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«È celebrazione di rendimento di grazie, di lode, di stupore quella che stiamo vivendo. 
È questo l’Eucaristia: celebrazione del dono, del sacrificio di Cristo per la nostra salvezza: ed è rendimento di grazie.
È motivo di gioia e di gratitudine celebrare oggi qui la memoria degli eventi comunitari, dei pellegrinaggi, degli incontri che abbiamo vissuto in questo anno santo, in diocesi e anche per i cammini personali di grazia e di conversione». 
Così il Vescovo Andrea si è rivolto alla Diocesi nella chiusura dell’Anno della Misericordia. Ha ospitato la celebrazione il santuario della Madonna delle Grazie di San Romano, chiesa giubilare presso la quale si era spalancata la Porta Santa della Famiglia, attraversata da centinaia di fedeli.
«Il Vangelo ci presenta la porta aperta, - ha continuato il Vescovo – il cammino iniziato come esperienza per imparare a vedere l’essenziale, cosa davvero conta nella vita. “Mentre parlavano del tempio, delle belle pietre, Gesù disse…”. Il vangelo racconta lo sguardo distratto dell’uomo: è attratto da una bellezza esteriore, effimera e non si accorge delle vicende del mondo e che il Signore ti parla. 
Allora la porta santa aperta è invito a correggere lo sguardo, a superare questa distrazione, per imparare a non perdere Dio, la sua opera, la sua parola, la vita che Lui ci dà.
Può accadere nella vita - ha proseguito mons. Migliavacca – di essere “distratti” da altro: uno sguardo che non s’accorge più di Dio e si riempie di ciò che passa, che non ha consistenza. Potrebbe accadere di vivere anche esperienze religiose abitate da esteriorità, pochezza, distrazione, dove Dio non lo si incontra perché non lo si vede. Il Giubileo allora è stato tempo per tornare a vedere Dio, a cercare Lui, a rendere culto a Lui».
Al temine della celebrazione eucaristica, p. Valentino Ghiglia, parroco di San Romano, ha ricordato con commozione le tante famiglie che hanno trovato conforto e nuova speranza nell’attraversare la Porta del santuario. Ha parlato di veri e propri miracoli di grazia accaduti in questo anno, che non fanno rumore, possono passare inossdervati, ma che cambiano profondamente la storia delle persone.
Il Vescovo ha infine deposto in una cappellina laterale della chiesa, le reliquie di S. Teresa di Calcutta, che assieme a quelle del santo papa Giovanni Paolo II rimarranno nel santuario come segno della tenerezza di Dio.

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