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CITTA' DEL VATICANO - Il 24 e 25 settembre la Pontificia Università Urbaniana ha ospitato il congresso internazionale sul Volto Santo, il ventesimo per la precisione, e sempre luogo privilegiato per aggiornate riflessioni pluridisciplinari. Al convegno, organizzato dalla Congregazione Benedettina delle Suore Riparatrici del Volto Santo proseguendo la tradizione ispirata dal cardinale Fiorenzo Angelini, sono sempre presenti personaggi e nomi della cultura italiana, di diverse estrazioni culturali, ma tutti riuniti per riflettere attorno al tema assegnato. Quest’anno il congresso è stato illuminato dal tema giubilare della misericordia, che ha fatto da filo conduttore nelle diverse relazioni. «Misericordiae Vultus: compendio delle beatitudine e delle parabole evangeliche» il titolo proposto per questo che il cardinale Beniamino Stella ha ben definito nell’omelia domenicale: «non un congresso, ma un bagno di spiritualità».

Nei due giorni di meditazioni gli illustri prelati, i docenti universitari e i personaggi della cultura contemporanea, non hanno esitato a confrontarsi con il tema del Volto di Cristo avendo come guida e stella polare le istanze dell’anno giubilare. I relatori hanno tutti mostrato la bellezza dei tanti «volti della misericordia», partendo sì dall’esegesi delle parabole evangeliche e da episodi narrati della vita di Gesù, ma attualizzando il dettato della scrittura in direzioni molteplici. La dinamicità, propria della riflessione cristologica che ruota attorno al tema del “volto dei volti”, ha consentito di esplorare il rapporto tra misericordia e giustizia, in particolare nell’intervento di padre Ermes Ronchi e in quello del nostro vescovo Andrea Migliavacca. Nell’ottica della propria disciplina di specializzazione il presule ha presentato una relazione dal titolo «Il diritto canonico al servizio del volto misericordioso di Cristo» che ha riscosso grande successo negli oltre duecento uditori. Attraverso un’introduzione storica «sul lungo cammino di gestazione del codice di diritto canonico», che ha mostrato il difficile compito di tradurre in giurisprudenza l’immagine e gli insegnamenti della Chiesa, il vescovo ha presentato il tema centrale della sua relazione: si può leggere l’esercizio del Diritto come esercizio di Misericordia? Attraverso esempi concreti che vediamo in alcuni istituti del diritto si trova – secondo Migliavacca – la dimensione pastorale della legge canonica ed è possibile comprendere anche il mistero della Chiesa. Il rapporto tra carità e diritto lo troviamo in alcuni casi specifici della disciplina, come la «dispensa» accordata dagli ordinari in occasione di impedimenti matrimoniali. Mentre l’equitas canonica mostrerebbe l’attenzione concreta alle persone e a casi specifici, rimandando ad un ordinamento diverso che è il Vangelo e la carità. Sul sacramento della riconciliazione (o penitenza o confessione, secondo un pluralismo di termini che ben mostra l’ampiezza di significati di questo momento), il vescovo ha voluto concentrare la propria attenzione al termine dell’intervento: è questo sacramento «che ci offre la ricchezza dell’azione della Misericordia di Dio che converte e rinnova». Facendo propria l’esortazione di Papa Francesco in Amoris Laetitia il vescovo ha invitato tutti ad affacciarci al sacramento della riconciliazione guardando proprio al credito incondizionato che la Misericordia di Cristo ci offre.