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SAN MINIATO - Due giorni di intensa commozione, di ricordi lucidi, vivi, ricchi di quella serena, ma anche sofferta quotidianità, che hanno fatto di Don Vinicio Vivaldi una figura indimenticabile, cara a chi lo ha conosciuto e ha potuto godere della sua missione sacerdotale, della sua fidata amicizia, di quella solidarietà, franchezza e sincerità che sono stati i tratti più significativi del suo sacerdozio e del suo essere uomo.
Ha voluto ricordarlo così il popolo di San Miniato Basso, a dieci anni dalla sua scomparsa, per far sentire tutta la forza di un affetto solido, reciproco, capace di superare l’usura del tempo, mantenere intatta la sua intensità.


Un prete giovane nello spirito, Don Vinicio, ricco di energie fisiche, intellettuali, morali, affettive, da subito consapevole dell’urgenza di stare vicino ai giovani, per essere uno di loro, aiutandoli a diventare uomini onesti, capaci di libere scelte, maturi e solidali.
Chiesa della Trasfigurazione gremita, l’8 settembre 2014, alle ore 18.00 la solenne concelebrazione della Santa Messa con i sacerdoti Don Niccolai, il Proposto del paese, Don Marrucci, Don Maltinti, Don Freschi, Don Pacini e Monsignor Lazzeri che, nel ricordo a fine rito, ne ha tracciato un breve profilo carico di rimpianto, mentre il Sindaco, Vittorio Gabbanini, uno dei "ragazzi del campino" ha ribadito, in tono commosso, che il Pinocchio non dimenticherà chi ha saputo, con l’intelligenza del cuore, essere un buon educatore, un volontario a servizio di chi fosse in difficoltà, un amico di tutti, capace di alimentare, intorno a sé, forte spirito di aggregazione.
L’apertura di una mostra fotografica ha inteso cogliere e rappresentare le molteplici direzioni di un apostolato che si è dispiegato nelle famiglie, nell’Associazionismo del paese, tra i ragazzi, nello sport, tutti campi in cui Don Vinicio ha riversato energie infaticabili, senza mai ritrarsi, additando la strada da seguire, ma sollecitando in tutti la capacità di gestirsi da soli, in piena autonomia. Da qui, domenica 9 alle ore 17 in Sala parrocchiale, una tavola rotonda coordinata dal Dottor Marzio Gabbanini, fautore dell’iniziativa, insieme a Pierluigi Lari, Marco Ciaponi, le Associazioni locali: Misericordia, Fratres, Folgore Pallavolo, Casa Culturale, tutte presenti con un loro rappresentante. Dagli interventi non solo dei relatori, ma anche dei numerosissimi presenti sono emersi i molteplici aspetti di una personalità energica, di un sacerdote che non voleva apparire un Santo, come ha ricordato Don Marrucci, ma assomigliare alla sua gente, un uomo dalle espressioni forti e vigorose, dal giudizio verace, che aveva fatto della Parrocchia, agli occhi dei ragazzi, il centro del mondo, un luogo in cui si imparava a crescere bene in virtù della sua presenza vera e appassionata, secondo Marzio Gabbanini, un vero “pescatore di uomini”, capace di accompagnare, con la sua bella voce, i momenti lieti e quelli dolorosi della vita di ciascuno: matrimoni, prime comunioni, esequie. Da qui l’esortazione di Don Niccolai, dopo la lettura del commovente discorso di Don Vinicio sui "pinocchini" nel 50° di sacerdozio, a conservare gelosamente la memoria e la gratitudine verso un parroco che si è fatto "tutto a tutti", un uomo generoso che, come ha sostenuto la nipote di Don Vinicio, è sempre stato orgoglioso dei suoi "pinocchini", e ha saputo far gioire, ma anche piangere tutti per la morte di un vero amico, com’è accaduto per Igino Mancini, nel ricordo commosso del figlio Alessandro, Governatore della Misericordia.

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