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DALLA DIOCESI - La frana è divenuta inarrestabile, come previsto e denunciato da chi era sceso in piazza per esprimere la propria contrarietà alle unioni civili. La legge ex Cirinnà è passata a tappe forzate, a colpi di fiducia, impedendo ogni dibattito e ogni possibile emendamento. L’unica modifica apportata al testo per convincere i moderati ad approvare la legge è stata lo stralcio del comma sull’adozione del figliastro, ma questa concessione è stata già annullata in tempo record per via giudiziaria.
La Cassazione, lo scorso 22 giugno, ha infatti confermato le “sentenze creative” di alcuni giudici che, in assenza di ogni riferimento di legge, hanno concesso l’adozione del figliastro all’interno di coppie lesbiche. Così bambini ottenuti con la fecondazione eterologa sono stati adottati dalla convivente della madre e si sono legalmente ritrovati ad avere due mamme e nessun papà.
ll Procuratore generale aveva invitato le due sezioni della Corte di Cassazione a pronunciarsi congiuntamente su questi casi, al fine di evitare sentenze a macchia di leopardo. Nella sua requisitoria il Procuratore aveva ricordato che l’adozione del figliastro non c’è nella legge sulle unioni civili e non figura neanche tra i “casi particolari” previsti dalla legge italiana sulle adozioni, che riguardano piuttosto bambini abusati, abbandonati o maltrattati. Il Procuratore aveva menzionato, inoltre, seri studi sociologici che dimostrano come ci sia una maggiore incidenza di problemi psicologici e sociali nei bambini di coppie omogenitoriali rispetto a quelli di coppie normali.
La Cassazione ha fatto orecchie da mercante: ha sancito che l’adozione omosessuale può rientrare tra i “casi particolari” previsti dalla legge italiana sulle adozioni e ha lasciato mano libera ai giudici, raccomandando loro di valutare caso per caso nell’interesse del minore. Per ora si tratta di un’eccezione alla regola, ma ormai la via è aperta all’adozione di bambini da parte di coppie omosessuali.
E’ prevedibile che, per evitare ogni discriminazione, si giunga entro l’anno a legittimare l’adozione del figliastro anche per le coppie di maschi omosessuali, che hanno ottenuto un bambino con la pratica vietata in Italia dell’utero in affitto. Più volte si è sentito ripetere che l’utero in affitto non c’è nella legge ex Cirinnà, ma è sufficiente mettere le premesse per arrivare al risultato. Gli italiani - nella stragrande maggioranza - considerano ripugnante e profondamente ingiusta la pratica dell’utero in affitto, e sono contrari alle adozioni gay in generale, ma senza neanche accorgersene si troveranno di fronte al fatto compiuto.
L’unico modo per fermare questa frana sarebbe l’abrogazione per via referendaria della legge sulle unioni civili. Ma chi oserà proporre un simile referendum, sottoponendosi al linciaggio morale finora riservato ai cosiddetti “ultra-cattolici” difensori della famiglia?

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