convegno

ll 43esimo convegno catechistico, tenutosi nella consueta cornice del Santuario di San Romano, ha messo in evidenza - secondo la maggior parte dei presenti - le grandi responsabilità del catechista di fronte ai suoi compiti, educativi ed ecclesiali. Le riflessioni dei due giorni, gli utilissimi lavori di gruppo, le domande, e le preoccupazioni emerse, hanno avuto infatti come denominatore comune la consapevolezza del senso “alto” del compito che attende i catechisti della nostra Diocesi alla luce dei "Nuovi orientamenti" della CEI.


Se i requisiti richiesti secondo questo recentissimo documento sembrano inarrivabili (il catechista dovrebbe racchiudere in sé le qualità del buon maestro, dell’educatore attento e del testimone fedele) è anche vero che il catechista ha dalla sua parte tre grossi pilastri che lo sosterranno nel difficile cammino dell’evangelizzazione. In primo luogo la comunità ecclesiale in cui opera, che può aiutarlo con la fiducia e l’attenzione sul lavoro che svolge, abbracciandolo quindi e facendogli sentire quel calore umano necessario alla buona riuscita di ogni attività. In secondo luogo la sua stessa spiritualità, il suo continuo nutrirsi della parola divina e della preghiera che formano il catechista e lo sostengono. Infine la particolare “chiamata” ad essere catechisti perché questi ultimi “non si dispongono da soli al servizio del Vangelo, ma rispondo liberamente a una vocazione”.
Quella del catechista è quindi una vera e propria «missione» che si svolge in un contesto di evangelizzazione del mondo sempre più complesso nel quale l’appartenenza responsabile alla Chiesa deve essere il segno distintivo del corretto operato del gruppo catechisti e di ogni singolo componente.
D’altra parte dal convegno è emerso inequivocabilmente che il catechista nella sua missione ha a che fare con l’uomo e la donna di età diversificate. Sono necessarie quindi capacità relazionali sempre mutevoli, che devono essere coltivate nel tempo, allenate con fatica, portate avanti con tenacia, anche quando la “risposta” della comunità non pare di grosso sostegno e lo scarto tra l’impegno profuso e il risultato raggiunto è ampio.
Per tutti i presenti, religiosi, religiose, laici, il convegno è stato ancora una volta occasione per riflettere, e per farlo insieme, come in una famiglia che si rispetti. Un nuovo inizio quindi alla luce degli "Orientamenti" per comprendere il cammino e ribadire che siamo sempre in cammino. Guardare alla difficoltà ma anche alla bellezza della sfida educativa che ci attende, nella consapevolezza che non siamo soli nella sfida dell’evangelizzazione: Gesù è con noi e con la sua mano nessuna meta è impossibile.

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