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SAN ROMANO - Con il 2015 il Consultorio Familiare Diocesano «Alberto Giani» entra nel suo quarto anno di attività.
Il 2014 è stato un anno ricco di attività e servizio: si è registrato un aumento delle richieste di aiuto, e con esso, anche la complessità delle situazioni affrontate.
Un primo sguardo ai numeri ci dice che sono aumentati gli utenti complessivi (136 contro i 119 del 2013) così come sono aumentate le ore totali di consulenza (690 contro le 520 del 2013), un aumento sensibile dovuto appunto anche alla maggiore complessità dei casi. Sono sempre le donne più degli uomini a chiedere aiuto, mentre la fascia d’età che manifesta le maggiori crisi è quelle della piena maturità (dai 40 ai 50 anni).


Sono aumentati i casi di consulenze di coppia, dove entrambi i coniugi in crisi si coinvolgono in un percorso di aiuto, in particolare là dove ci sono figli. In quest’ottica il Consultorio vuole favorire un approccio di aiuto più "sistemico" e per questo ha attivato (novità di questo anno) percorsi di genitorialità a cui partecipano i genitori che vivono delle difficoltà sul piano educativo.
Nel 2014 si è intensificata anche la collaborazione con i servizi presenti sul territorio: Società della Salute, Centri di ascolto, Caritas Diocesana, con i quali il Consultorio collabora attivamente a progetti sul territorio oltre che alla risposta a situazioni di disagio. Buona anche la cooperazione con le parrocchie: sono sempre di più i parroci che segnalano casi o che indirizzano persone in difficoltà al Consultorio, consapevoli che crescita umana e spirituale vanno sempre di pari passo.
Un altro segnale positivo è il fatto che la conoscenza del servizio avviene sempre più attraverso il passaparola e i contatti personali, ciò sta a indicare che chi si è rivolto ai servizi del Consultorio ha ottenuto in qualche modo un riscontro positivo.
Importante è anche il lavoro che il Consultorio svolge con gli operatori: la complessità delle varie situazioni esige infatti che ci si prenda costantemente cura del ruolo e del servizio svolto dagli operatori volontari: acquisire una buona capacità di coordinare gli interventi, collaborare tra loro, integrare professionalità diverse per un servizio alla persona nell’unitarietà del suo essere psicofisico.
Questa ricchezza di professionalità il Consultorio intende anche metterla a disposizione del territorio. Tra le iniziative in cantiere per il futuro, il Consultorio pensa anche ad un convegno diocesano aperto ad operatori, educatori e genitori in cui riflettere in maniera competente sui temi che più stanno a cuore alle famiglie del nostro tempo.
Mettersi al servizio dell’unitarietà della persona è un viaggio audace: vuol dire riconciliare l’uomo con la vita e il senso di cui è portatore, sospendendo ogni forma di giudizio e facendo spazio all’accoglienza e alla comprensione dei vissuti che porta.
Ci auguriamo che, anche per il futuro, il servizio qualificato del Consultorio Familiare Diocesano possa essere d’aiuto alle persone ad elaborare il proprio dolore, superare le difficoltà e riscoprire la ricchezza del proprio vissuto con la sua presenza di senso.

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