Concioni

DALLA DIOCESI - Non è difficile delineare in poche parole chi fosse Graziano Concioni. Alla gran parte dei lettori del nostro giornale il nome non dirà forse molto. Ma nel mondo della cultura storica, tra Lucca, San Miniato e Firenze, il suo nome è ampiamente noto. Conosciuto per le sue doti culturali - l’erudizione e le capacità di lettura delle pergamene antiche e dei documenti d’archivio in genere - era apprezzato soprattutto per le sue doti umane: Graziano era un vero galantuomo, un laico impegnato, dalla fede saldamente ancorata sulla Tradizione, che conosceva e aveva assorbito dall’assidua frequentazione di archivi.


La sua collaborazione a San Miniato nasce su impulso del vescovo Tardelli che lo chiama a riordinare l’archivio diocesano e ad inventariare molti archivi parrocchiali pervenuti in deposito. Di notevole importanza poi i suoi studi pubblicati: un fondamentale testo su Vico Wallari e i suoi pievani, un saggio sulle confraternite religiose al tempo della visita pastorale di mons. Cortigiani, un approfondito studio sulla storia dell’antica chiesa di San Pantaleo dai documenti lucchesi e, infine, la trascrizione completa dei carteggi inediti del Beato Pio Alberto Del Corona conservati nell’archivio segreto della Curia. Era membro della prestigiosa Accademia di scienze, lettere ed arti di Lucca, direttore della Rivista di archeologia arte e costume, edita dell’Istituto Storico lucchese di cui era membro e autore di importanti pubblicazioni. Lascia un grande vuoto nella famiglia, negli amici e nei collaboratori, che lunedì pomeriggio hanno affollato la chiesa di Massa Macinaia dove il vescovo Tardelli, alla presenza di numerosi sacerdoti, ha celebrato le esequie. Commosso il ricordo dell’amico d’infanzia mons. Tardelli che ha invitato gli studiosi e gli "allievi" a raccogliere le ricerche di Graziano dedicandogli un volume. Un invito che possiamo, anzi dobbiamo recepire anche noi qui a San Miniato, se non per interesse verso la ricerca storica, almeno per la riconoscenza: un valore che Graziano conosceva bene e che al giorno d’oggi invece sembra troppo spesso dimenticato.

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