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SAN MINIATO - La polemica sullA rimozione delle lapidi dalla facciata del muncipio di San Miniato ha infuocato nei giorni scorsi gli animi e le pagine dei giornali locali. Il sindaco di San Miniato manifestò per la prima volta l’intenzione di rimuovere le due lapidi che riportano le due diverse ricostruzioni dei tragici fatti del 22 luglio 1944 circa un anno fa. La prima lapide (quella che atrribuiva la responsabilità della strage ai “tedeschi”) fu scritta da Luigi Russo, e fu affissa nel 1954, nel decennale della tragedia, inaugurata da Ferruccio Parri del Partito d’Azione. La seconda lapide fu scritta da Oscar Luigi Scalfaro nel 2007, affissa accanto alla prima a seguto delle risultanze storiche e giuridiche che attribuirono alle forze alleate il colpo mortale che distrusse la vita di quelle 55 vitime innocenti.


Lo scorso 8 aprile il sindaco Gabbanini ha mantuenuto l’impegno preso: «Questo percorso è iniziato oltre un anno fa, quando lanciai la proposta e avviammo le procedure con i consueti passaggi all’interno degli organi deputati – ha spiegato il sindaco di San Miniato –. D’accordo con la giunta abbiamo deciso di procedere alla rimozione delle lapidi dalla facciata del Palazzo Comunale perché i tempi sono maturi; interpretano la guerra rappresentando due momenti storici differenti e, senza togliere nulla alla veridicità storica degli avvenimenti, sui quali è stata fatta opportuna chiarezza, non ci sembrava opportuno che rimanessero affisse ad un edificio istituzionale per eccellenza».
Di tutt’altro avviso è il presidente di Assoallenatori ed esponente locale di Sel Renzo Ulivieri che ha tuonato contro la decisione di Gabbanini: «Con questo atto manifesti la volontà di voler rimuovere la Memoria – ha affermato Ulivieri in un accorata lettera aperta al Sindaco –. Molti pensano che la pacificazione passi attraverso un pensiero e una memoria condivisi. Non è così, perché un popolo civile sa accettare e sa convivere anche con una memoria non condivisa. E il popolo di San Miniato lo ha dimostrato da dopoguerra ad oggi».
La propsettiva per le due lapidi è una nuova collocazione all’interno del costituendo museo della memoria del comune. Si parla anche di una nuova lapide con il nome delle vittime della strage da apporre sulla facciata del municipio.
La vicenda ha fatto tornare in primo piano le ferite mai del tutto rimarginate del periodo a cavallo tra il’43 e il ’45, che ancora, sia dal punto di vista storico che politico culturale, rimane oggetto di dibattito a volte molto duro.

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