libro 04DALLA DIOCESI - Prima di imbarcarci in questioni più complicate, come il problema del male o l’evoluzionismo, vorrei sgombrare il campo da due obiezioni semplici e immediate che gli atei molesti usano spesso per mettere in crisi i credenti. La prima obiezione in realtà non è una sola, ma una classe di obiezioni che hanno la caratteristica di essere tutte logicamente sbagliate.
“Tu credi in Dio perché hai bisogno di un amico immaginario”. “Sei cattolico perché sei nato in Italia, se tu fossi nato in Arabia saresti musulmano”. “Il Nuovo Testamento è stato scritto dai cristiani, che erano di parte”. “Se credi che la tua religione sia l’unica vera sei intollerante”. E potremmo andare avanti all’infinito con questi esempi che, ne sono sicuro, vi risultano familiari. Che cosa li accomuna? In tutti questi casi una convinzione religiosa viene rifiutata criticando il credente e le sue motivazioni, che possono essere il suo bisogno di non sentirsi solo, la sua provenienza geografica e culturale, la sua partigianeria, la sua intolleranza.


L’errore logico insito in queste obiezioni è che pretendono di giudicare la verità di un’idea concentrandosi sulla sua origine. Si chiama fallacia genetica. Come notava il grande antropologo Mircea Eliade, il fatto che la geometria sia nata per le necessità di irrigazione del delta del Nilo non ci dice niente sulla validità delle leggi della geometria. Per giudicare la verità di un’idea non dobbiamo discutere su com’è nata, ma sull’idea in se stessa. Tanto più che si può credere in cose vere e giuste anche per motivi sbagliati o essendo dei perfetti mascalzoni.
Lasciamo da parte le fallacie genetiche e passiamo a un secondo tipo di obiezione, che potremmo definire metafisica. Si tratta di quell’interrogativo che spinse il giovane Bertrand Russell verso l’ateismo, o meglio verso l’agnosticismo, secondo quanto lui stesso ha raccontato. “Se il mondo è stato creato da Dio, Dio chi l’ha creato?”. In altre parole, se cerchiamo una causa del mondo, perché non dovremmo cercare una causa di Dio?
Ora, il concetto di causa o di creazione rientra nel concetto più ampio di ragione sufficiente. L’essere creato non è infatti l’unico modo per rendere ragione dell’esistenza. Lo è sicuramente per quanto riguarda il mondo, che può esserci o non esserci. Per questo il mondo ha bisogno di una ragione sufficiente al di fuori di sé. Ma questo non vale per Dio, che è eterno, ha in se stesso la ragione sufficiente della propria esistenza e quindi non ha bisogno di un creatore.
Certo, Bertrand Russell era un genio, ma Tommaso d’Aquino non era un ritardato mentale. Le cose sono un po’ più complicate di quanto possa sembrare a tutta prima. Dovremmo porci altre domande, che rimandiamo però alla prossima puntata.

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