Omelia della Messa in occasione dell’anniversario della strage del Duomo – 22 luglio 2016

Cari fratelli, care sorelle,

il luogo nel quel ci troviamo a celebrare questa eucaristia è stato, nel 1944, proprio in questa giornata, insanguinato e ferito da una terribile strage di cittadini di San Miniato. La memoria di quell’evento è ancora viva nella cittadinanza e nei fedeli, sanguina ancora come una ferita, risuona come appello alla giustizia, alla pace e alla riconciliazione.

Di quell’evento vogliamo oggi fare memoria, pregando per i defunti e invocando dal Signore il dono della misericordia.

Questa nostra memoria si colloca nella festa liturgica di Santa Maria Maddalena, per la prima volta celebrata come festa, per decisione di papa Francesco.

La testimonianza della Maddalena e la Parola proclamata accompagna i nostri passi di fede e in qualche modo illumina anche l’evento tragico che vogliamo oggi celebrare.

Una prima dimensione trova rilievo nelle letture ascoltate: la ricerca.

E’ questo l’atteggiamento assunto dalla sposa nella prima lettura del Cantico dei cantici. “… lungo la notte, ho cercato l’amore dell’anima mia; l’ho cercato, ma non l’ho trovato… Voglio cercare l’amore dell’anima mia”. E in conclusione: “… trovai l’amore dell’anima mia”.

E il Vangelo ci riporta la vicenda di Maria Maddalena al Sepolcro, nel giorno di Pasqua, anche lei nell’atteggiamento della ricerca: “Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!”. E Gesù: “Donna perché piangi, chi cerchi?”.

La ricerca dunque. La ricerca è una attenzione, un movimento, una dinamica che racchiude domande, talvolta smarrimento, necessità di pazienza e di fiducia, incertezza. L’esperienza della ricerca, dell’avere in cuore domande che non subito trovano risposta è esperienza di tutti noi. Accade talvolta che proprio esperienze di dolore, di sofferenza, di dramma accendano nel nostro cuore, anche nell’anima del credente, domande che non subito hanno risposta o magari mai l’avranno. Il credente rivolge le domande profonde del suo cuore anche a Dio: al Padre buono si può chiedere quale sia la sua volontà, come si manifesti nel qui ed ora la sua bontà, come la sua provvidenza si prenda cura di noi quando invece sembra proprio lontana. Ecco la domanda, la ricerca: “Dove sei Signore?”.

E’ con queste domande che si fa memoria anche della guerra e della strage del duomo. Siamo di fronte alla morte di tanti innocenti. Il cuore allora, ancora oggi, cerca, domanda, si interroga: perché Signore?

La ricerca di cui ci parla la Scrittura non finisce nel buio e nell’abisso, ma incontra una presenza, il Signore, colui che ascolta e si svela. “Ho trovato l’amore  dell’anima mia” afferma la sposa; “Maria” dice Gesù alla Maddalena, svelandosi, facendosi riconoscere.

La fede ci fa sapere che le nostre domande ormai abitano il cuore di Dio, la Lui sono accolte e custodite e diventano spazi di dialogo in cui il Signore riprende a raccontarci il suo amore e la sua misericordia.

Una seconda dimensione che accompagna la Parola di Dio odierna è l’annuncio.

Maria Maddalena è la prima donna che accoglie l’annuncio del Risorto e ne diventa testimone. “Va’ dai miei fratelli e dì loro…”. “Maria di Magdala andò ad annunciare ai discepoli: ‘Ho visto il Signore!’ e ciò che le aveva detto”.

Nella liturgia di oggi allora si parla di vita, di resurrezione, di annuncio gioioso di Pasqua. Si parte da un sepolcro, dal luogo dove è custodita la morte, e risuona invece l’annuncio di vita, del Risorto, annuncio di luce e dono di pace.

Noi facciamo memoria di una strage e di tanti morti. Questo luogo e questa memoria diventano spazio in cui si riprende a parlare di vita. L’eco della morte è spento dal grido di gioia del Signore risorto, della vita ridonata a chi l’ha persa, della pace dono di Pasqua.

A noi, come a Maria Maddalena, è chiesto di far risuonare questo annuncio di vita. Facciamo memoria dei morti per proclamare che sulla morte trionfa la vita, quella del Risorto, una vita donata a noi e ai nostri defunti.

C’è un modo per parlare di vita, per parlarne a partire da un duomo ferito e da vittime innocenti, che è quello di chi si fa costruttore di pace. Proprio da luoghi teatro di guerra, anche quelli, purtroppo molto numerosi, della nostra attualità, si può ricominciare a parlare di vita, di pace, di riconciliazione, di ponti. E’ il Signore, il risorto che dice: “Pace a voi”. Lui, il Risorto sempre è costruttore di pace. E noi?

Maria Maddalena, questa festa liturgica, è invito a farti testimoni di pace nelle parole, nei gesti, nei rapporti tra di noi, nel sacrificio, nelle nostre storie di fede.

Al Signore della vita, al Risorto affidiamo i defunti di questa strage che oggi ricordiamo. A Lui chiediamo la forza di diventare suoi testimoni, testimoni della Pasqua.

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