03 Casciana Terme - Del Poggetto - 2018-10-21

VALDERA - In una società in continuo divenire cosa è necessario fare per salvaguardare la famiglia? È questa la domanda che si è posta la commissione per la famiglia del consiglio pastorale di Casciana Terme, tentando di dare e di darsi una risposta con l’aiuto di validi professionisti e testimoni eccezionali che animeranno una serie di nove incontri e dibattiti i quali avranno luogo in varie parrocchie del Vicariato della Valdera e delle Colline Pisane.

Il primo incontro si è svolto domenica scorsa nel pomeriggio a Casciana Terme, nel salone delle Terme gentilmente concesso. Relatrice, la dottoressa Maria Cristina Dal Poggetto, medico chirurgo, specialista in psichiatria e psicoterapia sistemico-relazionale e mediatrice familiare. Moderatore dell’incontro Stefano Giannarelli. Chiara Marconi, madre e moglie e componente della commissione famiglia, ha rotto il ghiaccio, spiegando come è nata l’idea e come ha preso forma questo progetto, non potevano poi mancare i saluti dell’autorità civile, il Sindaco Mirko Terreni si è complimentato con gli organizzatori per la ricchezza dei contenuti e il livello di approfondimento con il quale ci si era approcciati a questo argomento. «Il mondo è cambiato - ha dichiarato -  ma se la famiglia funziona, funzionerà anche il nostro paese. Si parla della famiglia anche nella Costituzione, i Padri costituenti non l’avevano dimenticata». Le sue non sono state parole di circostanza, perché il primo cittadino ha seguito fino in fondo e con interesse il dibattito. È stata poi la volta del saluto dell’autorità religiosa, Don Angelo Falchi, parroco di Casciana Terme. «Avremo modo di capire e analizzare i molteplici aspetti della famiglia che è di fatto un microcosmo e che da ricchezza al mondo - ha detto il sacerdote - la famiglia è il capolavoro di Dio». A quel punto il salone sopra il caffè delle Terme era stracolmo, ma quando la dottoressa Dal Poggetto ha iniziato a spiegare, come dovrebbe essere una vera famiglia cristiana, l’attenzione del pubblico è stata catturata dalle parole: «scuola di Agape, l’agape è l’amore disinteressato e smisurato che ogni sposo dovrebbe avere per la sua sposa e viceversa, relazioni rispettose, voler bene all’altro più che a se stesso, gioire per i successi dell’altro o dell’altra, fare spazio al coniuge, il tutto con una perfetta reciprocità». La prima parola che viene in mente ascoltando questi insegnamenti è il sostantivo responsabilità, parola ormai in disuso. Ma la psicoterapeuta ha continuato affermando che il periodo del fidanzamento è importante e fondamentale per capire e scoprire se il rapporto è bifunzionale, per conoscersi a fondo e capire quali sono le cose importanti per l’altro. «La famiglia nasce e vive grazie a quel "per sempre" - ha spiegato Maria Cristina Dal Poggetto - a quel patto coniugale a cui si tiene fede, non dobbiamo essere due individui che stanno insieme, bensì un’unica persona nata da una fusione materiale e spirituale di due esseri legati da un profondo affetto». La parola affetto è stata una parola chiave nell’esposizione della relatrice, la quale ha delineato una profonda differenza fra emozione o sentimento e affetto. «L’emozione - ha spiegato la psicoterapeuta - è qualcosa che nasce internamente alle persone, mentre l’affetto è correlato ad un rapporto con l’altro, se si permette ai nostri figli di vivere nelle emozioni e non gli si insegna a provare affetto, saranno sempre ripiegati su se stessi. L’affetto è guidato da un’etica e quindi presuppone un sacrificio, chi punta sull’affetto avrà un matrimonio felice». Le famiglie moderne sono fragili e la nuova mobilità lavorativa certamente non aiuta, ma a questo riguardo la dottoressa Dal Poggetto ha donato al suo uditorio altre perle di saggezza: «la gratuità, l’amore, la condivisione, la reciprocità, sono le monete che si usano o si dovrebbero usare in famiglia». La psicoterapeuta ha poi portato l’attenzione del pubblico sulla frase con cui sia nel rito religioso che civile ci si sposa: «"Prometto di amarti e onorarti tutti i giorni della mia vita". Onorare, significa riconoscere reciprocamente il valore dell’altro, il valore dei sacrifici dell’altro, dalle cose più piccole a quelle più grandi».

Seguici su Twitter

I cookie rendono più facile per noi fornirti i nostri servizi. Con l'utilizzo dei nostri servizi ci autorizzi a utilizzare i cookie.
Maggiori informazioni Ok Rifiuta