vaccino-influenzale

SAN MINIATO - Gli aspetti etici delle vaccinazioni”: è stato questo il titolo dell’importante convegno organizzato sabato 16 aprile dall’associazione medici cattolici e promosso dal suo presidente dott. Sergio de Cesaris. Il convegno ha riguardato sia i rilevanti e delicati aspetti connessi alle vaccinazioni in generale, sia quelli legati alla vaccinazione da meningococco, cioè la meningite.
Le relazioni sono state varie e particolareggiate come quella del prof. Marco Milco d’Elios su come funzionano i vaccini, quella del prof. Stefano Giannoni sull’etica delle vaccinazioni, quella del dott. Gabriele Mazzoni sul caso della meningite, quella del dott. Paolo Filidei e l’intervento della prof.ssa Luisa Galli e quello della dott.ssa Alessandra Turchetti. Tutte “professionalità”, come le ha definite il vescovo S.E. mons. Andrea Migliavacca nel suo saluto, che devono però guardare anche all’aspetto etico.
Con le vaccinazioni, noi, riusciamo a costruire un’arma di difesa volta ad aumentare il numero di “soldati”, gli anticorpi, in modo da non soccombere quando incontriamo un patogeno che potrebbe essere particolarmente pericoloso. Si tratta, in pratica di far conoscere al nostro organismo immunitario l’infezione in una sua componente che non provoca danno e nel contempo dà una protezione.
Il ruolo delle vaccinazioni è molto importante ed anche se nell’ultimo periodo è stato messo in discussione, occorre fare chiarezza: da un lato c’è la certezza della sicurezza del vaccino; dall’altro ci sono i rischi legati alla malattia naturale, i quali non sono più percepiti perché la patologia non è diffusa come lo era in passato. E le patologie in questione sono, però, conosciutissime: varicella, rosolia,pertosse, poliomielite, difterite e morbillo.


Ma il problema rilevante riguarda quello che da più vicino ci interessa, la meningite. Il nome è un retaggio del passato che ricorda le sofferenze della sfera psichica che spesso erano ricollegate alla malattia. Grazie allo studio introdotto da Giovan Battista Ughetti che individuò la meningite nel 1883 e alle conoscenze scientifiche moderne abbiamo scoperto tutte le varie componenti in modo da capire, per esempio, se due meningococchi C hanno la stessa origine o no. Risulta però difficile fare un’indagine per stabilire i contatti che il paziente ha avuto perché il meningococco ha un’elevata capacità di circolazione supportata dal fatto che non esistono per la patologia dei portatori stabili. A livello numerico la casistica è ancora bassa ma registriamo una, oramai nota, concentrazione nella zona toscana Pisa – Firenze. La percezione del rischio infine ha un risvolto drammatico. Molto spesso, infatti, ci chiediamo: i portatori sono tra noi o siamo al sicuro?
Un ruolo efficace di prevenzione lo può svolgere, proprio per quanto riguarda la vaccinazione da meningococco, la stampa cartacea e telematica. La comunicazione può infatti agevolare, il passaggio di conoscenze tra i gruppi coinvolti. Il problema è l’adeguata informazione in questo campo degli operatori della stampa e un’attenzione all’obiettività.
I problemi sono molti e a livello mondiale esistono delle vere e proprie emergenze. Basti pensare all’Africa dove, secondo quanto riportato dall’esperienza di don Andrea, si assiste ad una tragica situazione in cui il sistema sociale non esiste e mancano le strutture per conseguire un adeguata vaccinazione.
Alla fine di tutto rimane però un fatto: l’uomo non deve cambiare la natura, ma vincere certe difficoltà che la natura pone. In questo senso vaccinarsi non è solo un fatto tecnico ma anche etico.