prima guerra mondiale

Il tempo dell’avvio della Grande Guerra nella diocesi di San Miniato, retta in quegli anni dal vescovo Falcini, non furono pubblicati documenti ufficiali, come lettere pastorali, sul tema della scesa in campo dell’Italia.

Circolari ai presbiteri e note sul Bollettino Diocesano - che riproporremo - erano uscite ma la voce ufficiale era stata quella dell’Episcopato toscano che aveva preso posizioni ufficiali in linea con quelle della Santa Sede. Un vescovo in particolare, il cardinal Maffi - che era stato anche amministratore apostolico della nostra diocesi - aveva più di altri preso posizione sul tema del conflitto mondiale. Le sue parole - che intendiamo riproporre oggi - risuonano purtroppo quanto mai attuali. Si tratta del discorso pronunciato solennemente dopo l’ingresso in guerra dell’Italia nel 1915. Oggi però, che i venti del conflitto in Medioriente sono sempre più carichi di tensione, e di odore di morte, l’ "invito alla preghiera" pronunciato il 3 giugno 1915 nella sede della primiziale pisana dall’arcivescovo di quella città, risulta per noi l’unico vero rimedio per poter scongiurare ulteriori morti e auspicare un percorso diverso per la risoluzione di questioni apparentemente così lontane ma in realtà molto vicine per tutte le conseguenze che le sofferenze della guerra porterà inevitabilmente con sé.
Lasciando da parte la retorica del conflitto, il linguaggio talvolta carico di esaltazione e patriottismo che trapassa tutto il discorso del prelato toscano (pubblicato anche su Il Messaggero Toscano), e tipico di quell’epoca, ciò che ancora parla al nostro cuore è il "rimedio" che si richiede al fedele di mettere in atto per far fronte alla bruttezza della guerra, di ieri, come di oggi.
"Voi compirete questo dovere (la preghiera) per tutti i fratelli (…) Non abbandonate i soldati d’Italia; seguiteli con le preci e attorniate i nostri altari per implorare su di essi ogni grazia e consolazione. Soprattutto pregate perché tornino presto."
"Se c’è un momento in cui sia necessario amarci, questo momento è venuto. Ognuno deve stendere la mano al suo prossimo. Nelle famiglie in pianto per la mancanza del padre ognuno deve studiarsi di portare la forza dell’aiuto paterno (…) Ovunque si stenda la nostra destra in gesto di carità e arrivi la nostra parole di amore e di pace. Nessuno deve sottrarsi a questo sacrificio, a questo olocausto di noi stessi".
E infine un invito che parla davvero ai nostri cuori:
"Tacciano le voci delle passioni; rinunziamo al lusso, abbiamo la virtù di negarci quel piacere che in tempi normali potremmo lecitamente procurarci con le nostre sostanze. Vi è chi domanda del pane e noi non dobbiamo essere sordi a questa richiesta".
Camminare sicuri per le vie della Provvidenza e armarci di preghiera, questo il lascito della parole del cardinal Maffi che anche noi oggi vogliamo far risuonare dalle pagine del giornale diocesano, cogliendo sì l’occasione del ricordo di parole e momenti di una Guerra lontana cent’anni, ma per attualizzarne il messaggio.

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