Faugliachiesa

FAUGLIA - Sulle ridenti colline pisane si erge, ricco di storia, sede di numerose splendide ville del ’700 e dell’800, capoluogo di comune, Fauglia.
Tra queste monumentali costruzioni, quasi tutte centri di fattorie allora redditizie ed importanti sul piano economico ed occupazionale, nel centro storico del paese, spicca nella sua imponenza strutturale la chiesa di S. Lorenzo Martire, per la cui realizzazione nella metà dell’800 tanto si prodigò l’allora parroco don Paolo Mori.
Fauglia era in quel periodo storico una fiorente parrocchia molto impegnativa sul piano pastorale ed amministrativo, tanto da richiedere ai sacerdoti una preparazione adeguata dopo aver superato un esame specifico per poter essere eletti parroci, come mi fu enunciato in una conversazione da don Luciano Marrucci.

Un aspetto significativo ed incisivo per evidenziare questo ruolo così culturalmente approfondito contribuì la creazione di un convento per le Figlie del Crocifisso, struttura adiacente alla Chiesa, concepito per servire la popolazione, soprattutto i bambini e i giovani delle famiglie più povere e bisognose.
Interessante, nella emotività, la sua storia, nel ricordare il susseguirsi degli eventi procedurali per la fondazione e la sua tenuta in vita sempre seguita con attenzione dal Vescovo il beato Pio Alberto Del Corona.
È rilevante conoscere, riproponendolo nelle sue linee generali, il suo iter storico, arricchito da ricordi che ancora oggi sono vivi negli occhi e nei cuori di molti abitanti non solo di Fauglia ma anche dei paesi limitrofi.
Fu il parroco don Paolo Mori a scrivere nell’anno 1879 alla Superiora delle Figlie del Crocifisso affinché valutasse la possibilità di inviare alcune religiose a Fauglia per l’educazione dei ragazzi, la formazione spirituale e supportare i bisogni e le necessità del popolo in special modo per le persone più povere e bisognose.
La Superiora accordò ed il 15 gennaio 1880 si tenne l’apertura della nuova comunità che si nominò: «Istituto di Nostra Donna del Soccorso».
Ci fu una gara tra la popolazione a provvedere le Religiose di tutto il necessario.
Il Vescovo di San Miniato, oggi beato, mons. Pio Alberto Del Corona si rallegrò ed assicurò paterna attenzione.
La casa però non risultava idonea per tutta l’opera intrapresa.
La madre superiora Sr. M. Virginia Bernardini iniziò i lavori di ampliamento e con zelo e tenacia riuscì a trovare le risorse finanziarie necessarie chiedendo aiuto diretto al Papa, attraverso Vescovi ed il cardinale Consolini.
L’opera si ingrandì notevolmente e la Comunità di Fauglia rappresentò in quegli anni la parte più viva ed attiva della Congregazione, divenendo punto di formazione per le suore stesse.
A Fauglia le suore crocifissine gestivano due diverse realtà sociali: asilo per bambini ed istituto di accoglienza per bambini orfani o provenienti da famiglie bisognose.
Le risorse economiche non bastavano per il fabbisogno finanziario per l’acquisto del cibo e degli abiti, e le suore con molta umiltà si dedicavano alla cerca, stando fuori dall’istituto anche 15 giorni e grande era «l’attesa del loro ritorno» con la speranza che portassero provviste sufficienti per i nostri ragazzi.
Sr. Cesaria commenta: «Abbiamo lavorato tanto per loro. La nostra vita l’abbiamo donata con grande gioia per la felicità di questi bambini».
Chi non ricorda il passo cadenzato delle due suore crocifissine che percorrevano le nostre strade bussando alle porte delle case chiedendo con il sorriso sulle labbra aiuto per i loro bambini?
Era una gara di solidarietà donare col cuore qualcosa!
Ero piccolo ma già cosciente di capire il loro gesto e di sorridere quando i miei nonni depositavano in quella grande sacca qualche denaro e cibo.
Ricordo sempre la frase di mia nonna, dopo aver elargito quello che poteva: «Il buon Dio conservi in salute queste due brave suorine».
Mentre questa comunità di soccorso si impegnava in modo solerte ed attivo, la mancanza di vocazioni religiose si fece sentire pesantemente tanto da indurre la Superiora Generale a prendere l’amara decisione di chiudere la casa di Fauglia ed il 10 settembre 1981 si chiuse il portone lasciando un grande vuoto nel paese.
Il 19 marzo 1991 però il portone si è riaperto con un altro progetto: «Casa di Riposo parrocchiale Madonna del Soccorso della Parrocchia S. Lorenzo Martire in Fauglia», voluta dal parroco don Ostilio Marzocchi, supportato dal vescovo mons. Edoardo Ricci, con l’apporto dei coniugi Renzo ed Alberta Tognetti, sostenuto dall’aiuto economico dei benefattori dei coniugi Adolfo e Dina Signorini.
Successivamente col consenso del vescovo Tardelli, successore di monsignor Ricci, questa opera parrocchiale venne eretta in Fondazione «Madonna del Soccorso» Onlus ai sensi del can. 1303.
È presieduta dall’amministratore diocesano mons. Morello Morelli, con il direttore avv. Novi Riccardo.
Anche la struttura, residenza sanitaria assistenziale (RSA) «Madonna del Rosario» di Orentano passa sotto questa Fondazione, costituendo un importante sussidio di aiuto verso gli anziani e coprendo un bacino di utenza molto esteso, non solo nel comune di Fauglia e limitrofi ma anche dalla Valdera all’area pisana, da Firenze, Empoli e dal Valdarno per finire alla Piana di Lucca.
Per adeguarsi alle esigenze del territorio la Fondazione punta tutto su un grande intervento di ampliamento della residenza di Orentano con l’obiettivo ambizioso di ospitare circa 40 nuovi ospiti in più, il doppio dell’attuale, che passerà da 32 a 75 posti con l’assunzione di altri 25 dipendenti.
È un grande e gravoso impegno!
La cerca delle due umili suorine non potrebbe essere sufficiente oggi. Vi sono però attivi, nel nostro tempo, altri mezzi, come la donazione del 5 per mille (C.F. della Fondazione: 90046290509). Se faremo col cuore un regalo ai nostri vecchietti, chissà che non si riveli, in progresso di tempo, anche un regalo per noi stessi... Tempus fugit.