Festa solidarietà

CASTELDELBOSCO - Anna e Valeriano sono genitori speciali e hanno dei figli speciali, ma Vincenzo è il figlio più speciale, come lo sono i ragazzi diversamente abili. E che cosa non farebbero dei genitori appassionati e meravigliosi per il loro figlio? Tutto, potremmo dire. Infatti prendendo spunto da un’esperienza simile, hanno inventato il Vince Fest, un evento bellissimo realizzato negli spazi esterni intorno alla chiesa di Casteldelbosco che ha coinvolto un paese intero.

Un evento per parlare della solidarietà e dell’accettazione del diverso, del malato, del disabile, sia fisico che psichico, ma anche dei pregiudizi, dell’indifferenza e della paura della gente che spesso tende a dividere il mondo fra sani, perfetti e vincenti e malati, imperfetti e perdenti. La festa che si è svolta lo scorso sabato nella parrocchia di San Brunone aveva lo scopo di scuotere le coscienze di chi, spinto da curiosità, è venuto ad ascoltare e che con l’occasione ha scoperto che le cose si possono guardare anche da altri punti di vista, ha ascoltato le testimonianze di educatori, insegnanti e psicologi che hanno appassionato la platea, facendo così tremare alcune certezze consolidate con il tempo e facendo intravedere nuove possibilità: la disabilità di qualunque tipo può essere in molti contesti come la scuola, il mondo del lavoro e dell’arte, non un peso, bensì una risorsa. Segno distintivo di coloro che hanno lavorato alla realizzazione della festa è stata una maglietta azzurra con la scritta: Vince Fest che tutti hanno indossato. La festa è iniziata con una Santa Messa speciale, officiata da padre Valentino, frate francescano e parroco della parrocchia la Madonna di San Romano, dato che il parroco di Casteldelbosco, don Emanuele, non era riuscito a rientrare in tempo dall’Africa. Una Messa a tema con le preghiere per i disabili e per i sofferenti, dove è stato amministrato l’importantissimo Sacramento dell’Unzione dei malati. Subito dopo, dietro la chiesa, in un bellissimo spazio verde, vari professionisti sono saliti su un palco che era stato allestito per l’occasione e sono stati presentati e intervistati. Infatti dopo che babbo Valeriano ha raccontato come era nata l’idea di organizzare la festa e il sindaco Giovanni Capecchi ha portato il saluto dell’amministrazione esprimendo tutta la sua solidarietà per l’iniziativa, gli esperti si sono avvicendati per portare la loro testimonianza. Ha parlato l’insegnante di sostegno di Vincenzo, Noa Benvenuti che con amore e passione accompagna tutti i ragazzi speciali che le vengono affidati, Martina Tana del centro terapeutico «Il Principe e la volpe», poi è stata la volta di Enrico Savini educatore, presidente della cooperativa La Ruzzola. Subito dopo Gian Luca Drago, allenatore della squadra di nuoto Asd Acqua Team, che ha parlato di ragazzi disabili che hanno vinto campionati di nuoto rendendo felicissimi i genitori. Altro intervento quello di Chiara Ghelardi dell’associazione Autismo Pisa e Valdera che ha raccontato i progressi e le iniziative fatte per aiutare i bambini autistici. Un altro racconto che ha catalizzato l’attenzione della platea è stato quello di Laura Capantini, psicologa e presidente della cooperativa sociale Casa Ilaria, in memoria di suor Ilaria, missionaria pontaderese. La cooperativa sta creando un luogo aperto a tutti indistintamente e insieme all’associazione autismo sta organizzando corsi di formazione per un inserimento lavorativo dei ragazzi diversamente abili. Penultimo a intervenire Padre Valentino che ha parlato della bellezza dello stare vicino alle persone che permette di scoprire tesori nascosti che sono dentro ogni individuo. L’ultimo a intervenire è sempre l’ospite più importante, come lo è una madre per un figlio. Mamma Anna ha raccontato ad un pubblico commosso, la storia del suo figlio speciale, dalla scoperta della malattia attraverso un percorso difficile che lo ha portato a progredire nel suo cammino. Dal piccolo palcoscenico sono scesi gli ospiti del dibattito e sono saliti subito dopo i vari gruppi artistici: musicisti, solisti, ballerini e cori. Il tutto mentre le persone consumavano la cena semplice ma gustosissima, cucinata da cuochi volontari, con piatti espressi e preparati al momento che l’avventore lo richiedeva: pastasciutta, hamburger, hot dog, patate fritte, bibite, caffè e gelato. Per primo si è esibito Blu Confine, equipe musicale nata da un gruppo di preghiera fra appassionati di musica e diretto dal musicista Andrea Lucchesi. Brando Delaiti è un ragazzo autistico ed è un piccolo genio della musica, ha 13 anni e suona sassofono, chitarra e pianoforte. Ha vinto una borsa di studio e vari premi musicali fra cui il San Genesio festival, sabato sera ha deliziato le circa 200 persone che lo ascoltavano con attenzione suonando il sassofono. Daniela e Massimiliano sono due ragazzi down che frequentano il centro diurno il Mulino di Ponte a Egola dove esiste un laboratorio di teatro. Sabato scorso si sono esibiti in un tango argentino appassionante, con tanto di rosa rossa in bocca e con i costumi tipici, neanche a dirlo, il pubblico non staccava gli occhi ammirati dai due provetti ballerini. Poi la compagnia de I Trovatori ha cantato la bellissima canzone di Pisticchi"Ti regalerò una rosa"brano dove si racconta il dramma di tanti malati di mente, anime dimenticate in varie strutture psichiatriche. Si è poi esibito il gruppo delle famiglie francescane che ha coinvolto tutti in balli e canti e infine «Sogni di Carta», spettacolo creativo messo su da un piccolo gruppo teatrale molto promettente.

Il ricavato della cena, verrà devoluto per la realizzazione dell’oratorio della parrocchia di San Brunone.
Tantissime persone hanno lavorato in perfetta armonia per la realizzazione di questa serata speciale, dedicata ai ragazzi speciali, con passione e dedizione, dovremmo scrivere l’elenco dei nomi di tutti, ovviamente non possiamo, ma possiamo dire che sono state delle persone molto, ma molto speciali per tutte le loro qualità e i loro talenti che hanno messo a disposizione degli altri.

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