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STABBIA - Erano le ore 12 e 16 minuti di venerdì 19 quando il cielo in pochi minuti si è completamente oscurato. Un buio surreale accompagnato da un silenzio della natura pauroso. Gli uccelli in stormi che si allontanavano velocemente, qualche abbaio di cani impauriti e solo le auto sulle strade. Erano gli attimi precedenti alla violenta grandinata che avrebbe preannunciato, senza via di scampo, il disastro. In pochi minuti la pioggia di ghiaccio è diventata sempre più fitta; chicchi di giaccio grandi come palline da tennis impazzite, violentissime; il vento sempre più forte che girava a mo’ di turbine. Tre minuti circa, all’orario di punta per l’uscita dei bambini dalle scuole e i primi rientri dal turno mattutino.


Il tornado, violentissimo, ha fatto danni limitati alle Pinete di Fucecchio, Torre e poi si è diretto verso il Padule di Fucecchio, dove ha preso tutto la sua forza per poi colpire la frazione di Stabbia sconvolgendo l’intera frazione. In tre interminabili minuti la natura ha dimostrato ancora una volta quanto l’uomo sia sottomesso a essa. Una grande nube in cui tutto volteggiava insieme al ghiaccio, tronchi, detriti di ogni tipo, tegole, cartelli stradali. Al termine della tempesta la scena che si presentava a chi, riuscendo a dominare la paura è uscito di casa o dai rifugi improvvisati, è quella di un paese a soqquadro. Gli anziani del posto, che hanno vissuto la tragedia della seconda guerra mondiale, parlano eloquentemente: "nemmeno con il passaggio del fronte la frazione era così distrutta; i bombardamenti avevano colpito e distrutto singole abitazioni, qui quattro tetti su cinque sono saltati". Effettivamente il disastro è totale. Ambulanze, numerose squadre dei vigili del fuoco, misericordie e pubbliche assistenze, assieme alla locale polizia, corpo forestale, tutti coordinati dalla protezione civile regionale, sono arrivati davvero in pochi minuti. La paura è stata grande, soprattutto per i bambini che stavano uscendo dalle scuole. Oltre venti i feriti trasportati a Empoli, quattro bambini.
La zona industriale di Stabbia è certamente la più colpita, con capannoni sventrati, vetri rotti, calate di rame portate a centinaia di metri di distanza. Gravemente danneggiata anche la frazione di Lazzeretto dove molti tetti non esistono più e le linee elettriche sono state interrotte sino a domenica in molte vie del paese. Accanto alla paura c’è però la reazione dei cittadini, che operosi, prontamente, hanno iniziato a favorire la circolazione, hanno ripulito giardini, si sono improvvisati manovali e operatori ecologici facendo il possibile per riportare un’apparente normalità. Molte famiglie hanno avuto mobili e arredi completamente bagnati a causa della pioggia che è continuata copiosa per quasi un’ora. Poi la quiete e due giorni di sole, che hanno permesso ai volontari e agli operai di lavorare ininterrottamente. Lo sconforto è grande. Il capo della protezione civile Gabrielli, in visita sui luoghi del disastro, insieme al primo cittadino Simona Rossetti hanno parlato di «caso fortunoso» se non ci sono vittime. Ha fatto visita al campo di emergenza anche il presidente della Regione Toscana Rossi che ha parlato di ricostruzione e si è impegnato per una pronta richiesta di contributi economici eccezionali allo stato centrale.