Valentina BorgioliVAL 1553download 1Valentina BorgioliVAL 1565Valentina BorgioliVAL 1708Valentina BorgioliVAL 1580zoom Marzio Gabbanini

Andrea Pieroni, presidente della provincia di Pisa dal 2004 al 2014

Dieci anni sono molti e sono pochi. Sono un arco temporale abbastanza ampio per progettare e realizzare qualcosa, ma alla fine qualcosa rimane comunque incompiuto!  Sono i dieci anni della mia esperienza quale presidente della Provincia di Pisa che si sovrappongono ai dieci anni di episcopato di Mons. Fausto Tardelli, il “mio” vescovo.Mons. Tardelli arrivò a San Miniato nel 2004, poche settimane prima che io fossi eletto per la prima volta e lascerà la diocesi poche settimane dopo il termine del mio secondo e ultimo mandato.In questi dieci anni la realtà è molto cambiata, localmente ed oltre.

Nel 2004, si guardava al futuro ancora con fiducia, oggi siamo immersi in una crisi a tratti devastante senza vedere ancora via d’uscita.Nel 2004, le istituzioni erano un punto di riferimento preciso, oggi sono messe in discussione. Nel 2004, l’Italia era ancora il “campo da gioco” per il futuro personale e professionale dei giovani, oggi in molti guardano all’estero all’insegna del “mollo tutto”! Con il Vescovo Fausto, abbiamo visto cambiare – in peggio – il contesto, con l’ansia ed il cruccio di non riuscire a rispondere alle tante richieste di aiuto, sostegno e vicinanza da parte di tanti. Ecco, è proprio nell’ansia, nella preoccupazione, nello sforzo di essere vicini ai problemi personali ed al disagio sociale, così come nella disponibilità a confrontarsi con le nuove emergenze, che vedo il tratto caratterizzante i dieci anni del Vescovo Tardelli.Lo ricordo pronto e disponibile ad affrontare le varie emergenze “profughi”, quella del 2011 e quella più recente, mettendo a disposizione locali e strutture e sollecitando il mondo cattolico a farsi presente. Così come, ha fatto della Caritas uno strumento efficace di solidarietà e di vicinanza concreta nelle situazioni di bisogno, determinate dalle molte crisi aziendali e dalla perdita del lavoro. Ho ben presente l’attenzione che Mons. Tardelli ha riservato agli amministratori locali, comprendendone l’impegno e le grandi difficoltà. Per questo, il primo gennaio di ogni anno ci ha puntualmente chiamati a confrontarci sul messaggio del Papa in occasione della giornata mondiale per la pace, sapendo che solo rimettendo al centro i valori indelebili e fondamentali si costruiscono le risposte utili anche alle questioni del presente.

Insomma, un Vescovo “al passo con i tempi”, con questi tempi difficili. Mi ha sempre sorpreso – favorevolmente – la disponibilità immediata e la facilità dei contatti. Un Vescovo “a portata di mano”.
Ho sperimentato il suo tratto umano: diretto, franco e cordiale, ma pure energico e deciso quando era necessario esserlo. Portato al confronto ed al dialogo, ma sempre fermo sui principi.
E’ difficile tracciare in breve il profilo di un Vescovo, di un uomo e dei suoi dieci anni come Pastore in mezzo al suo popolo. L’ho fatto, molto parzialmente, affidandomi ad alcuni ricordi ed anche ad alcune percezioni.
Lo ringrazio di cuore per tutto quanto ha fatto in mezzo a noi e per noi. Lo ringrazio infine per avermi voluto concedere l’onore di far parte del Comitato per la Beatificazione di Mons. Pio Alberto Del Corona, di cui ebbi modo di approfondire profilo e contesto nell’ambito della mia tesi di laurea, un bel po’ di anni fa.
Un bel regalo davvero!
Grazie anche per questo Vescovo Fausto.

