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SAN MINIATO - Lunedì 7 marzo, presso l’aula magna del seminario diocesano si è svolto un importante incontro dal titolo: “Progetto dialogo. Conoscere per costruire la pace”. Gli argomenti trattati hanno riguardato la delicata situazione della Siria prima e durante la guerra, supportati dalla presentazione del libro “Padre Paolo Dall’Oglio. Uomo di dialogo ostaggio in Siria”
I due interventi, quello della dottoressa Benedetta Panchetti e quello della dottoressa Chiara Lapi, sono stati moderati da don Andrea Cristiani, che ha affermato : «sono contento di poter dare il mio contributo soprattutto perché è importante vedere le varie organizzazioni del mondo cattolico che cooperano e si interrogano nel tentativo di cercare soluzioni a problemi che sono di tutti».
Quello che emerge dall’intervento della dottoressa Panchetti è una constatazione di fatto: prima della guerra c’era in Siria un popolo la cui pluralità era improntata al reciproco rispetto. “Ogni chiesa ed ogni comunità musulmana applicava il proprio diritto interno anche per quanto riguarda matrimonio e filiazione”. Una riforma del 2006 aveva, poi, introdotto “la libertà di conversione anche dall’Islam al Cristianesimo”. Dal 2011, con l’affermarsi di Al-Nusra, filiale siriana di Al-qaeda e del califfato, cioè l’Isis, la situazione è peggiorata in modo drastico. Basti pensare a quello che avviene nella valle dell’Oronte: “I cristiani rimasti là sono ancora ostaggio di Al-Nusra. È vietato celebrare messe; è vietato esporre croci; è vietato bere alcolici... anche il vino per la messa... E’ stato posto l’obbligo di distruggere o coprire le immagini e le statue dei santi... è stato posto di pagare la jgyzia, l’antica tassa di Maometto per i cristiani”… pena la morte.


Questa situazione rimarrebbe insostenibile se nel contesto non si inserisse l’operato per il dialogo di padre Paolo Dall’Oglio, il monaco gesuita rapito in Siria il 29 luglio 2013, di cui non si sono avute più notizie. Ed è proprio con la presentazione del libro, a lui dedicato da quanti lo hanno conosciuto più da vicino, che la dottoressa Chiara Lapi ci fa conoscere padre Paolo: un uomo nato per le scelte radicali “che ha dato e speriamo continuerà a dare il suo contributo al dialogo e alla pace”. E questo contributo viene dal suo amore per l’Islam non solo perché è fatto da uomini e donne che, in quanto tali sono figli e figlie di Dio ma soprattutto perché l’Islam “è un soggetto religioso-politico... che pone delle istanze, delle domande alle quali il mondo occidentale non può non rispondere”. La democrazia... “intesa come situazione pluralistica in cui vivono armonicamente i diversi” è, per lui l’unica alternativa all’odio e all’intolleranza: cosa che si può sperare di raggiungere solo attraverso la fede che ci guida lungo la difficile via della pace.
Il contributo del vescovo mons. Andrea Migliavacca è un richiamo ai propri ricordi: un viaggio in Siria, “uno di quei luoghi in cui è nata la cristianità”, un patrimonio di bellezza che oggi stiamo perdendo a causa della guerra; con gli scout a Sarajevo, altra situazione drammatica, “altra città assediata”, dove “registriamo l’assenza dell’Europa” che, invece, “dovrebbe dare il proprio contributo per la pace” e la Terra Santa, tempio della diversità e dei contrasti.
All’organizzazione dell’evento ha provveduto la “Libreria al Seminario” con il contributo della Caritas diocesana, del movimento Shalom e della cooperativa onlus “La Pietra d’Angolo”.

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