera di Padre Damiano può iscriversi alla newsletter: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. . I