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DALLA DIOCESI - Accompagnato da molte polemiche il 30 gennaio si svolgerà il Family Day al Circo Massimo di Roma con una partecipazione massiccia delle famiglie italiane che dicono no al ddl Cirinnà, attualmente in discussione in Parlamento. Una grande manifestazione di piazza che vuole riaffermare ancora una volta la centralità antropologica della famiglia. Anche dalla diocesi di San Miniato sono partiti alcuni pullman di manifestanti.
Una grande festa per la democrazia che vede nello svolgersi di eventi di piazza uno dei momenti più importanti per la partecipazione civile dei cittadini. Un bel momento di libertà a fronte dei numerosi attacchi che chiunque abbia avuto l’ardire di appoggiare la manifestazione ha dovuto subire su giornali, televisioni e social network. Attacchi che si sono rivelati spesso illiberali e inteolleranti


Il tema dell’estensione di alcuni diritti civili alle coppie di fatto è senz’altro divisivo e determina uno scontro anche aspro tra diverse sensibilità e visioni antropologiche.
Mons. Migliavacca ha avuto modo, nel corso dell’ultimo incontro con i giornalisti in occasione della festa di S. Francesco di Sales, di rispondere ad alcune domande relative a questa tematica così delicata.
Ribadendo che la Chiesa, prima di tutto, è chiamata ad accogliere le persone, con le loro storie, il loro vissuto, la loro esperienze, il vescovo ha poi ricordato che «riguardo alla famiglia, l’insegnamento della Chiesa è chiaro: essa si fonda sul matrimonio che può essere solo tra un uomo e una donna. La famiglia, così intesa, è una ricchezza da tutelare e sostenere e la Chiesa sprona la politica a interessarsi anche ai problemi e alle ferite che turbano le famiglie. Sugli altri tipi di unioni, diverse da quelle della famiglia tradizionale» ha proseguito il Presule, «è compito della politica decidere se e in che modo legiferare».
Sull’opportunità della partecipazione dei fedeli cattolici al Family Day, mons. Migliavacca ha affermato che tutti i cittadini possono esprimere la loro opinione, anche su temi così delicati, valutando e mettendo in atto "le forme che ritengono più idonee per manifestare il proprio pensiero, in base alla propria sensibilità".
La nostra Chiesa riparte da qui, auspicando un clima più sereno, nella convinzione che l’impegno di ognuno contribuirà a dirimere questioni che sembrano oggi muri insormontabili.