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LAVORO -Mercoledì 28 marzo in Toscana si sono verificati tre gravi incidenti sul lavoro: un operaio ferito gravemente al volto a Terranova Bracciolini, un altro operaio con ustioni di terzo grado a causa di un grave incendio alla Sanac di Massa, infine l’incidente più grave: due operai del porto di Livorno a seguito di un’esplosione a un serbatoio industriale di oli combustibili sono morti.

Come sempre le frasi di circostanza, come “Fermare gli incidenti e gli infortuni sul lavoro deve essere la priorità dell’agenda politica in Toscana per trovare soluzioni finalmente efficaci sulla sicurezza e tutela dei lavoratori…. - oppure - un bollettino di guerra che ci chiama tutti quanti alla responsabilità” si sprecano, come sempre. Tutti sono indignati e gridano allo scandalo auspicando che i responsabili vengano puniti. Già i responsabili, in quante situazioni sono stati puniti i responsabili? Pochissime, come per la strage di Viareggio e quella della ThyssenKrupp dove il massimo delle pene arrivò a 9 anni, dei quali probabilmente, ne verranno scontati solo alcuni, senza considerare che i dirigenti tedeschi condannati anch’essi, godono di piena libertà in Germania. Ogni volta tutti gridano e rilasciano dichiarazioni altisonanti, ma poi non succede mai niente. Forse alla base di tutto ciò c’è l’avidità e l’ignavia. La prima sicuramente condiziona i proprietari delle aziende, soprattutto in periodo di crisi come quello che stiamo attraversando, investire in sicurezza significa conseguentemente guadagnare meno. Mentre gli ignavi, di cui Dante parlava nella sua Divina Commedia, condannandoli ad una terribile pena nell’antinferno, perché nemmeno il diavolo li voleva, sono tutti coloro che sanno ma non protestano e non dicono niente, sono i sindacalisti che all’interno di un’azienda non hanno il coraggio di protestare più di tanto, sono i politici ai quali conviene stare in silenzio perché magari proprio quell’imprenditore ha contribuito a pagargli la campagna elettorale, sono coloro che non si schierano, non prendono una posizione, da non confondere con l’omertà che invece porta gli esseri umani a tacere e a non testimoniare ciò che hanno visto perché minacciati di morte. Sono coloro che lasciano fare, non fanno del male e nemmeno del bene e pensano che compromettersi e farsi nemici non è conveniente. D’ora in poi sarà necessario compiere atti concreti, i sindacalisti dovranno vigilare meglio e di più, i politici dovranno avere il coraggio di approvare leggi severe per chi non rispetta le regole della sicurezza e le pene da applicare dovranno essere milioni di euro di multa da pagare senza sconti, tanto la galera in Italia non fa più paura nessuno, poiché difficilmente viene scontata. Questo potrebbe essere un deterrente, un imprenditore dovrebbe dire spendo di più a pagare la multa che a garantire la sicurezza nel luogo di lavoro. Sono questi gli atti concreti da compiere in un Paese serio e che le famiglie dei due operai morti, ai quali va tutto il nostro cordoglio, aspettano.

 

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