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SAN MINIATO - È su Santa Gemma Galgani, mistica lucchese, che si è concentrata la conversazione tenutasi lunedì 27 Ottobre presso l’auditorium del seminario vescovile di San Miniato. L’evento è stato organizzato dal Serra club, movimento laico cattolico che promuove queste iniziative. A fare da relatrice Gemma Giannini, presidentessa del Centro di Cultura di Lucca e discendente di quella stessa famiglia Giannini che ospitò la santa negli ultimi anni di vita. Nel suo ultimo libro “Amore vuole Amore” la Giannini parte da un presupposto: “Gemma Galgani era una giovane innamorata follemente del Signore”. Al punto tale che, la santa, fece della sofferenza della croce il suo punto di forza. Il dolore, infatti, è sempre stato una costante nella sua vita: la sua salute fisica è sempre stata cagionevole, unita a dolorosi lutti della sua gioventù come la precoce perdita della madre Aurelia e di un suo fratello. Tutta questa sofferenza serve per capire la santa: si pensi infatti alle sacre stimmate apparse in lei come segno dell’amor di Dio. Aspra era, poi, la battaglia con il demonio: “nei momenti più deboli la tormentava sotto diverse forme che le provocavano anche dolore fisico”. Ma la sua esistenza era confortata dalle sue estasi in cui gli apparivano il suo angelo custode sempre con lei nel momento del bisogno e lo stesso Gesù Cristo. La Giannini, illustrando la vita della santa, si è soffermata su alcuni eventi che più l’hanno colpita: si pensi alla guarigione miracolosa della propria bisnonna Giustina avvenuta dopo una forte preghiera di Gemma Galgani. La santa ebbe, poi, un rapporto prediletto coi passionisti, conosciuti proprio in casa Giannini nella figura di Padre Germano, suo padre spirituale.


Ma la vita di Gemma Galgani non è solo fatta di cose miracolose, come pur avvennero. A chiusura della serata, infatti, il Vescovo Mons. Fausto Tardelli, che era presente come ascoltatore ha raccontato un aneddoto: “Santa Gemma abitava in via del Biscione. È vicino a Via dei borghi dove sono cresciuto io”. Quando la madre di Mons. Tardelli si trovava a passare da quella via, guardando le porte di quella casa, affidava suo figlio a Dio.

Biografia di Santa Gemma
Gemma Galgani (Capannori, 12 marzo 1878 – Lucca, 11 aprile 1903) è stata una mistica italiana, legata particolarmente all’ordine dei passionisti, al quale peraltro mai appartenne, ma alla cui spiritualità fu sempre conforme. Scomparsa a soli 25 anni, fu beatificata nel 1933 da papa Pio XI e canonizzata da papa Pio XII nel 1940. La sua memoria liturgica è, universalmente, l’11 aprile, giorno della sua morte, sebbene venga ricordata dall’ordine passionista e dall’arcidiocesi di Lucca il 16 maggio. Nata nel 1878 a Borgonuovo frazione del comune di Capannori, rimase orfana della madre a sette anni. Cresciuta con il padre e i fratelli a Lucca, studiò presso le Suore Oblate dello Spirito Santo fino al giorno in cui, a causa d’un fallimento, la sua famiglia perse ogni avere e si trasferì in una povera abitazione in via del Biscione (oggi via Santa Gemma Galgani). Rifiutata dai monasteri della città venne adottata dalla famiglia Giannini che le offrì vitto e alloggio nella propria casa, per circa quattro anni, in via del Seminario a Lucca. Lì Gemma visse gli ultimi anni della sua giovane vita. Affetta da tubercolosi venne allontanata, per prevenzione, dall’abitazione dei Giannini e condotta in una casa vicina, in via della Rosa dove morì a 25 anni. Dopo la sua morte cominciò l’edificazione d’un monastero di passioniste a Lucca, come ella aveva ardentemente desiderato e dove ancora oggi riposano le sue spoglie.

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