Stampa

STAFFOLI - Maria Elisabetta Stampa, 17 anni compiuti in questi giorni, è una simpatica, gioviale ragazzina della nostra diocesi, abitante a Staffoli, un sorridente paese sui primi colli adiacenti alla piana di Castelfranco, Santa Croce ed il padule di Fucecchio. Ha frequentato quest’anno la IV Liceo Linguistico Europeo del Conservatorio Ss. Annunziata di Empoli. Ha partecipato al concorso letterario «Premio Internazionale Alessio Solinas», promosso dal Movimento per la Vita italiano.
Si è classificata prima, vincendo come premio un viaggio e soggiorno di una settimana a Strasburgo, presso il Parlamento Europeo.

Maria Elisabetta non è, usando un termine studentesco «una secchiona», ma una studentessa responsabile che dello studio ha fatto, in questi anni di formazione, il suo primo lavoro, dedicandoci impegno, serietà e passione, senza togliere tempo al divertimento, al vivere momenti felici con i suoi amici ed amiche, come la sua giovane età richiede.
Il tema scelto aveva questo titolo: «Il Valore di uno sguardo: disabilità e malattia».
La tematica era forte e, sotto certi aspetti, anche emotiva, poiché parlare del diritto alla vita, concentrando tutta l’attenzione su aspetti che possono escludere o limitare esseri umani dal tessuto sociale, provoca sofferenze, ripensamenti e desideri di cambiare. Scaturisce nei nostri cuori la propensione a diffondere una cultura dell’accoglienza nei confronti dei più deboli, dei disabili, degli indifesi. È molto facile che per questi i diritti umani che ogni persona possiede per sua natura, vengano sostituiti dai diritti civili che le leggi controllano e salvaguardano. La generosità di tutti verso tutti, però, è il mezzo più alto attraverso il quale si può accettare ed integrare il diritto umano della vita nella sua generalità.
«L’inclusione», «l’accoglienza delle diversità» e il «contrasto alle discriminazioni», si possono attuare solo con politiche efficienti, giuste, equilibrate e messe in campo con saggezza e spirito di integrazione.
Maria Elisabetta ha analizzato queste tematiche, non solo con logica, ma soprattutto con attenzione e spirito costruttivo nella generosità. Onore al merito, dunque, e un augurio che queste sue osservazioni possano essere di stimolo per tanti altri giovani, affinché la cultura dell’amore e del dono, vinca, in piena libertà, sull’egoismo e sull’indifferenza.

Ecco l'elaborato vincitore:

"Al giorno d’oggi, nelle scuole, nella politica, ma anche in altri ambienti, si affronta il tema della disabilità e della malattia. La domanda che tutti si pongono è come risolvere questa situazione. C’è chi parla di integrazione, chi di accoglienza, trascurando però ciò che sta alla base e all’origine di tutto. Possiamo riportare un esempio come quello dei bambini affetti dalla sindrome di Down: a molti di loro è negato il diritto alla vita, anzi come cita l’articolo del terzo punto, nel 1999 ben il 32% di questo tipo di gravidanza si è conclusa con un aborto. Questi bambini sono «diversi»: è così che vengono considerati da coloro che, invece di aiutarli, preferiscono non farli crescere. La società di oggi sostiene fondamentale integrare disabili e malati, ma come poter fare se viene tolta loro prima la possibilità di vivere? Tuttavia, conosco famiglie che hanno figli Down o attaccati da neoplasie e riconosco le difficoltà contro le quali devono lottare ogni giorno. Proprio per questo dobbiamo aiutarle a capire che i loro piccoli sono uguali a tutti i bambini del mondo. Le persone con disabilità sono un valore aggiunto per ogni comunità, perché fanno scoprire costantemente aspetti nuovi della vita. Rifacendosi all’esempio di coloro che sono affetti dalla sindrome di Down, hanno un modo unico di esprimere i sentimenti che provano: magari se non riescono a farlo a parole, lo fanno con i gesti e posso assicurare che il loro sorriso porta gioia a chiunque. Tutta la società dovrebbe collaborare a sostenere queste persone, partendo dai piccoli atti come abbracci, per poi arrivare ad approvare le leggi. Reputo la legge 104 fondamentale, in quanto prevede un assegno mensile e garantisce un lavoro ai disabili. Esistono poi vere e proprie associazioni che si occupano di inserire uomini e donne nella società: ne conosco una che si impegna a costruire infrastrutture come bar e ristoranti per assumere persone diversamente abili o portatrici di handicap. Occorre partire dal presupposto che la sindrome di Down, come altri tipi di malattie, non priva l’uomo dell’intelligenza, ma ne limita gli atti: essi hanno un’altra capacità di concentrazione e spesso mostrano una forza di volontà superiore a molte altre persone. In questo contesto la scuola ha un ruolo fondamentale perché può favorire la crescita delle qualità personali ed aiutare ad esprimersi al meglio. Non raramente possiamo incontrare persone con trisonomi 21 che hanno terminato gli studi, ben inseriti nel mondo del lavoro e capaci di integrarsi in attività qualificate in diversi settori che richiedono precisione e concentrazione. Lo Stato dovrebbe favorire lo studio e la formazione delle persone diversamente abili, attuando programmi di sviluppo e la crescita professionale nei settori più adatti a sfruttare le loro capacità. Nel lavoro, in particolare le aziende, dovrebbero ottenere maggiormente dallo Stato contributi ed agevolazioni fiscali dirette a favorire l’assunzione di un più grande numero di persone con disabilità".
Maria Elisabetta Stampa