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DALLA DIOCESI - L' Italia non è un paese per giovani, si sa. I dati istat ci dicono che la popolazione con più di 65 anni fra il 2015 e il 2065 crescerà dal 21,7% al 32,6%. La popolazione di 85 anni e più, ancora, che nel 2015 rappresentava il 3,2% della popolazione, nel 2065 si dovrebbe attestare al 10%. La popolazione in età attiva (fra i 15 e i 64 anni), si contrarrà dal 64,6% del 2015 al 54,7% del 2065.
Una popolazione che invecchia e che porta con sé gli acciacchi e le problematiche tipiche della terza età, cambia anche i propri bisogni e le domande che si rivolgono al mercato della tecnologia e dell’assistenza.
Di questo abbiamo parlato con Delio Fiordispina, presidente della casa di riposo «Del Campana Guazzesi» di San Miniato, che da pochi giorni è tornato da un viaggio studio in Belgio dove ha visitato l’innovativa «Casa di Riposo hi-tech».


«Il viaggio studio in Belgio, a Zolder, che ho effettuato è stato organizzato dalla SCA, una ditta svedese che produce pannoloni per anziani. Nel corso del tour ho potuto visitare la “Bocasa”, la casa di riposo del futuro. Si tratta di una struttura all’avanguardia – ha precisato Fiordispina – in cui prevalgono due elementi: il presente che prevede 60 posti di casa di riposo “tradizionale”, con 50 mini appartamenti per gli ospiti autosufficienti; il futuro che si scorge in un progetto sperimentale dove si testano alcune tecnologie che potranno essere applicate per migliorare la vita agli anziani».
Molte delle applicazioni hi tech, che per ora hanno costi molto elevati, riguardano la sicurezza farmacologica: «tutti i farmaci che vengono dati agli anziani hanno un chip e vengono tracciati, imbustati uno per uno con la scadenza e il nome del paziente e, tramite telecamera, vengono poi somministrati, riducendo il margine di errore dell’essere umano». «Altri esempi sono l’impianto di un chip dentro lo stomaco del paziente – afferma ancora Fiordispina – per capire se la pasticca è stata rigettata, è caduta, per controllare se il principio attivo è arrivato all’intestino».
Interessante il lavoro di prospettiva sulla videosorveglianza: «se un anziano cade in camera esistono dei sistemi di realtà virtuale che in qualche modo rassicurano il paziente in attesa dei soccorsi».
Questi supporti che dovrebbero “aiutare l’anziano a fare ciò che non è più in grado di fare” pongono un quesito importante: la tecnologia, tutta questa voglia di innovazione non perde un po’ di vista il fattore umano del rapporto interpersonale? «Come tutti gli esperimenti – ha risposto Fiordispina – il cinquanta per cento è da buttare nel cestino, l’altro cinquanta è da prendere. Ma il discrimine è proprio fattore umano: da una parte quello che è buono per la persona, dall’altra quello che è deleterio per i suoi rapporti con gli altri. Al centro devono rimanere la persone che vengono assistite da operatori competenti, che non devono essere dei freddi robot. Questi sono gli elementi che garantiscono una vita bella dentro una struttura e che cercano di essere attuati anche al “Del Campana Guazzesi”».
Proprio in quest’ultima struttura è stato avviato un progetto dal titolo : “comfort 2.0 per nonni web” reso possibile grazie anche a un finanziamento della Fondazione Cassa di Risparmio di San Miniato con il quale è stato possibile dotare di televisore tutte le camere, creare un collegamento via skype per parlare con i parenti lontani ed è stato previsto l’acquisto di una lavagna Lim multifunzionale dove gli anziani possono giocare, per esempio, a tombola.
«Ma una delle terapie più belle - conlude Fiordispina - rimane la compagnia e la lettura di un bel romanzo tutti assieme, che nessun robot potrà mai sostituire».