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SAN MINIATO - Le ricerche d’archivio, si sa, possono aprire strade inaspettate e far emergere elementi inediti della storia antica e recente. Parliamo oggi di un piccolo ritrovamento archivistico e bibliografico insieme, avvenuto alla Biblioteca del Seminario vescovile. Dopo il breve opuscolo dell’abate Pacchiani (segnalato sul giornale della scorsa settimana) intorno all’istituzione della Guardia Civica, abbiamo deciso di approfondire la figura di questo sacerdote Luigi Pacchiani, per ricostruirne la biografia. La sorpresa è stata grande quando, in mezzo a una polverosa rivista di inizi Novecento - "la Bibliofilia" - abbiamo ritrovato a pagina 465 il seguente riferimento: "più importanti fra gli altri sono vari documenti originali che si riferiscono a Garibaldi e all’ esercito della Lega nell’ Italia Centrale, una lettera dell’abate Vincenzo Gioberti all’abate Luigi Pacchiani per ringraziarlo della difesa fatta dei suoi scritti".

Si stava parlando proprio dell’abate sanminiatese Luigi di Antonio Pacchiani? Il riferimento all’amicizia con l’abate Gioberti ci ha ovviamente subito incuriosito: un sacerdote del clero sanminiatese, una piccola e giovane diocesi della Toscana, immersa tra le campagne, amico di un personaggio così importante per la storia del Risorgimento in Italia?


La risposta, cari lettori, è affermativa! E le lettere tra l’abate Pacchiani e il Gioberti sono, in totale, ben quattro e tutte molto importanti a detta degli studiosi di quel periodo, perché il colto sacerdote sanminiatese prende, in queste, la difesa di Gioberti contro il Cardinale di Ferrara. Le lettere si conservano presso la Biblioteca Civica di Torino, nel fondo di autografi intitolato proprio a Gioberti. Parte di questo piccolo carteggio è stato già pubblicato su riviste specifiche, data l’importanza degli argomenti trattati. Abbiamo deciso però di pubblicarle ugualmente, a puntate, su questo giornale, vista l’importanza che hanno per la storia del Risorgimento e considerato il fatto che su questo sacerdote non sono note biografie critiche.
Da un foglio d’archivio, probabilmente di mano di mons. Galli Angelini, rinvenuto tra gli appunti di insegnamento del Galli Angelini, leggiamo: "il sacerdote Luigi Pacchiani nacque in S. Croce nel 1807. Fu ricevuto alla tonsura clericale dal Vescovo di S. Miniato, mons. Fazzi nel 1822, nel 1829 fu investito di un canonicato della Chiesa collegiata di S. Croce, e consacrato sacerdote nel 1830 da mons. Minucci Arcivescovo di Firenze; nel 1834 fu promosso alla propositura di Collegalli, e nel 1842 a quella di Lari. Fu forbito scrittore, e oratore fecondo, ed apparteneva a diverse accademie Scientifiche Letterarie, fra le quali quella degli Euteleti di San Miniato. Ebbe fama di prete dotto e liberale e fupperciò fanatico ammiratore del grande filosofo torinese Vincenzo Gioberti, col quale ebbe un importante carteggio, allo scopo di stimolare il Gioberti a fare omaggio della dovuta sottomissione al decreto di condanna emanato dalla congregazione dell’indice a proposito della sua opera "il Gesuita Moderno". La scheda biografica prosegue con altri elementi, tutti interessanti e da approfondire, ma ci da una grande conferma: il Pacchiani "abate" sanminiatese era in stretto contatto con Vincenzo Gioberti. Le lettere che i due interlocutori si scambiarono sono quattro, tutte scritte nel 1850. Le due lettere dell’abate Pacchiani sono inviate da Lari, dove era preposto in quell’anno, mentre le due risposte di Gioberti sono firmate sempre Parigi. Essendo quattro missive molto lunghe abbiamo deciso di pubblicarle in quattro puntante a partire dalla prossima settimana. Lo scambio epistolare avvenne quindi nove anni prima della morte del Pacchiani, spentosi a Santa Croce, dove è sepolto, il 4 agosto 1859. Devono essere stati, gli ultimi anni di vita, molto sofferti. Un riferimento del canonico Maiorfi riferisce infatti che il preposto di Lari, già nel 1851, chiese di ritirarsi a vita privata. Un esistenza breve, di soli 52 anni, ma che ha lasciato una traccia importante nella storia della nostra Diocesi.

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