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DALLA DIOCESI - «Le forze che muovono la storia sono le stesse che rendono felice l’uomo». La frase di Don Giussani titolo del Meeting di Rimini 2018, potrebbe essere anche la sintesi della giornata in compagnia del nostro Vescovo, per la prima volta in veste ufficiale al Meeting. Ci siamo mossi, infatti, un piccolo gruppo, abbiamo impiegato le nostre forze per reggere il suo passo in un turbinio di incontri e ne siamo tornati a casa felici.
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SAN MINIATO - Il ritrovamento, durante le operazioni di catalogazione dei fondi antichi della Biblioteca del Seminario, di un piccolo libro di poesie di un autore locale - in particolare un sacerdote sanminiatese - ci ha consentito di portare a termine un approfondimento che è quasi una scoperta sulla quale informiamo ben volentieri i nostri lettori.
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SAN MINIATO - Settantaquattro anni! Tre quarti di secolo e 55 nomi graffiati col sangue nel marmo. Il tempo è un pozzo, un precipizio che ingoia ricordi e sentimenti. Ogni anno San Miniato, la Diocesi di San Miniato, l’Amministrazione comunale di San Miniato, ingaggiano una loro personale «Resistenza» contro lo scempio che l’oblio, per legge di natura, procura a tutte le cose umane: questa particolare «Resistenza» si esercita nel ricordo dei morti del Duomo.
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SAN MINIATO - Alla presenza delle autorità civili, politiche e militari, è stato inaugurato lo scorso 24 luglio a San Miniato il “MuMe”, Museo della Memoria, fortemente voluto dal Comune di San Miniato come scrigno a custodia «dei valori e delle testimonianze della storia più recente della comunità sanminiatese, con particolare riferimento ai fatti della Seconda guerra mondiale». Cordialmente invitato a partecipare anche il nostro Vescovo Andrea, che ha portato i saluti della Chiesa diocesana e benedetto i locali.
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DRAMMA POPOLARE - «Un teatro diverso. Dovrebbe ormai essere chiaro a tutti che quello che si fa a San Miniato non è una Rappresentazione Sacra, non è un Auto sacramental e neppure un Mistero liturgico della cui reviviscenza si occupano gli altri. È Teatro dello Spirito. Spirito come contrario della materia. È ciò che trascende. E in questo senso può dirsi religioso. Perché va oltre la dimensione terrena e temporale. L’individuo non si correla soltanto verso il suo simile o verso se stesso, ma verso ciò che gli appare assoluto, infinito, verso la trascendenza. In questo tipo di teatro c’è un interlocutore, in più, a pensarci bene; una presenza che sta al di sopra e al di fuori e che si manifesta come risonanza misteriosa nella corda profonda dell’anima» (Don Luciano Marrucci).
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