ll saluto del presidente del Presidente del Dramma Popolare Marzio Gabbanini

Salutare Sua Eccellenza Fausto Tardelli, chiamato a guidare una Diocesi come quella di Pistoia, provoca in tutti noi grande ammirazione nei confronti di un Vescovo, che tanto ha dato alla Diocesi di San Miniato in entusiasmo, vigore spirituale, carità e speranza, ma al tempo stesso genera rammarico e rimpianto perchè, forse, ci è stato “tolto” troppo presto. Il Dramma Popolare, come del resto le tante Istituzioni samminiatesi, gli devono molto avendo sempre trovato in Lui ascolto attento, sostegno competente, comprensione, consiglio, motivo di arricchimento spirituale. Io personalmente ho avuto con lui contatti molto frequenti, una perfetta sintonia nella decisione di porre alla guida del Teatro dello Spirito un sacerdote, soprattutto, un Direttore Artistico come Don Piero Ciardella, colto, sensibile, aperto, dotato di una vasta preparazione teologica. Monsignor Tardelli ha seguito, passo per passo, il programma di rinnovamento del Dramma Popolare, la volontà mia e del Consiglio di Amministrazione, di far sentire il Teatro del Cielo come una presenza culturalmente efficace e viva nell’intero arco dell’anno, a partire dalla nascita dei «Venerdì del Dramma» che hanno portato a San miniato molti nomi importanti del teatro italiano, ma anche iniziative di riscoperta dei principi fondanti del programma originario e di quanti hanno voluto, nel secondo dopoguerra, un teatro di ispirazione cristiana, moderno e vicino alle problematiche dell’uomo di oggi. Ogni volta Sua Eccellenza è intervenuto, incoraggiandoci a perseverare nel cammino intrapreso e questo ha fortemente contribuito ai successi del Dramma Popolare sia relativamente agli spettacoli centrali del mese di Luglio, sia alle proposte del Festival annuale o di quelle collaterali: il ricordo di Don Ruggini, di Dilvo Lotti, di Mario Luzi, la presentazione del libro «Il Dramma Popolare di San Miniato: le ragioni della speranza», la lapide posta sulla scalinata di Piazza del Seminario in memoria dei fondatori.  Grande è dunque la gratitudine verso un Pastore il cui apostolato si è dispiegato in tutte le direzioni, sempre a elevazione spirituale delle anime a Lui affidate; tra queste si pone quella del Dramma Popolare e di tutti noi che non Lo dimenticheremo. Ci affidiamo alle sue preghiere e al tempo stesso lo accompagneremo con le nostre nell’impegnativo compito che Lo attende e che sarà sicuramente ricco di profonde gratificazioni spirituali.

Il saluto del sindaco Gabbanini

Abbiamo trovato in Lei, ogni volta, un ascoltatore attento e pensoso, sempre disponibile al dialogo con le Istituzioni, ma soprattutto con la gente comune, sia per un’innata predisposizione al contatto umano, sia per la ferma volontà di mantenersi fedele al compito del buon Pastore, del Vescovo costantemente preso dalla cura delle anime, alle quali dedicarsi con amore e sentimento di suprema carità cristiana».Così il sindaco di San Miniato si è rivolto a mons. Tardelli nel corso del saluto a lui rivolto durante la Messa di domenica scorsa.
«Non dimentichiamo quanto si sia prodigato per i bisognosi – ha affermato il sindaco – per tutti coloro che vivono il dramma della perdita del lavoro, di famiglie in gravi difficoltà, seguendo sempre i principi fondanti della Dottrina Sociale della Chiesa. Ovunque il Vescovo è stato presente direttamente o tramite i suoi parroci, preoccupandosi sempre di non far mancare un sostegno concreto, di essere mediatore convincente ed efficace tra le Istituzioni, sempre a vantaggio del bene comune».
«Che dire, poi, della tutela del patrimonio artistico e culturale di cui San Miniato e l’intera Diocesi sono ricche, per la cui salvaguardia Sua Eccellenza si è sempre prodigata, coinvolgendo esperti e istituzioni, com’è accaduto per il recentissimo restauro della torre di Matilde e della bellissima Pieve romanica di Corazzano, che sarà presto riaperta al culto.
Quasi tutte le chiese della Diocesi hanno ormai recuperato il loro aspetto più autentico nel segno del rispetto degli originari criteri architettonici. Questa è la migliore testimonianza di un’armonia, di un dialogo vero, di una forte collaborazione tra istituzioni ecclesiastiche e civili, dagli Enti Locali alla Fondazione Crsm, impegnati tutti nella difesa delle ricchezze artistiche del territorio.Non è da tacere poi la cura con cui il nostro Vescovo ha seguito, sostenuto e accompagnato il processo di beatificazione di Monsignor Del Corona».
«Eccellenza – ha concluso il primo cittadino di San Miniato – non la dimenticheremo».

