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CRESPINA - In un clima di profonda solidarietà e familiarità, don Luca Carloni si è presentato come sacerdote alla sua gente nelle tre parrocchie di Crespina, Tripalle e Cenaia.

È stato applaudito, stretto da abbracci fraterni, incoraggiato dal sorriso di molta gente che lo ha visto bambino giocare in pantaloncini corti nelle piazze di questi paesi e di Santo Pietro, suo paese natio.

Significativa la frase che il parroco padre Ivan ha coniato per questa vocazione sacerdotale: il Buon Dio ha chiamato Luca al sacerdozio in un territorio in cui sembra che la fede abbia perso quel significato profondo con cui guidava un’intera comunità. Ha voluto ricordarci con il sacerdozio di don Luca la sua presenza e richiamarci ad essere ancora attenti e numerosi testimoni della sua Parola con speranza e fiducia.
Sono temi questi ripresi da don Luca nella sua omelia: «Cristo per tutti è il centro della nostra vita, è guida nel nostro cammino terreno, è autentico obiettivo finale del nostro vivere. Il volere divino supera ogni volontà e tendenza al disegno umano che ciascuno cerca di disegnarlo per la propria vita ed appare tangibile nel momento e nel luogo meno inaspettati».
Emozionanti e sentite sono state le sue tre omelie, ma il vero, il più genuino effetto emotivo della sua gente è stato quello di vederlo in mezzo all’altare, consacrare il pane ed il vino, elevare il corpo ed il sangue di Cristo, meditare quindi sul grande mistero della Santa Messa.
È il punto più alto e più nobile della missione sacerdotale, poiché il sacerdote "agisce nella Persona di Cristo Capo e a nome della Chiesa".
In questa visione umana, ma di essenza sacramentale, la figura di quel ragazzo, cresciuto in mezzo a tanti altri ragazzi, si innalza e si arricchisce, divenuto sacerdote, di un dono sacro: «Convertire tutta la sostanza del pane nella sostanza del Corpo di Cristo e tutta la sostanza del vino nella sostanza del suo Sangue. Questa conversione si attua nella preghiera eucaristica, mediante l’efficacia della parola di Cristo e dell’azione dello Spirito Santo». (Catechismo della Chiesa cattolica).
Quale altro dono più grande un giovane può sperare?
«Senza l’Eucarestia non ci sarebbe più Cristianesimo. Gesù presente nell’Eucarestia è la nostra vita, la vita di tutta la Chiesa» (don Divo Barsotti).
Un grande applauso è sorto spontaneo quando al termine della Messa don Luca ha ricordato, ringraziandoli, padre Lorenzo e don Marco Pupeschi per la loro attenzione prestatagli durante il suo cammino vocazionale.
La celebrazione della sua solenne prima Messa ha coinciso con la ricorrenza nazionale del 4 novembre, festa dell’Unità d’Italia, in cui si ricordano i caduti di tutte le guerre.
Nella presentazione dei doni all’offertorio, l’Associazione Combattenti e Reduci, ancora viva ed attiva nel comune, gli ha offerto una stola bianca in segno di affetto, di stima e di fiducia per la sua alta missione di prete.
In questo termine più umano, più impegnativo sul piano sociale e pastorale, è racchiuso l’augurio con il quale questa Associazione ha desiderato esprimere la sua intenzione che don Luca viva sempre in mezzo al popolo, lavori con il popolo e si impegni per il popolo tutto, accompagnato dall’aiuto del Buon Dio e che la sua opera sia sempre al servizio della pace e per la pace nella libertà.