foto Shalom

SAN MINIATO - Il modo giusto per educare i figli resta per molti un inafferrabile mistero. I genitori e gli educatori pagherebbero oro per avere la soluzione ai capricci o per scoprire come trasformare i piccoli in giovani e adulti sereni. La ricetta infallibile non esiste, ma si può cercare e provare. Guardando alla nostra lunga esperienza possiamo vantare un numero significativo di giovani equilibrati e felici. Inesistenti i casi di tossicodipendenza, devianze, suicidi e malavita. Questa verifica dimostra che Shalom è una positiva agenzia formativa.

La prima generazione di ragazzi è oramai ampiamente adulta e la stragrande maggioranza sono ancora attivi in diverse misure nel Movimento. I loro figli in gran parte continuano l’esperienza dei genitori e la terza generazione, che si sta affacciando alla vita, respira i suoi inalterabili valori. L’Atelier Shalom ne è una testimonianza.
La sfida proposta da Shalom è da sempre la conquista della felicità, ispirazione insita anche nel significato del suo nome. Il nostro obiettivo è appunto quello di migliorare in tutti i sensi la qualità della vita. L’approccio educativo ci ha connotati fin dall’inizio della nostra avventura, convinti che se si è ben "allevati" si hanno più probabilità di diventare persone contente e soddisfatte. Osservando gli effetti ottenuti attraverso la nostra proposta di vita, fondata su precisi valori e ideali, potremmo definire l’essenza pedagogica «made Shalom» in un vademecum fatto di quindici principi:
1) Manifestare costantemente l’affetto per i figli con dolcezza e mitezza.
2) Parlare ai bambini e ai ragazzi della presenza invisibile di un Dio buono che sta con noi sempre e che non ci castiga mai.
3) Giocare molto con loro. Il gioco aiuta a sviluppare abilità, soprattutto se è libero e all’aria aperta.
4) Aiutarli a scoprire la bellezza della natura e il contatto affettivo con gli animali soprattutto cani, gatti, uccellini e cavalli.
5) Determinante è la parola d’ordine «autenticità» che vuol dire imparare ad essere onesti con se stessi e con gli altri.
6) Insegnare a comprendere e accettare le emozioni, anche quelle negative.
7) Mostrare la realtà senza nascondere gli aspetti dell’ingiustizia e del dolore. Questo li tempra e li addestra alla vita matura e consapevole.
8) Mai ingannarli con le illusioni di un mondo «luna park» fatto di piaceri, divertimenti e consumi. L’illusione crea personalità fragili e vulnerabili.
9) Aiutarli a guardare le cose con occhi diversi per trovare il lato positivo delle cose.
10) Suggerire il gusto dell’attesa delle cose belle che la vita ci riserva.
11) Insegnare a non giudicare mai e a mettersi nei panni dell’altro.
12) Determinante è dare l’esempio; si insegna più con la vita che con la parola.
13) Mostrare la generosità del cuore verso i bisognosi e favorire la condivisione e l’amicizia verso i compagni soprattutto i più sfortunati.
14) Mai istigare lo spirito di vendetta. Proibite urla e sculacciate e sciocchi ultimatum. Con modi calmi spieghiamo ai bambini e ai ragazzi le conseguenze del loro comportamento.
15) Creare in ogni occasione un’ atmosfera intima, gioiosa e accogliente.
L’dea del metodo Shalom è quella di trasmettere ai ragazzi il senso di condivisione e lo spirito di squadra, anche con un’ uniforme distintiva che torna utile per manifestare l’identità di appartenenza e rende visibile il sogno un mondo nuovo e bello che esalta la bontà e detesta l’egoismo e la violenza. Questi metodi, se usati sempre e ovunque, possono davvero raggiungere l’obiettivo più importante a cui tendiamo: la felicità dei nostri ragazzi.

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