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La chitarra acustica del giovane cantautore impegnato Alfonso De Pietro ha aperto l’incontro di sabato scorso a tra Don Ciotti e la comunità di Perignano, sul tema: «La chiesa e la lotta alla mafia».

Don Armando Zappolini, parroco di Perignano, ha ringraziato don Luigi Ciotti per le sua presenza nella piccola cittadina, ricordando l’impegno di Libera e Avviso Pubblico (associazioni per la formazione civile contro le mafie e la corruzione) sul territorio. «Quello che facciamo ci riempie la vita - ha affermato Don Armando - .Quando si sta accanto ad amministratori onesti che sui territori contrastano l’illegalità, quando coltiviamo i terreni confiscati alle mafie, siamo felici».
Don Ciotti è un fiume in piena. Anche se non più giovanissimo, la parola del prete di strada squarcia il silenzio del salone del Centro Madre Teresa, stracolmo per l’occasione.


«Il primo pensiero va alle vittime dei fatti di Parigi – ha detto Don Ciotti –. Oggi è il giorno dell’indignazione, ma a poco serve indignarsi se non ci muoviamo, se non ci impegniamo concretamente e subito nel lavorare per la pace».C’è bisogno di pace nel mondo, e non c’è pace se non sconfiggiamo l’ingiustizia sociale – ha tuonato il sacerdote –. Già un anno fa il Papa parlava di terza guerra mondiale a pezzi, una guerra combattuta non con armi convenzionali, ma con quelle che tolgono la dignità».
Il lungo intervento di don Ciotti è stato guidato dalle domande dei ragazzi di Perignano: tanti i ricordi alle vittime della violenza mafiosa, alle parole forti del pontefice contro il malaffare, le riflessioni sulla lotta alla corruzione. E poi il discorso si è spostato sulla storia di Libera, l’associazione da lui fondata, che quest’anno compie vent’anni vissuti fra memoria e impegno.
Ma c’è anche tanta amarezza nelle parole di Don Luigi, soprattutto quando ha parlato del problema droga, tema da cui partì la sua avventura con il gruppo Abele a metà anni ’60. «Abbiamo perso la battaglia con la droga - ha affermato don Ciotti - lo stato si è seduto sulle tante vittorie, anche importanti, degli anni scorsi. L’avvento di nuovi medicinali ha creato l’illusione che il problema fosse in via di soluzione, e, anche a seguito dei fortissimi tagli alle comunità e alle asl, il mercato è più forte e diffuso di prima».«Non possiamo smettere di combattere anche questa battaglia di prevenzione sociale che riguarda il futuro dei nostri figli».

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