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SAN MINIATO - Sabato 21 Marzo a San Miniato nei locali di Palazzo Grifoni si è tenuto un importantissimo convegno dal titolo: “Dove va la genetica?”, organizzato dall’ Associazione Medici Cattolici Italiani con l’aiuto della Fondazione Carismi e dell’Azienda usl 11 di Empoli.
A portare i saluti della diocesi l’amministratore mons. Morello Morelli che ha ricordato i preparativi del vescovo Tardelli in ordine a quest’evento e ha fatto un auspicio ai presenti: «voi che siete operatori nel campo medico, sappiate portare ai pazienti lo spirito del Buon Samaritano: conciliate esperienza scientifica e umiltà d’animo».
Nell’introduzione la nozione di Genetica è stata riportata dal dott. Sergio De Cesaris, presidente Amci a San Miniato e promotore dell’evento: la Genetica è la materia che studia i geni, responsabili di tutte le attività degli esseri viventi al fine di poter intervenire su di essi, manipolandoli. I risvolti giuridici, deontologici, ed etici sono per ciò notevoli.


Come afferma, per esempio, Edoardo Boncinelli, professore di biologia e genetica dell’Università vita salute di Milano: «Esiste un metodo che consente di modificare il genoma di animali e piante. E per quanto riguarda l’uomo? Qualcuno in realtà potrebbe approfittare della ricerca per giocare con la legge di natura».
La questione viene ribadita dal dott. Stefano Giannoni, vicepresidente Amci San Miniato: «Non sempre la soluzione di malattie ha portato ad un rispetto della vita dell’uomo: basti pensare alla manipolazione genetica dell’embrione». «Come Giovanni Paolo II insegna “la vita è sacra”; dunque non tutto ciò che è possibile fare è lecito fare».
Siamo in un periodo in cui “tutti sono convinti che fare l’esame del Dna e i test genetici in primis renda tutti immortali”. Questo è stato il monito della dottoressa Sabrina Rita Giglio, che ha sottolineato che «il Dna non si cambia con la parola. È un messaggio di Dio. Quindi non abusiamone».
Don Andrea pio Cristiani, consulente spirituale dell’Amci, si è poi soffermato su un punto: «In realtà Dio ha reso l’uomo libero di amare, ma anche di odiare».
Ma di fronte al mistero della vita tutti devono interrogarsi: «in un minuscolo ovulino c’è l’intera esistenza voluta da Dio».
Più tecnico e più specifico è stato l’intervento sulle immunodeficienze tenuto da Mario d’Elios professore di Medicina interna all’università di Firenze.
Interessante, poi, è stato il piccolo dibattito innescato dalla relazione della dottoressa Claudia Clivi definitasi “un’intrusa” in quanto collaboratrice del Centro Italiano Sessualità e Fertilità, una banca del seme per le fecondazioni eterologhe. La nozione fondamentale riguarda la diagnosi pre-impianto e la possibilità di diagnosticare una malattia genetica dell’embrione prima dell’impianto. L’intervento del pubblico ha posto un quesito: perché non si pone attenzione all’ovulo e allo spermatozoo invece che all’embrione? Il fatto che si possa fare qualcosa non giustifica, tuttavia, il “poter giocare con la vita”.
Il Dott. Renato Colombai, Direttore Sanitario Usl 11 Empoli ha concluso i lavori ricordando un libretto, “Breve storia del verbo essere” di Andrea Moro: «il verbo essere ha sempre bisogno di un avverbio, un aggettivo, un sostantivo per essere compiuto”. In un mondo in cui tutti vogliono essere dobbiamo ricordare che in realtà soltanto Uno può dire: «Io sono».