Vescovo 25

SAN MINIATO - In apertura della sua profonda ed in alcune parti emozionante omelia per il venticinquesimo anno della sua ordinazione sacerdotale, il nostro vescovo Andrea ha pronunciato una frase il cui significato più vero è la testimonianza viva, sentita di essere prete: non è facile rispondere alla gioia che si prova nell'essere prete! Sembra un'esclamazione di circostanza, dovuta all'emotività del momento. Non è così!.Nel susseguirsi del suo discorso, cerca di rispondere non solo col cuore, ma toccando con lucidità i molti punti che suscitano questa gioia.

Dopo i ringraziamenti alla notevole notevole presenza dei convenuti, tra cui il Sindaco di San Miniato, sig. Gabbani, numerosi sacerdoti, religiose e religiosi, in primo luogo, ha evidenziato il suo amore ed il suo riconoscimento di figlio verso suo padre e sua madre, esprimendo profondo affetto anche a sua sorella con tutta la sua famiglia.
E' proprio qui la nicchia dove si forma la mente e la coscienza del ragazzo.
E' attraverso la formazione e l'educazione elargite al bambino che sviluppano la sensibilità a meditare, anche se forse inconsciamente, se Dio gli chiede di seguirlo come "pescatore di uomini". Quanto è importante l'esempio, la testimonianza diretta della famiglia! Chi è il prete? Perchè tanta gioia infonde a colui che è stato scelto? La risposta a queste domande il vescovo Andrea la trova nel commentare le due letture e nel Vangelo secondo Matteo. (Mt, 10, 26-33).
Il profeta Geremia asserisce: «Il Signore è al mio fianco come un prode valoroso, per questo i miei persecutori vacilleranno e non potranno prevalere».  «Non abbiate dunque paura: voi valete più di molti passeri! Perciò chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch'io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli», afferma Gesù.

Il prete è la persona scelta dal Signore e mai sarà abbandonata dalla sua protezione. Quale più più grande onore e privilegio un uomo può avere nell'essere scelto quale ambasciatore del disegno divino di Dio? Se questo costituisce il punto più alto della scelta del Signore, alla persona chiamata non resta che accettare senza condizioni il compito a lui affidato: annunciare la Parola evangelica.
L'annuncio del Vangelo è il primo fondamentale compito di un sacerdote, per cui non è solo sufficiente conoscerlo bene, ma occorre che sia in pieno innamorato di Dio.
Da questa riflessione così forte ma delicata del vescovo Andrea, tornano alla mente le parole che Papa Benedetto XVI enunciò il 5 agosto 2009: " Alla base dell'impegno pastorale il sacerdote deve porre un'intima unione personale con Cristo, da coltivare ed accrescere giorno dopo giorno. Solo se è innamorato di Cristo, il sacerdote potrà insegnare a tutti questa unione, questa amicizia intima con il divino Maestro, potrà toccare i cuori della gente ed aprirli all'amore misericordioso del Signore».
La gioia di essere prete si fa visiva, sembra di toccarla con mano, ed il vescovo Andrea riesce molto bene ad illustrare il grande effetto di questa e l'inquadratura della suo spessore si fa toccante e penetrante non solo nei cuori dei sacerdoti presenti, ma di tutti i fedeli.
Quanta responsabilità ha il prete? Entra nel nostro intimo e per questo ne deve essere degno! E' su questo punto che il vescovo Andrea sprigiona il suo entusiasmo nell'essere prete e come tale, ma ancora di più come Vescovo, si rivolge a tutti, perché ognuno, nel proprio ruolo, senta la grande bellezza di essere cristiano, cattolico che vuol dire: amore, dono, ringraziamento, servizio. In questa visione reale di essere prete, mons. Migliavacca ci ha fatto rivedere e rivivere la visita di alcuni giorni fa che Papa Francesco ha fatto alle tombe di due preti don Primo Mazzolari e don Lorenzo Milani.
Li ha voluti elevare quali testimoni di una grande fede, di una forte spiritualità, di sacerdoti che hanno affermato con il loro impegno pastorale, nell'ubbidienza alla Chiesa, lapropria gioia di essere preti, quali ministri della Parola evangelica.
«Noi la Chiesa non la lasceremo perché non possiamo vivere senza i suoi sacramenti e senza il suo insegnamento, affermava don Melani, Rinuncio alle mie idee. Delle mie idee non m’importa nulla. Perchè io nella Chiesa ci sto per i sacramenti, non per le mie idee». Quale esempio più calzante poteva dare un prete alla sacralità della sua persona? E quale significato più alto poteva dare alla valenza dei sacramenti? Quale è nell'azione l'obiettivo di un prete?
«Si cerca un uomo che ami la sua libertà nel vivere e nel servire non nel fare quello che vuole.
Si cerca un uomo che abbia nostalgia di Dio, della gente, della povertà, dell'obbedienza. Si cerca un uomo che non confonda la preghiera con le parole dette per abitudine la spiritualità col sentimentalismo, la chiamata con l'interesse il servizio con la sistemazione», scrive nelle sue poesie don Primo Mazzolari. Dalla solenne celebrazione svolta nella nostra bellissima cattedrale e dalla visione del documentario che a sorpresa è stato proiettato in seminario sugli anni di preparazioni al sacerdozio fino alla consacrazione di prete e di vescovo, non possiamo che ringraziare il Buon Dio di aver scelto e mandato a noi il Vescovo Andrea, al quale con un abbraccio fraterno rivolgiamo i nostri più cari e sinceri auguri di una proficua, solida e sicura guida spirituale, evocando le bellissime parole di Gesù: «Io, invece, sono il buon pastore, conosco le mie pecore e loro mi conoscono, proprio come mio Padre conosce me ed io conosco lui; e per le pecore do la vita. In un altro ovile ho altre pecore da guidare. Anch?esse daranno ascolto alla mia voce, e allora ci sarà un solo gregge con un solo pastore».

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