gubileo papa francesco

DALLA DIOCESI - La pubblicazione dell’Esortazione apostolica «Amoris laetitia» in cui Papa Francesco tira le somme dei due sinodi sulla famiglia recentemente celebrati ha fin da subito creato un vivace dibattito tra fedeli, sacerdoti, operatori pastorali anche nella nostra diocesi.
I temi spinosi trattati all’interno dell’ultimo documento firmato da Francesco sono molteplici: dalla pastorale dei divoraziati risposati all’ideologia gender, dal ruolo della famiglia nella società contemporanea all’approccio alle nuove forme di unione.
Ciò che fa discutere è soprattutto la preminenza che il Sommo Pontefice dà all’accoglienza della persona, da accompagnare nella gradualità del suo cammino, piuttosto che all’oggettività degli insegnamenti del Magistero riguardo al matrimonio e alla famiglia, che non possono certo essere modificati né tantomeno cancellati con un colpo di spugna. Si tratta dell’antico difficile equilibrio tra il «bastone e la misericordia» che da secoli caratterizza il Magistero della Chiesa, che di volta in volta può sottolineare di più gli aspetti dottrinali o quelli pastorali.
Non ci sono cambiamenti nei contenuti della fede e della morale ma sicuramente c’è una sfida, posta dal mutare delle sensibilità e dei rapporti sociali, che i vescovi, i parroci e tutti gli operatori nel campo dell’evangelizzazione sono chiamati a cogliere e ad affrontare.
C’è indubbiamente un aumento di responsabililtà: quali criteri devono guidare il discernimento, caso per caso, nel rapportarsi con chi ha alle spalle un matrimonio fallito e ha realizzato la propria vita in un’altra unione? Qual è il punto di equilibrio tra la non discriminazione delle persone e l’esclusione di un appiattimento che tende a equiparare ogni tipo di convivenza al matrimonio tra uomo e donna? Certo i criteri dovranno essere forniti perché le scelte pastorali dei singoli pastori non siano dettate da un arbitrio che nulla ha a che vedere con la carità cristiana.