L'arrivederci di Riccardo Ceccatelli a nome Consiglio Pastorale Diocesano

 

Eccellenza carissima,
appena cinque mesi fa abbiamo avuto modo di celebrare con solennità il decimo anniversario del suo ingresso nella nostra diocesi e oggi la Chiesa sanminiatese è di nuovo radunata in questa Cattedrale per un ultimo saluto in vista del suo imminente trasferimento nella sede di Pistoia dove il Santo Padre l’ha chiamata a svolgere il ministero episcopale lo scorso 8 ottobre.
Vuole essere questo il grande abbraccio di tutta la diocesi fatto di tanti volti, di tante storie, di gioie e di dolori che siamo certi rimarranno impressi nel suo cuore anche quando non sarà più con noi e altri volti, storie e preoccupazioni inevitabilmente subentreranno nei suoi pensieri di pastore attento e premuroso.
Certo di interpretate il sentimento di tutti, come Segretario del Consiglio Pastorale Diocesano, mi sento in dovere innanzi tutto di porgerle un sincero ringraziamento per l’opera costante da lei compiuta di valorizzazione di tutte le componenti ecclesiali della Diocesi, fatta cercando il confronto schietto e sincero con i laici nel Consiglio Pastorale Diocesano, nella Consulta delle Aggregazioni Laicali, nella Caritas e ovviamente con i sacerdoti nel Consiglio Presbiterale e nelle frequenti assemblee del clero, oltre che nei due Convegni Sinodali, nel 2008 e nel 2011, che hanno visto la partecipazione di moltissimi laici. Un confronto cercato e stimolato con tutte le sue energie, forse non sempre adeguatamente corrisposto, ma certamente in ogni caso grandemente apprezzato.
Un’altra cosa per la quale è doveroso il nostro ringraziamento questa sera è il suo instancabile richiamo all’unità della nostra Chiesa sotto la guida del proprio pastore, al di là dei pur legittimi «campanilismi» e "corporativismi" particolari. Per far crescere in tutto il popolo di Dio il senso della comunione e della corresponsabilità, lei ha fortemente voluto l’istituzione, nelle Unità Pastorali della Diocesi, dei Consigli Pastorali, dove i laici sono chiamati a partecipare direttamente alla vita e alla missione della Chiesa e a collaborare coi propri parroci alla conduzione “pastorale” delle parrocchie. Un’esperienza questa appena avviata e che ha ancora bisogno di essere sostenuta e consolidata, ma che certamente va nella direzione di far crescere “insieme”tutta la Chiesa, sacerdoti e laici, religiosi e religiose, dando a tutti voce in spirito di corresponsabilità.
Tante sono le cose doverose di cui rendere grazie a Dio tutti insieme questa sera nell’Eucaristia che stiamo iniziando, ma le lasciamo emergere silenziose nel cuore di ognuno; per un’ultima cosa desidero però ringraziarla pubblicamente ovvero per il suo ininterrotto stimolo alla preghiera nella particolare forma della lectio biblica proposta alla Diocesi per dieci anni consecutivi nell’intento di diffondere quanto più ampiamente possibile la conoscenza delle Sacre Scritture che, per dirla con san Girolamo (cfr DV, 25), è conoscenza di Cristo.
Eccellenza, quando dieci anni fa fu eletto Vescovo di San Miniato ci scrisse una bella lettera che si concludeva così: «presto sarò da voi, per camminare insieme nel Signore». In questi anni abbiamo davvero «camminato insieme nel Signore». Abbiamo fatto un lungo tratto in comune e di questo siamo immensamente grati a Dio e anche se a breve le nostre strade si separeranno, la direzione è la stessa e prima o poi certamente ci ritroveremo. Dal prossimo 8 dicembre nella preghiera Eucaristica altri pregheranno per «il nostro vescovo Fausto»… e questo a noi mancherà! Ma certamente non cesseremo di pregare per lei nel nostro cuore, come siamo certi non cesserà di fare lei per noi.
Grazie Eccellenza!

 

Il cordiale saluto dei cittadini di San Miniato a nome di Beppe Chelli

 

Carissimo Vescovo Fausto,
fra pochi giorni andrai a Pistoia ed il nostro rammarico è duro a buttarlo giù, pur sapendo che l'amicizia, quella non virtuale, non è mai perduta nè lontana.
Sei stato il nostro Vescovo e in questi anni ti abbiamo conosciuto ed apprezzato pastore solerte e premuroso che prima di chiedere il nostro ascoloto ti sei messo tu stesso in ascolto della nostra voce, come padre verso i propri figli.
Ma sei pure amico: lo sappiamo dalle molteplice occasioni d'incontro in cui ogni volta ci hai dato serenità e gioia di averti trovato.
l tono confidenziale con cui ti salutiamo non poteva essere diverso: quando mai gli amici, se davvero tali, si salutano in modo formale, pur azzardando nel nostro caso di apparire maldestri.
Preferiamo rischiare, contenti di essere qui, tutti insieme, a salutarti con il cuore in mano, come si dice tra persone semplici.
Da domani, di sicuro ci sariremo più soli, ma non smarriti né frastornati dall'emozione: il prezioso patrimonio della tua pastorale, premurosa verso tutti, lo teniamo come retaggio e risuona per nostro conforto promessa messianica: "non relinquam vos orfanos"
Arrivederci, Eccellenza, che Dio La protegga, sempre.

 

 

 

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