Reliquia

SAN MIINATO - Sono passati due anni dalla beatificazione di mons. Pio Alberto Del Corona, il vescovo bianco, e San Miniato lo ha ricordato martedì scorso, 19 settembre, nella sua memoria liturgica. Quell’evento di gioia e di festa, svoltosi nella chiesa monumentale di San Francesco, che vide elevare alla gloria degli altari un vescovo che ha guidato la nostra Chiesa diocesana in tempi storici difficili, dando un esempio luminoso di santità e di dottrina, è ancora vivo e vibrante nella memoria dei fedeli.

Testimonianze personali attestano che il Beato Vescovo Del Corona «non è rimasto con le mani in mano» in questi due anni, al contrario, la sua intercessione si è dimostrata efficace per ottenere delle grazie per i devoti che l’hanno invocato.
Pio Alberto Del Corona nacque a Livorno, nel quartiere della Venezia, il 5 luglio del 1837 da un’umile famiglia di commercianti, e in città trascorse la sua infanzia. A 17 anni poi la vocazione, ispirata e confermata davanti la Madonna di Montenero. Entrò nel monastero domenicano di San Marco a Firenze nel 1854. Fin da giovanissimo dimostrò le sue particolari doti di mitezza e di amore per la chiesa e per le Sacre Scritture: fervente studioso delle opere di San Tommaso d’Aquino è stato autore di oltre 300 pubblicazioni tra opuscoli, saggi e articoli sui settimanali, molti dei quali dedicati al suo amore filiale per la Madonna. A lui e a suor Elena Buonaguidi si deve la fondazione della congregazione delle suore domenicane dello Spirito Santo, ancora presenti e attive in via Bolognese a Firenze.
Nel 1875 Pio IX lo nominò vescovo di San Miniato. Proprio all’ombra della rocca di Federico II intorno al vescovo iniziò a formarsi la fama di santità.
Il Vescovo bianco scrisse quaranta lettere pastorali considerando quelle pubblicate come coadiutore della Diocesi durante l’episcopato di Annibale Barabesi e quelle scritte da vescovo titolare di San Miniato. Si va dalle «Istruzioni spirituali per la Quaresima» del 1875, seguite dalla Lettera «Per il massimo Giubbileo del 1875», alla Lettera del 1906 «Alla città e diocesi di San Miniato una parola d’addio». Tra i titoli delle lettere pastorali si distinguono temi come «il male», «La miseria», «L’istruzione», «La religione» e perfino «La bestemmia».
Come scriveva un frate domenicano testimone del processo di beatificazione: «Se le lettere di mons. Del Corona fossero conosciute, egli diventerebbe per tutti quello che fu sempre in faccia a Dio e a quei privilegiati che lo conobbero da vicino: un’anima santa».
Rimangono ancora da studiare adeguatamente le testimonianze della sua vita mistica e gran parte del suo epistolario che, specchio della sua anima cristiana e sacerdotale, conserva ancora abbondante materiale per approfondire la conoscenza e arricchire la venerata memoria di questo santo Pastore.

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