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SAN ROMANO - Nel pomeriggio di domenica 12 novembre, presso il convento dei frati di San Romano, si è tenuto un incontro organizzato dall’Ufficio per la pastorale familiare della diocesi di San Miniato, nell’ambito del ciclo di incontri programmati per l’anno pastorale 2017-2018. L’incontro aveva come relatore mons. Mario Meini, vescovo di Fiesole e delegato per la Conferenza Episcopale toscana alla famiglia,

il quale ha riflettuto insieme agli intervenuti sulle prospettive pastorali scaturenti dal capitolo terzo della esortazione apostolica di Papa Francesco, Amoris Laetitia, “Lo sguardo rivolto a Gesù – La vocazione della famiglia”. Calorosa l’accoglienza ed il saluto del nostro vescovo Andrea, e di padre Valentino Ghiglia che ha fatto gli onori di casa a nome dei frati di San Romano. Mons. Meini ha quindi introdotto i lavori con una considerazione ed una domanda: dal momento che il capitolo terzo dell’Amoris Laetitia contiene una sintesi di tutto l’insegnamento del Magistero sulla famiglia, che cosa ha voluto suggerire Papa Francesco agli operatori pastorali, ed alla famiglia stessa, in relazione alle sfide che la attendono nel mondo di oggi?

E’ necessario ripartire dalla prospettiva del Vangelo – ha detto mons. Meini -  che deve tornare ad occupare il primo posto: l’annuncio del Vangelo davanti alle famiglie ed in mezzo ad esse rimane decisivo per la crescita di una autentica famiglia cristiana.

E’ possibile cogliere il mistero della famiglia soltanto partendo dal messaggio di amore e di tenerezza del  Vangelo e da Cristo: Cristo vivente è presente nelle storie di amore quotidiano delle famiglie e si manifesta al mondo, in primis, attraverso i coniugi che si amano. Punto di partenza di tutta la storia cristiana è l’incarnazione del Verbo, a Nazareth, nel grembo di Maria. Dio stesso scende in una famiglia vera, concreta, ricca di amore, problemi e timori, mostrando a tutto il mondo il vero segreto del Natale: ogni famiglia che si ama rende presente Gesù, è l’immagine di un vero presepe in casa. L’alleanza di amore e verità della famiglia di Nazareth, illumina tutte le famiglie del mondo: Gesù è l’esempio, perché vive la vita quotidiana nella propria famiglia, secondo le dinamiche umane e sociali, e va a cercare ed incontrare tante altre famiglie, anche difficili, anche in situazioni particolari; si immerge nelle sofferenze  e nei tormenti delle persone, portando gioia e serenità a coloro che lo accolgono. L’indissolubilità del matrimonio, ha sottolineato Mons. Meini, fonda il dinamismo dell’impegno e della responsabilità, è un dono che Dio fa agli sposi, attraverso il sacramento, da accogliere e far crescere giorno per giorno con l’aiuto dello Spirito Santo, e non un giogo o una regola imposta dalla Chiesa agli sposi. Nella promessa matrimoniale, marito e moglie si promettono l’indissolubilità del matrimonio con l’aiuto di Dio e la sua grazia, da accogliere giorno per giorno, nei gesti di amore quotidiani, a partire dalle piccole cose e dalla condivisione. Ecco che allora nel sacramento del matrimonio l’essenziale è l’amore che gli sposi devono coltivare come un richiamo permanente per il mondo all’amore di Dio, che arriva a morire sulla croce per amore degli uomini: il matrimonio cristiano rende presente Cristo in ogni casa, nei volti degli sposi. Mons. Meini ha concluso l’intervento rifacendosi all’ultima parte del capitolo terzo della Amoris Laetitia e ponendo l’attenzione sulla considerazione che in ogni uomo ci sono i germi del Verbo, i semi di Dio creatore, perché in ogni persona, anche se non credente, c’è qualcosa di Cristo: così in ogni storia di amore umana, in ogni coppia c’è sempre il segno di Dio; il vero segreto è guardare alle storie d’amore con lo sguardo di tenerezza e di comprensione di Cristo. Il suggerimento che Mons. Meini ha dato ai partecipanti è di lavorare nelle comunità con costanza ed entusiasmo per accrescere la cura pastorale, rivolgendosi con amore a tutti coloro che, anche in situazioni difficili, di sofferenza, di instabilità, si accostano alla Chiesa per un qualsiasi motivo. Queste persone devono sentirsi accolte e coinvolte dalle comunità, con la cura e l’attenzione del buon pastore, affinché possano mettersi in cammino di fede e di crescita insieme alla stessa comunità cristiana. Accoglienza, premura, amore verso tutti, devono diventare una “rete di stile” vivente nelle comunità cristiane: tornando all’inizio dell’intervento, questo è il suggerimento più accorato di Papa Francesco ai credenti.

L’incontro si è chiuso con un dibattito vivace e partecipato tra i numerosi presenti ed il relatore, che con sagacia e vivacità ha risposto ad alcune domande.