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DALLA DIOCESI - Un argomento molto delicato e dibattuto in campo medico ed etico è senza ombra di dubbio quello del “fine vita” , che comprende molti temi delicati come l’eutanasia, l’accanimento terapeutico, il testamento biologico.
Su queste tematiche abbiamo parlato col dr. Sergio de Cesaris presidente AMCI a San Miniato. De Cesaris, nell’intodurre la problematica delle malattie terminali ha fatto riferimento al convegno sulle cure palliative che si svolse a San Miniato nell’Ottobre 2013: «Le cure palliative sono rivolte a pazienti colpiti da una malattia che non risponde più a trattamenti specifici e la cui diretta evoluzione è la morte; il loro principale obiettivo è quello di dare senso e dignità alla vita del malato fino alla fine, alleviando prima di tutto il suo dolore e aiutandolo con un concreto sostegno psicologico e spirituale».

L’opinione dei medici cattolici su questa tematica è molto chiara: «Siamo convinti che la vita naturale non deve essere interrotta all’inizio così come non deve essere interrotta alla fine – afferma De Cesaris – a partire dal momento in cui i gameti dei genitori si uniscono e la piccola cellula uovo diventa un essere umano a tutti gli effetti, e come tale degno di rispetto e protezione della comunità, fino al termine della vita, che deve esser dignitoso».
De Cesaris ha inoltre affermato che il nodo principale su cui verte la discussione è quello della sedazione nella parte finale della vita: «Qualcuno la interpreta come un abuso del medico che assiste la persona in stato terminale; i medici, invece ritengono che la sedazione finale può esser utile per permettere un trapasso il più sereno possibile».
Il dott. De Cesaris chiude la strada all’eutanasia, che è un atto diretto del medico a provocare la morte del paziente sotto sua esplicita volontà: «Non fa parte del bagaglio dei medici cattolici. La vita deve essere sempre protetta».
I medici cattolici sono contrari anche all’accanimento terapeutico con cui si indica il trattamento sproporzionato o inutile rispetto al quadro clinico del paziente. Un esempio più calzante ce lo dà il dott. Sergio De Cesaris: «Giovanni Paolo II rifiutò l’accanimento terapeutico; quando capì che era alla fine chiese al suo medico: – ma questa medicina serve a qualcosa? – il medico rispose: no! La contro risposta non tardò a venire: – allora lasci stare e mi faccia morire –».
De Cesaris parla anche del “Testamento biologico”: «Faccio un esempio, se una persona decide che in caso di morte improvvisa, a causa di un’emorragia cerebrale, che è la situazione principale in cui vengono effettuati gli espianti, decide di donare gli organi, nulla di contrario in quanto si aiutano le altre persone a vivere. Il testamento non deve riguardare però l’interruzione di terapie o trattamenti necessari al mantenimento della vita, provocando la morte dell’interessato in virtù di un mero consenso preventivamente lasciato".
Su queste questioni molti intervengono e non sempre a ragione ma le posizioni dei medici cattolici sono le seguenti: contrari all’eutanasia e all’accanimento terapeutico; il testamento biologico a determinate condizioni. In discussione la concezione di sedazione finale.

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