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SAN MINIATO - Intenso e unico lo spettacolo intepretato da Pamela Villoresi, protagonista di “Un castello nel cuore”, il cui tema fondamentale è la scoperta di una delle figure femminili più significative della storia della Chiesa, ovvero Teresa di Avila.
Pamela con il suo staff, ha elevato a Dio non uno spettacolo ma una preghiera, una testimonianza di fede nella ricerca e nell’abbandono in Lui, come gioia, grazia, bellezza, proponendo in sette tappe il percorso filosofico e spirituale di Santa Teresa. Un’interpretazione davvero coinvolgente, resa unica anche dalla corragiosa scelta della Villoresi che è andata in scena nonostante avesse perso la madre il giorno stesso dello spettacolo.
Durante la recitazione così attenta e raccolta, insieme a Pamela abbiamo pregato, innalzando il nostro Spirito in riflessione ed in gratitudine nel sentire anche in noi la forza di quei valori di vita quotidiana che Teresa d’Avila viveva giorno dopo giorno.


Siamo partiti da un “teatro di riflessione”, elevatosi poi man mano che la tematica si faceva sempre più forte e profonda in un “teatro dello Spirito”.
È in questa straordinaria ascesa che lo spettatore ha sentito suo quel “matrimonio mistico con Gesù” i cui effetti invadevano l’anima di Teresa: un teatro capace di interiorizzare in dato esteriore.
La vita della Santa non si fa sentire lontana, calata nel tempo in cui ha vissuto, nella metà del 1500, ma attuale e lanciata nel futuro.
Il suo tormento, con le sue decisioni di vita, si toccano con mano nella spogliazione delle cose terrene: gli stivaletti, comodi e caldi, vengono sostituiti da umili sandali, i suoi abiti da una veste candida, bianca, come Teresa desiderava la sua anima e come segno di purificazione dai peccati. Il manto bianco fu il dono che ebbe da san Giuseppe nella visione del giorno dell’Assunzione del 1561.
Sulla sua spalla, ricoperta da questo manto bianchissimo, posa una farfalla, simbolo di bellezza ma anche di inquietudine per la sempre grande volontà di conoscere le meraviglie che attorniano Dio, suo creatore.
"Oh, scrive Teresa, lo spettacolo di questa piccola farfalla in continua agitazione! Eppure in tutta la sua vita non ha mai goduta tanta pace e soavità.Vien proprio da lodare Iddio nel contemplarla così incapace a fermarsi e a riposare".
"La nostra anima, scriveva Teresa nella sua opera maggiore, è come un bellissimo castello, che assomiglia a un tersissimo diamante dalle mille sfaccettature".
Questa era la sua strada, che non si fermò nell’ascesi e nel misticismo, ma volle insegnare, formare, scrivendo nuove regole per il suo ordine e per la vita contemplativa del Carmelo.
È stata una notevole preparazione alla messa in scena dello spettacolo principale del Dramma «Passio Hominis» che sarà portato sul palco da Antonio Calenda, in un teatro all’aperto, dove, citando don Luciano Marrucci, «la nomenclatura è riferita ad elementi naturali come la luna, le stelle, vento, sereno e pioggia. Ciò che accade lì entra della stagione dell’uomo, lo raggiunge nel suo tempo e nel suo spazio. Immenso nella dimensione cosmica di una realtà che si presenta in movimento, l’individuo è portato naturalmente ad interpellarsi sul senso e sulla direzione del proprio cammino. Perché scopre che le coordinate del proprio universo finiscono altrove».

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