Giuseppina Lotti e Renzo Ulivieri

L'Accademia degli Euteleti ricorda il Maestro Dilvo Lotti nel Centenario della nascita (1914-2014) dedicandogli un’esposizione di sue opere che hanno per soggetto l’Autoritratto. La mostra e il catalogo sono stati realizzati con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di San Miniato.

Domenica 8 giugno nella sede dell’Accademia degli Euteleti in Palazzo Migliorati a San Miniato si è svolta l’inaugurazione della mostra Dilvo Lotti Autoritratti, 1931 - 2005 curata da Luca Macchi. Alla presenza di un pubblico numeroso si sono succeduti gli interventi del Presidente dell’Accademia Saverio Mecca, del Vice Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio Gianfranco Rossi, dell’assessore alla cultura Chiara Rossi, di Maria Fancelli e del curatore della Mostra Luca Macchi. Al termine degli interventi la Signora Giuseppina Lotti ha salutato commossa e in segno di ringraziamento ha voluto donare all’Accademia il prezioso manoscritto con disegni del "Bacco in Toscana" di Francesco Redi, realizzato da Lotti nel 1944. Tra i presenti hanno avuto parole di apprezzamento tra gli altri Renzo Ulivieri, Mariagrazia Messerini, Antonia D’Aniello, Giovanni Cipriani, il padre guardiano del Convento di San Francesco, l’artista tedesco Karl Heinz Hartmann-Oels.
Nella sua lunga attività artistica Lotti ha realizzato molti Autoritratti di tutte le dimensioni e in tutte le tecniche. La mostra nelle sale dell’Accademia ne presenta una scelta tra i più rappresentativi realizzati tra il 1931 e il 2005 ad acrilico, olio, terracotta, inchiostro, acquaforte, xilografia. Dilvo Lotti è stato un personaggio complesso, un artista poliedrico, un uomo di cultura che si è trovato da protagonista nei fatti del suo tempo. Negli ultimi anni la sua opera è stata scelta da vari studenti come argomento per le proprie tesi di laurea. È stato forse l’inizio di un approfondimento necessario nel grande corpo della sua opera. Tra gli autoritratti in mostra molti sono gli inediti a partire proprio da quello del 1931 di un Lotti appena diciassettenne. Gli anni Trenta per Dilvo sono gli anni della sua piena affermazione come artista. Lotti si muove sullo sfondo vivace di una Firenze ricca di stimoli; la formazione all’Istituto di Porta Romana con Francesco Chiappelli e Pietro Parigi; l’Interprovinciale Toscana del 1935 con il bel giudizio di Mario Tinti; l’assegnazione del Premio Panerai fino alla Biennale di Venezia del 1940. Nel succedersi di queste affermazioni ci sono momenti di riflessione affidata all’Autoritratto. Da solo oppure in ritratti di gruppo, ora con la presenza della sorella, ora con il nonno, con la mamma Giulia e i molti con la moglie Giuseppina. L’autoritratto per un pittore è un momento d’intimità, sei solo con te stesso e inevitabilmente ti confessi. In questa sequenza di Autoritratti è un po’ come vederlo nei vari momenti della vita, anche difficili, e cercare di coglierne una confessione, affidata al timbro di un colore, alla consistenza della pennellata, o ad una figura. Dagli inizi fino agli ultimi anni dove Lotti si auto ritrae in composizioni di sapore allegorico che fanno venire in mente i concerti campestri di Giorgione e Tiziano, o lo stesso Dejeuner sur l’erbe di Manet del quale Dilvo già compì una attualizzazione con il suo Dejeuner in Piazza San Marco. In queste opere in mostra si auto-ritrae in spazi aperti che mostrano il panorama della sua San Miniato o, come spesso succede negli ultimi quadri, una spiaggia. La mostra resterà aperta fino al 31 luglio dal mercoledì alla domenica dalle ore 16 alle ore 19.
<+firmacoda>L.M.V.

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