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DALLA DIOCESI - Si apre in questi giorni il sipario sull’Expo di Milano, che ha per tema l’alimentazione e il cibo. Non è un caso che sia stato dato questo taglio all’attesissima esposizione universale, considerando che la dieta, l’attenzione al cibo e alle sue qualità si è ormai trasformata in una vera e propria religione globale.
L’adesione a qualche credo alimentare ci coinvolge più o meno tutti: chi crede nelle proprietà terapeutiche della curcuma, chi confida negli effetti miracolosi della dieta a zona... Della questione se n’è occupato recentemente l’antropologo Marino Niola, nell’interessante saggio intitolato «Homo Dieteticus, viaggio nelle tribù alimentari».


Al di là delle argomentazioni specifiche sulle diete e sul business del benessere, colpiscono i collegamenti con antiche forme di religiosità, appartenenti anche al cristianesimo, come il digiuno e l’ascesi, però svuotate della loro dimensione spirituale. Una sorta di migrazione da un’auto-disciplina tesa alla salvezza dell’anima ad una finalizzata alla bellezza del corpo.
L’efficienza e la bellezza fisica sono diventate una forma secolarizzata di vita eterna, surrogati della trascendenza ricercati attraverso uno stile di vita salutistico, che ha preso il posto dei tradizionali esercizi spirituali.
Alcune scelte alimentari, specialmente quelle basate sul togliere determinate tipologie di cibo, sono praticate con un livello di radicalità che sfiora il fondamentalismo.
E le diverse diete - che si contendono lo status di unica via di salavezza - si moltiplicano come un tempo proliferavano le sette ereticali.
C’è indubbiamente un influsso esterno che ci spinge verso queste forme di integralsimo. Non soltanto i modelli pubblicitari. Pensiamo acnhe ai parametri di salute, ma soprattutto di bellezza, stabiliti dalle organizzazioni internazionali, che non lasciano molto spazio all’ìnterpretazione. Al punto che il serio problema del diffondersi dell’obesità è all’origine di una moderna forma di razzismo. Alcuni dati che riporta lo stesso Niola documentano discrimanzioni a livello lavorativo e sociale delle persone in sovrappeso.
Anche il fenomeno del bullismo, che spesso viene ascritto a motivi razziali e omofobici, in realtà colpisce nella maggior parte dei casi le persone con problemi di peso.
Il web contribuisce inoltre ad amplificare e diffondere le nuove mode alimentari, sbandierando il mito del corpo perfetto e dell’eterna giovinezza davanti agli occhi di persone sempre più fragili e alla ricerca di una sicurezza che non trovano più nelle fedi tradizionali.
Non è certo il caso di sottovalutare l’importanza di una corretta alimentazione, soprattutto per la prevenzione di malattie molto gravi e invalidanti, però quello che ci preme denunciare sono gli estremismi e quella sorta di religione materialista della scienza che oscura ogni prospettiva trascendente e spirituale.
E’ curioso che nell’epoca dell’abbondanza - almeno nel mondo occidentale - le regole per una vita perfetta si basino sul "senza": senza carboidrati, senza zucchero, senza sale... Allo stesso modo in cui l’uomo che ha tutto il superfluo ha deciso di privarsi di Dio.

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