Laudato-si

 

SAN MINIATO - Lo scorso 17 gennaio il Serra Club di San Miniato ha proposto ai propri soci e a tutta la cittadinanza un incontro col vescovo Migliavacca sull’enciclica di papa Francesco Laudato si’. Il presule ha sintetizzato per gli uditori, convenuti nell’aula magna del seminario, la struttura di questo documento papale che affronta la tematica ecologica, non strettamente legata alla Chiesa ma che diventa oggetto di dialogo con il mondo contemporaneo. Un dialogo - e questo è il punto essenziale - illuminato dalla Parola di Dio.
Il vescovo Andrea ha insistito soprattutto sullo stile di vita, sulla spiritualità ecologica che il Papa indica proprio a partire dalla Rivelazione biblica. “La Parola di Dio”, ha sottolineato mons. Migliavacca “ci dice che il cuore della creazione è l’amore. Dio vuole la vita perché ama. Il racconto della creazione ci dice anzitutto che siamo amati da Dio”.
Il secondo passaggio evidenziato dall’enciclica è quello della creazione come “progetto ferito”. A causa del peccato viene meno la fiducia dell’uomo nel Creatore e la questione ecologica si lega al tema del peccato, della finitudine, della morte. Tuttavia la creazione ferita non è in cammino verso la distruzione, come sembra suggerirci la scienza, ma verso la ricostruzione, la restaurazione. Lo stesso vale per la vita umana, fisicamente destinata alla morte ma in realtà in cammino verso la vita piena. La ricapitolazione in Cristo, di cui parla San Paolo, non riguarda solo l’uomo ma è il destino di tutta la creazione. “Quando ci curiamo della questione ecologica”, ha notato il vescovo “lo facciamo perché il nostro mondo va verso una realizzazione di cui vogliamo essere collaboratori”.


Il terzo passaggio è quindi quello di riconoscere che il progetto buono di Dio va coltivato e custodito. A questo scopo, non tutti i sistemi economici sono adeguati. Si pensi al tema della loro sostenibilità.
Il quarto passaggio riguarda l’atteggiamento di lode che il credente deve avere. “Lodare”, ha ricordato mons. Migliavacca “non è solo ringraziare ma anche riconoscere che la vita è nelle mani di Dio. Si deve passare dallo stupore di fronte al creato al riconoscimento dell’incontro col Signore”.
Il quarto passaggio è quello delle relazioni. L’uomo è in relazione con Dio, con gli altri e con il mondo. Ogni realtà creata ha la sua dignità, ma c’è una singolarità dell’uomo che è data dal suo rapporto unico con Dio e dal suo potere di dare il nome a tutte le cose. Questo potere va sempre compreso in armonia col progetto di Dio e qui si inquadrano, ad esempio, tutti i temi della bioetica. Non tutto ciò che è tecnicamente possibile è anche moralmente lecito.
Il vescovo ha messo in evidenza che tutti i problemi ecologici, anche i più concreti, appartengono all’ambito della creazione come dono e progetto, di cui bisogna comprendere l’origine e la finalità. Ha posto poi una particolare enfasi sul tema dello sguardo di Gesù sul mondo, che fornisce la chiave interpretativa di tutta l’enciclica e dello stile di vita che ad essa si deve ispirare. Uno stile fatto di pieno inserimento nella natura, di accompagnamento verso il compimento, di affidamento alla provvidenza del Padre. Così anche le nostre piccole attenzioni ai consumi, alla gestione dei rifiuti, al rispetto degli animali, si inquadrano in un’autentica spiritualità che il Papa ha avuto il merito di de-ideologizzare e di ricondurre allo spirito del Vangelo.

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